4.5 L'Imperatore - Nei Cieli D'Argento

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Kolkata, 20 Agosto 2011

Michael non si aspettava niente del genere.

La tempesta imperversava su Kolkata, trascinando via i tetti, le baracche e tutto ciò che non fosse pesantemente ancorato a terra.

Nella sua testa, le sue vite passate gli stavano suggerendo che lui avesse già vissuto questi eventi. Nefer aveva visto cos'era stata in grado di fare Atlaeia, ma la forza del suo potere lo lasciava sempre a bocca aperta. Una creatura come Atlaeia non avrebbe dovuto esistere, eppure ne esistevano cinquantasei come lei, nate dall'ambizione di pochi che avevano giocato con la vita e con la morte, con la Follia e la Ragione.

Insieme allo stupore, si fece strada l'esaltazione. Anche lui aveva contribuito alla rinascita di Atlaeia in quella forma ed era orgoglioso della sua forza. Atlaeia era stata dolce, compassionevole, in grado di fare breccia nel cuore di un guerriero che aveva camminato sui campi di battaglia, portando la morte, non era mai stata fiera di quel potere in grado di rovesciare le sorti di una guerra e che era costretta a usare sotto gli ordini di Malik.

Ricordava lo sguardo vuoto di Atlaeia quando Malik dava degli ordini a cui lei non poteva ribellarsi. Aveva passato i primi anni a osservarla, con invidia verso il suo amico e con un sorriso sadico sul volto, mentre lei andava in battaglia, lasciando lui e Malik bere vino speziato nella tenda. Non usciva nemmeno quando Atlaeia tornava insanguinata e con gli occhi spenti, ancora soggiogata dal potere di Malik, e lui la spogliava e la prendeva lì, senza curarsi che Nefer potesse vederla.

La vergogna che ancora lo seguiva gli fece dimenticare per un attimo cosa stesse vedendo, il pericolo in cui si trovavano. Se Verity non si fosse fermata in tempo, tutta Kolkata sarebbe finita in pezzi.

Il Mago imprecò sonoramente, alzando una barriera protettiva. – Per l'amor del Cielo! Qualcuno la fermi o ci ammazzerà tutti!

Per un istante, un sorriso ironico si volatilizzò sul volto di Michael, mentre si chiedeva chi usasse ancora l'espressione "Per l'amor del Cielo". Quello doveva fargli capire quanti anni in realtà avesse il ragazzo. Come Alanna, la maggior parte degli Arcani Maggiori era in grado di mascherare la loro vera età, mostrando l'età con cui si mostravano maggiormente a loro agio.

Michael si fece strada nel vento e nella pioggia che proteggeva Verity contro tutto e tutti. Sia lei che Lancillotto non avrebbero fatto avvicinare nessuno che non avesse la loro fiducia, ma Michael non era nessuno: lei e Verity condividevano un passato insieme. Erano stati di tutto: amici, amanti, fratelli, marito e moglie. In ogni epoca, in ogni tempo, si erano ritrovati in forma diverse, anche solo per l'istante di un sorriso. Verity non poteva scacciarlo come se non fosse nulla, la sua anima avrebbe dovuto riconoscerlo come la sua aveva riconosciuto lei.

– Cenerentola sempliciotta, vuoi svegliarti?

Quasi le sue parole avessero sortito un quale affetto su Verity, il vento calò, prima di urlargli in faccia tutto l'oltraggio della ragazza. Non si aspettava di venir sbalzato via da quello stesso vento che in passato era arrivato fino a lui come una carezza gentile, raccontandogli dell'amore che lei provava per lui.

Il Mago lo protesse dietro una barriera e lo aiutò ad alzarsi, prima che lui, con un modo di orgoglio ferito, se lo scrollasse di dosso.

– Ora come ora, la tua voce non può raggiungerla. Guardala in faccia, ricordi quello sguardo?

Non capì subito cosa intendesse il Mago, ma Nefer gli venne in soccorso un'altra volta. Negli occhi di Verity si riflettevano la paura e la confusione, insieme all'impressione di sentirsi in trappola. Aveva già visto quella varietà di emozioni nei suoi occhi. La notte in cui Malik lo aveva coinvolto e l'aveva trasformata in una creatura magica, spaventosa e bellissima allo stesso tempo.

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