10 - Odiosi innamorati

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- Inaccettabile! Incredibile! Io proprio vorrei sapere... - 

Ero nella Casa Grande, studio di Chirone, costretto a sorbirmi un'altra ramanzina. Però non ero solo stavolta...

Abbassai lentamente lo sguardo sulla mia mano, posata sul morbido divano color cremisi; a pochi centimetri da essa potevo vedere delle gambe, coperte da un semplice jeans un po' scolorito e attillato. Più in alto si disegnava la curva della schiena, ritta, dove il pantalone lasciava spazio alla camicia giallo canarino, intonata con i begli occhi azzurri del ragazzo che avevo vicino, per il quale, mio malgrado, ancora provavo qualcosa.

Adrian.

Eravamo entrambi all'inquisizione per aver arrecato danni a Beatrice, anche se, a dirla tutta, io ero l'unico che si era preoccupato di portarla via da quel luogo infernale... Però ero sotto accusa ugualmente perché la giustizia è relativa. 

- ... E non parlo solo per Adrian. - stava finendo Chirone. Discorso di cui io non avevo ascoltato una parola, troppo preso ad osservare le piccole contrazioni di muscoli e  tendini della mano di Adrian. - Ian. - declamò. Alzai la testa. - Dov'eri mentre Adrian aveva questa bella idea? Dovevi essere il coppia con lei se ben ricordo. - 

Lo guardai dal divano, alzando solo gli occhi. - Esattamente. Ero con lei finché un'altra bella idea del piccione qui a fianco non me l'ha portata via, diretto chissà dove. - Appena vidi che stava di nuovo aprendo bocca ricominciai subito. - E inoltre, non sapendo dov'era, ho pensato subito di sbrigarmi a finire quello stupido gioco, così le due squadre si sarebbero riunite e Beatrice sarebbe stata salva. Invece poi l'ho trovata che mi correva incontro con la bandiera di Atena in mano... Poi l'ho persa di vista per vincere il gioco. - 

Chirone era furioso. Avevo impedito la messa in mostra della sua autorevolezza. 

Si voltò di scatto verso Adrian. - Confermi? - tuonò.

Il ginocchio di Adrian cominciò ad alzarmi e abbassarsi velocemente, tic che aveva quando era nervoso. La trovavo una cosa carina. - Sì... - sussurrò, tenendo lo sguardo basso. 

- Ti rendi conto almeno di quello che hai fatto e del perché della mia reazione? - si addolcì Chirone. Perché con lui era dolce e con me no!?

- Sì... e mi spiace, ho messo a rischio la vita di Beatrice e le ho fatto volutamente del male. Merito di essere punito. - 

- Masochista... - sussurrai io, più a me stesso che a qualcuno. 

- Allora... - cominciò Chirone. - Per punizione sarete voi a pulire i bagni comuni per un mese, ma solo le case di Atena, di Ecate e Demetra. Coloro che hanno architettato il "gioco". Vuole aggiungere qualcosa Signor D? - chiese allora, rivolto per la prima volta al Signor D di cui non ricordavo neanche la presenza. Era seduto accanto a Chirone a sorseggiare la sua Diet Coke...

- Mhm... magari il ragazzino può pulire pure il mio studio... - 

No... NO! 

Lo guardai. Era sbiancato. Era la punizione peggiore che potessero dare in quel campo...

***

Ero nella casa 5... a cazzeggiare. Beh che altro avrei dovuto fare? La casa di Ares aveva vinto, Beatrice era in ospedale e io non avevo nessuno a cui rompere le scatole, visto che Adrian era a pulire l'ufficio del Signor D... già potevo immaginare le lattine secolari accatastate in quell'angusto spazio puzzolente, i vetri rotti dei calici da cui provava a bere vino e misteriose cose nascoste negli anfratti di quel misterioso luogo. C'era un motivo se le ramanzine si tenevano sempre nell'ufficio di Chirone.

Mi alzai, stirandomi la schiena. Ero solo, per una volta. Uscii fuori e mi guardai intorno: i ragazzi erano tornati alle loro solite mansioni, tranne il biondino accasciato con la schiena, esausto alla casa davanti la mia. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 16, 2016 ⏰

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