3. Again

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Siria guardò sconvolta la madre mentre le diceva che sarebbe dovuta andare in commissariato per rispondere ad "alcune domande" degli ispettori.

John fu subito accanto a Siria.

-Andrà tutto bene, piccola, vado con lei- mormorò appena, per poi salire su una delle volanti.

Sherlock era ancora dentro, girava come un leone in gabbia.

C'è qualcosa... Qualcosa che non va. Qualcosa fuori posto.

Siria entrò, lentamente. Doveva sapere in cosa era stata coinvolta la madre, era determinata ad aiutarla, in ogni modo possibile e non, lecito o meno che fosse.

-Voglio sapere tutto-.

-Devo pensare, ragazzina, lasciami stare-.

-No.- disse secca.

Sherlock piantò nei suoi occhi uno sguardo di ghiaccio, ma lei cercò di resistere.

-E' mia madre-

-Non importa. Un uomo è morto.-

-Voglio partecipare a questo caso-

-Non se ne parla-

-Ti prego-

-Saresti solo d'intralcio.-

-Non è vero, posso aiutarti!-

-No-

-Sì!-

-Smettila ho detto!- gridò, fissandola.

Lei rimase pietrificata.

-Sei proprio figlia di tuo padre- mormorò lui.

Lei rimase in silenzio e alzò le spalle.

-Non demorderai, vero?-

-Non credo-

Il silenzio che si creò tra loro, denso e carico, venne spezzato da una voce che veniva dall'altra parte della casa.

-Detective! Signor Holmes, venga subito!-

I due accorsero, trovandosi in un piccolo bagno, rimasto chiuso e tralasciato dalla scientifica; un giovane agente lo aveva aperto e aveva fatto la scoperta: un'altra scritta, rossa, su un muro bianco.

Siria non voleva crederci. Quell'uomo era morto. Dovevano essere morte con lui anche quelle scritte, quelle dannate scritte infernali.

  Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore,tu se' solo colui da cu' io tolsi lo bello stilo che m'ha fatto onore.  

-Ecco cos'era che non tornava... Stupendo, davvero stupendo...- mormorò a fior di labbra Sherlock.


Una figlia inaspettata - Parte Seconda Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora