Sì, mi stavo allenando tranquillamente quando...
- Ian! Vieni qui un momento... - La voce di un Chirone dall'aria tutt'altro che tranquilla mi chiamò dall'uscita dell'arena. Mi avvicinai correndo e chiesi cosa voleva dirmi, e lui disse: - Non qui. Raggiungimi alla casa grande. - In quel momento non avevo la minima idea di quello che sarebbe successo.
- Sì, do qualche indicazione ai ragazzi e vengo. -
Lo feci, e cominciai a incamminarmi pigramente verso la casa grande: non avevo la minima intenzione di sorbirmi un'inutile ramanzina di quel cavallo, perché, a giudicare dal tono, era una ramanzina bella lunga.
Durante il percorso sentii una palla di cannone che rotolava giù per la collina, quindi mi girai e vidi che in realtà erano solo Luke Campedelli che trascinava Beatrice. Aspetta... BEATRICE? Perché stava perdendo tempo con quel cretino? Il suo compito era farsi amico Phebùs!
La afferrai per un braccio mentre passava a pochi centimetri da me più veloce di un coniglio in fuga. Per un momento si alzò da terra per il contraccolpo. Poi Luke si avvicinò a me per posarla a terra, mentre lei lamentava dolore alle spalle... e ci credo. Beh, la colpa è sua e del biondino.
- Smettila di gingillarti con Luke! Come sta andando? - le chiesi intendendo la "caccia agli alleati".
Lei si accarezzò un po' il sedere, poi guardandomi seduta per terra mi disse: - Bene, abbiamo Apollo, Afrodite e... - ma non riuscì a finire la frase perché lo shippatore (Luke era il capogruppo della banda di Ermes) la prese in braccio a mo' di sposa urlandomi: "Trovati la tua stella!!!" e cominciando a correre via come se fosse inseguito dal diavolo... ma che cazz...
- E Ermes! - sentii urlare in lontananza da Beatrice.
Ci misi un po' prima di realizzare quello che era appena successo e alla fine... beh... qualcosa era successo. Qualcosa di molto strano.
Ricordai perché ero lì. Dovevo andare alla casa grande da Chirone!
Lo trovai nel giardino, con degli occhiali ovali sulla punta del naso che leggeva una pergamena vecchissima scritta in aramaico probabilmente. Che ci poteva essere scritto su quei cosi poi...
- Ian... bene. So che la prima notte della nuova arrivata non è stata tranquillissima... - pronunciò severo, alzando appena gli occhi dal foglio e guardando me verso la fine. Cosa intendeva dire? Ora cercare di violentare per finta una ragazzina era un delitto!? Mah... anche gli scherzi erano condannati in questo campo di merda.
- E allora? -
- E allora!? - ripeté lui con un'aria scandalizzata e incazzata che non gli avevo mai visto in faccia. - E allora non è un comportamento accettabile che quindici ragazzi spaventino e facciano del male a una ragazzina! Appena arrivata! Questo è un comportamento da animali! Non me lo sarei mai aspettato da te, una tale irresponsabilità! E' a questo che ti ho educato per tutti questi anni!? A fare il coglione e a maltrattare ragazzine!? E' inaccettabile Ian, la mia stima per te sta calando di giorno in giorno e... -
- PERCHE'? Solo perché quella mocciosa pisciasotto deve prendere il mio posto come capogruppo!? Solo perché è importante! Non me ne fotte un cazzo che è importante! Ho combattuto con le unghie, con i denti, ho perso più di tutti qua dentro solo per farmi rispettare da te! Da tutti! Da papà! Ma ora arriva questa ragazzina che diventa Dio, così! Completamente a caso! Sai che ti dico!? Non me ne frega niente della tua stima se è questa l'importanza che ho per te! Anzi! Sto meglio senza. IPOCRITA! -
- Ian! Primo, non mi devi rispondere così. Secondo, questo discorso sarebbe stato così sia con Beatrice, che con Janine, che con qualsiasi altra ragazza! Ma anche con un ragazzo! Questi comportamenti non sono accettati qui e sono condannati duramente! Per questa volta la passi liscia, piccolo ingrato, ma ti dico una cosa: la prossima volta che vengo a sapere una cosa del genere, un altro piccolo sgarro, la mia punizione sarà esemplare! - Detto questo si girò e sbatté la porta dietro di sé.
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Figlio di Ares
FanfictionE' la storia "The Last Ares' Daughter" dal punto di vista di Ian. "Odio. Odio profondo. Sono circondato da imbecilli..."