8 - Odiosa concentrazione

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Erano già le 8.30, cazzo, la caccia alla bandiera sarebbe cominciata tra mezz'ora. Dove cacchio era finita Beatrice. Eravamo già tutti al posto stabilito, tutti tranne lei!

I figli di Atena non potevano già averla catturata, la caccia alla bandiera non era ancora cominciata... era contro le regole!

- Io vado a cercare la scema... - dissi esausto.

Mi diressi per prima cosa verso la mensa, magari era andata a fare colazione... niente. Mi guardai in giro... stava arrivando? No. Guardai un po' ovunque, alla fine pensai che poteva essere ancora alla casa 5, sotto il materasso. Mi battei il palmo della mano sulla fronte: eravamo spacciati.

Entrai con una faccia severa, e la trovai che finiva di mettere a posto il letto, beh, almeno era riuscita ad alzarsi, non sarebbe stata del tutto inutile. L'unico problema era che... era in pigiama!!

- Ancora non sei pronta!? - le urlai su tutte le furie. - La caccia alla bandiera comincia fra poco, stupida, sbrigati!! -

- Sai... qualcuno mi ha lasciato sotto un materasso... - rispose lei con voce acida e scocciata.

- Là sotto eri più sopportabile. Ora scegliti un'armatura e una spada e cammina! - le dissi.

- Ma io sono una schiappa con la spada! - urlò disperata guardandomi.

Sospirai sconfitto. - Sei una schiappa in tutto, quindi una cosa vale l'altra - le risposi scrollando le spalle.

Si avviò sospirando verso l'armeria, e io la seguii. La vidi guardare le armature con sconvolgimento... da quanto capii non c'erano armature della sua misura di seno... erano già passate le figlie di Afrodite... Le consigliai di prenderne una più grande, e non una più piccola, che le avrebbe fatto male. La più grande sarebbe stata più fastidiosa, ma almeno non dolorosa.

Gliela infilai di fretta, stringendo velocemente, forse anche troppo forte, visto come si lamentava... ma chissene, se non fosse stata in ritardo saremmo andati molto più lentamente. - Prendi una spada, cammina, allacciamo i bracciali mentre andiamo, e lì facciamo anche i gambali - le dissi. Camminammo velocemente verso il luogo prescelto, mentre le spiegavo come si allacciavano i bracciali, mostrandole i nodi e il miglior modo di stringere.

Arrivammo presto, mancavano cinque minuti al suono della tromba d'inizio.

Appena lei ed io entrammo nella radura, le attenzioni di Phébus, Luke, Gerko ed Aimi furono tutte per lei, ed era comprensibile. Luke la paragonò ad Atena... a me sembrava solo una femmina, e nel frattempo le rubò la spada, Phébus la paragonò a una luce opaca... a me sembrava solo una femmina, e Aimi disse qualcosa riguardo alla ravvivazione... ripeto: a me sembrava solo una femmina.

- Guarda Ian... - mi chiamò Aimi con voce dolciosa. - Non è bellissima? - mi chiese indicando Beatrice con una coda alta e due ciocche di capelli che le incorniciavano il viso. Beh... dovevo ammettere che quel "taglio" la rendeva più felina...

- L'aspetto è irrilevante! - dissi invece, la presi per il braccio e la trascinai via, verso il bosco mentre Gerko le lanciava la spada calibrata. La afferrò con prontezza impressionante... non c'era mai riuscita... cominciava a migliorare a vista d'occhio ed era qui da pochissimo.

Appena ci fummo inoltrati abbastanza sentimmo il corno che suonava l'inizio e dei passi di persone, lontane, che si addentravano, come noi. La feci sedere su una roccia e le mostrai anche come allacciare i gambali, il secondo lo feci allacciare a lei... naturalmente lo mise troppo largo e dovetti rifarlo io.

Cominciammo a camminare, ora il bosco era silenzioso, eravamo nei pressi del ruscello, sentivo l'acqua scorrere in lontananza, ed era il posto dove di solito si fermavano quelli di Atena, li avrei di nuovo spiati dagli alberi, provocandogli disagi tipo la sparizione delle armi e di qualcuno di loro... come al solito.

Figlio di AresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora