Capitolo 17- Aria

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Mia fanart

Will

Tutto in quell' arena riusciva a distrarmi.

I granelli rossi che parevano fuoco sotto il sole cocente e sotto le nostre scarpe...

La parete a cono, color bianco, che mi sembrava però la gola di un mostro.

Noi, schierati in perfett'ordine , legati a quei pali, fin troppo rigidi per i miei gusti, che formavamo una 'I' che mi faceva pensare sia alla lettera che ad un percorso a ostacoli.

Anche le nuvole sembravano decise a volermi distrarre a tutti i costi, percepivo perlopiù la salata brezza marina attraverso l' aria.
Sentivo il sudore percorrermi la fronte, quasi fossero delle  lacrime che mi scendevano per il viso, attraversandomelo come se mi venisse solcato da righe, scendendo per il collo e passando sotto alla maglia per via dei raggi bollenti e soffocanti.

Avevo affianco Task e un tipo alto, dai muscoli possenti, dai capelli di un bruttissimo giallo cenere e dagli occhi infossati sotto delle palpebre molto tese e tirate.

Aveva dei denti che parevano quelli di uno squalo, perché erano squadrati e decisamente molto affilati e un naso schiacciato veramente orribile, tendente molto al colore rosso.

Tra denti, corpo e sguardo, che somigliava a quello di una tigre in agguato, decisi di denominare quell' uomo- ragazzo : 'Belva'

Un nome piuttosto appropriato, soprattutto pensando al ringhio rabbioso, gutturale e profondo che gli usciva dalla gola quando qualcuno tentava di toccarlo, cosa che, a quanto pareva, i barbari avevano smesso di fare.

Vicino al Fuoco poi, oltre a me, c'era Guy, il quale, dalle occhiate fulminanti che lanciava a queste persone, sembrava voler mettere a ferro e fuoco tutta l' arena.

E in effetti in un certo senso aveva ragione, visto che, a quanto pareva, i banditi, quando capivano che un particolare schiavo era ben visto, lo utilizzavano per dare spettacolo e combatterne un altro che non sembrava aver speranza di vendita.

Spostai il mio sguardo da lui, posandolo su una nuvola che mi sembrava a forma di tazza e scossi il capo con decisione.

Non era il momento di pensare alle nuvole!

Con irruenza cercai un motivo per inchiodarmi a terra e non volare via nei vari pensieri che mi attraversavano la mente... tipo mio fratello che si trasformava in mostro o Morgan che spalancava le ali e sfoderava la spada lucente.

O anche a mia mamma che se ne stava a casa con la badante, o al delizioso e delicato rumore delle onde contro gli scogli... quante volte mia madre aveva portato me e Zein nella spiaggia di Gardenia solo per farci fare il bagno o ascoltare il bellissimo e rilassante rumore delle onde...

"No, no, no ! Stop!" feci una smorfia, mentre i signori iniziavano ad arrivare.

Erano sicuramente uomini e donne molto ricche, perché dagli sguardi allegri, ingenui e viziati, sembravano non aver saltato nemmeno un pasto.

Non sapevano cosa significativa aver veramente fame, fortunatamente a me era capitato solo poche volte... cosa che invece, alcuni di noi schiavi, sembravano aver patito di brutto, ad esempio una ragazza infondo alla fila, l' ultima.

Aveva uno sguardo davvero spento e le ossa sporgenti, i capelli rossi logorati e legati in una treccia semplice.

Mi veniva un po' di pena per lei, al solo guardarla poi mi veniva voglia di proteggerla, da tutto e da tutti.

Arrivarono diversi altri signori, con addosso vestiti impreziositi e colorati, nuovi, senza strappi, niente segni di dolore e rughe sulla fronte.

Vidi, tendendomi appena, Silver che parlava con una ragazza dai capelli marroni e gli occhi bronzo, anche Diana parlava con lei.

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