1.2 Il Mago - I segreti della città

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  • Dedicata a Beatrice Bongini
                                    

Parigi. 14 Luglio 2011

Michael aprì la porta del locale sovraffollato a sua sorella e si guardò intorno alla ricerca di un tavolino libero. – Angie? – chiamò prendendole la mano – Vieni, andiamo a sederci. – Le spostò la sedia da bar e la aiutò a salire e a mettersi comoda. – Hai guardato fuori il menu? Hai scelto cosa vuoi?

Angéline scosse la testa e si guardò intorno incuriosita. – C’è davvero tanta gente. È così buono il cibo qui?

– Io non direi buono, ma lo assaggerai. – rispose enigmatico. – Cosa vuoi mangiare?

Lei appoggiò il mento sulla mano. – Fai tu, non ho preferenze.

Michael si avviò verso il bancone tenendo sempre sott’occhio sua sorella che ora guardava incuriosita una coppia seduta al tavolino accanto a loro.

Si allungò verso di loro e disse qualcosa che Michael non poté sentire, ma a giudicare dalle facce scandalizzate dei ragazzi, Angéline doveva aver fatto una delle sue solite domande.

– Ciao, cosa prendi? – la sua attenzione venne catturata dalla cassiera e si affrettò ad ordinare il suo solito menu e qualcosa di non troppo stravagante per sua sorella.

Mentre aspettava che i panini fossero pronti, la fila accanto alla sua si allungò e lui perse di vista Angéline. Iniziò a spostare il peso da un piede  all’altro e aspettava che la ragazza finisse di preparare il suo ordine. Come fu pronto, Michael lo prese senza tanti complimenti e tornò da Angéline. Si bloccò a metà strada quando la vide parlare con un ragazzo che lui conosceva bene.

– Claude. – disse gelido resistendo alla tentazione di spaccargli il vassoio in testa. – Che ci fai qui?

– Passavo per caso e ho visto quest’angelo caduto solo soletto. Mi sono chiesto se per caso avesse bisogno di compagnia.

Michael posò il vassoio davanti ad Angéline e guardò male Claude. – Mia sorella, – disse rigido – voleva provare il McDonald. – conosceva Claude e sapeva a che tipo di compagnia si riferisse. Se avesse provato ad alzare un dito su sua sorella glielo avrebbe spezzato davanti a tutti.

– Tua sorella. – lo sguardo di Claude corse da Michael ad Angéline che in quel momento punzecchiava una patatina molliccia con un cannuccia. – In effetti noto una certa somiglianza, avete gli stessi occhi. Chissà se avete anche altre cose in comune. – Michael ci mise meno di un secondo a capire dove stesse andando a parare Claude e strinse i pugni. – No, – disse cercando di trattenere la rabbia. – Io e Angéline abbiamo gusti completamente diversi e poi dopodomani lei parte per il mare. Vero, Angie?

– Uh? – sua sorella li guardò con un sorriso. – Michael, possiamo mangiare? Muoio di fame.

– Se tua sorella parte per le vacanze non può perdersi una serata a divertirsi con noi a Montmartre. – propose Claude senza demordere. Aveva puntato Angéline e non se la sarebbe lasciata sfuggire.

Angéline annuì e afferrò la mano di Michael. – Ci andiamo?

Lui fece finta di pensarci qualche secondo. Montmartre era il suo territorio di caccia insieme a quello stronzo di Claude che ci stava provando con sua sorella.

Se lei avesse visto com’era in realtà ne sarebbe rimasta disgustata. – Angie, ho promesso a mamma di prendermi cura di te e ti ho detto cosa penso di Montmartre. La gente che ci gira, – fissò glaciale Claude, che fece un mezzo passo indietro sotto il suo sguardo. – Non è della migliore.

Claude ghignò. – Non la porti nemmeno se ci sarai tu a proteggerla da gente simile?

– No, e gente simile dovrebbe sparire dalla mia vista. – si sedette davanti ad Angéline, ignorando Claude. – Dai mangiamo, se diventa freddo fa schifo.

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