03 - Odiose Femmine

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NEI MEDIA - La visione della specie "femmina" vista da Ian = Barbie, lustrini, brillantini, frivolezza, sorrisini, bigiotteria, inutile spreco di ossigeno.

Le freccette mi stancarono dopo pochi minuti, e così rimasi a guardare i miei fratelli che cercavano di battersi l'un l'altro, pensando che lanciando più forte la freccetta questa si sarebbe conficcata nel centro, esibendosi poi in urli quando ovviamente non succedeva.

Mi passai la mano fra i capelli, spazientito.

- Perché non vieni a giocare tu allora se ci trovi così divertenti!? - mi chiese Bold, che aveva notato quel gesto.

Mi alzai e senza dire una parola gli strappai di mano le tre freccette che ancora non aveva lanciato. Lanciai la prima, centro. La seconda, centro. Tutti urlavano, e non capivo se per incoraggiarmi o perché volevano solo spaccarmi il tabellone in testa.

L'ultima la lanciai facendo una giravolta, ma invece delle urla che seguivano ogni mio lancio, stavolta ci fu un urlo di dolore... un urlo femminile.

Misi a fuoco le figure che avevano aperto la porta interrompendo la mia performance. C'erano Adrian, biondissimo e bellissimo come sempre, e una tizia con i capelli scuri e la mia freccetta conficcata nel braccio.

Era bruttina. Aveva i capelli scuri e monotoni, gli occhi che non vedevo perché erano chiusi dal dolore, il fisico un po' a pera, con la ciccia sulle anche, niente che non si potesse curare col metodo Ian. Era bassa, tappa e dall'aspetto molto delicato vista la foga rabbiosa con cui si era appena strappata la freccetta dal braccio e l'aveva buttata a terra.

- Fammi vedere - sentii dire da Adrian che le esaminava il braccio. Anche se sapevo di non dovere, sentii un moto di gelosia verso di lei, perché Adrian non aveva esitato ad aiutarla e ad appiccicarsi alle sue sottane, mentre invece aveva rifiutato me. - Non ha preso la vena, solo il nervo - dichiarò in modo molto medico. Che aspettarsi da un secchione?

E lì... ci fu un'altra esibizione della delicatezza e raffinatezza della ragazza, pari a quella di un bulldog incazzato. - SOLO!? - gli ringhiò, letteralmente, addosso.

Mi ero rotto di quello spettacolino. Che volevano!? Perché stavano lì in piedi come salami!? E' una freccetta in un braccio, mica una martellata sulla testa! - Ehi! Hai interrotto la nostra partita. Spero che tu abbia un buon motivo! - dissi incavolato mentre prendevo Adrian per il colletto, scuotendolo un po'; tanto perché ero scazzato che dopo tutto si fosse anche azzardato ad entrare nella mia casa come se fosse il benvenuto.

- Lasciami subito! Le hai fatto male! - ringhiò lui. Ah, quindi era così che andava? Rifiutare me e poi presentarsi con una femmina sul mio uscio tanto per ricordarmi quanto dovevo sentirmi male.

- Sapessi cosa me ne frega della tua fidanzata - ringhiai io in risposta, volgendo uno sguardo truce alla ragazza che quasi fece un passo indietro dalla paura.

- Ian, questa è tua sorella. -

Panico. PA-NI-CO! Che!? No, avevo sentito male... probabilmente era la sorella di Adrian. Ma io avevo sentito "tua", e io non sbaglio mai. Io sono Ian! Io sono il figlio di Ares! Io non ho sorelle!

- Cosa!? - me ne uscii invece come un cretino.

- Sì, tua sorella. Il tuo caro paparino ha fatto quello che ha fatto con un'umana e lei è il frutto. Devo spiegarti anche come si concepisce un bambino o la tua testolina ci arriva da sola? - Insulti molto fini e completamente INUTILI.

- Lei non è mia sorella - quasi scoppiai a ridere indicandola. - Io non ho sorelle, solo fratelli maschi! -

- Lei è femmina. Lo capisci o vogliamo controllare? - chiese sarcasticamente. Sicuramente un attacco a me, visto che ora conosceva la mia sessualità. Mi faceva uscire fuori di testa, quando lo odiavo. - Si chiama Beatrice - continuò mettendole le mani sulle spalle. La ragazza sembrava essere estranea a tutto, continuava a guardarsi il braccio come se nascondesse i segreti del mondo. - Visto che è sorella tua, curala tu! - finì, e spinse "Beatrice" su di me. Come un riflesso le posai le mani sulle spalle e lo guardai uscire sbattendo la porta.

Figlio di AresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora