SECONDA PARTE

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-Avvicinati.- lo esortò, facendo cenno con la mano.
Harry sospirò prima di alzarsi e si mise al suo fianco. Vide vorticare tutto molto velocemente. Provò a sbirciare dentro la bacinella e vide una grande e luminosa sala.
-Prego, fa pure.- lo invitò la professoressa, picchiettando con la mano sul bordo del Pensatoio.
-Lei...lei non viene?- domandò sorpreso.
-Ti aspetterò qui.- gli rispose, facendo vagare lo sguardo per l'ufficio, evitando di incrociare il suo, cosa che Harry notò.
-Ma...-
-Se ricordo bene, sai come si fa.- lo prese affettuosamente in giro il ritratto di Silente.
L'uomo lo ignorò e riprese a guardare la professoressa.
-Harry, ti prego, è importante.-
-Va bene.- disse, annuendo distrattamente. Poco prima di essere catapultato all'interno del bacile di pietra, sentì la donna stringergli la mano, per poi lasciargliela appena entrò nel ricordo.
Harry si ritrovò dentro un'ampia sala con delle enormi finestre dalla quale penetrava la bianca luce lunare. Il pavimento di pietra era lucido per le migliaia di piedi che lo avevano calpestato negli anni, degli splendidi arazzi erano appesi alle pareti, un enorme portone di legno era chiuso, ma dalle finestre si poteva scorgere una stradina che conduceva dentro una folta foresta. Poco lontano dalla stradina, c'era una capanna, con un comignolo dal quale usciva del denso fumo grigio.
Capì immediatamente di essere nell'atrio di Hogwarts parecchi anni fa.
Vide un uomo alto, con barba e capelli rossi spruzzati di grigio scendere velocemente le scale. I limpidi occhi azzurri brillavano dietro gli occhiali a mezzaluna. Non poté fare a meno di notare che era molto elegante nella sua lunga veste blu scuro con i ricami argentati.
L'andatura era veloce e il passo cadenzato, mentre si dirigeva verso l'enorme portone di quercia, lo apriva con un colpo di bacchetta e usciva fuori.
-Professor Silente!- provò a chiamarlo, ma poi si ricordò che non poteva né vederlo né sentirlo.
Poco dopo vide un'altra figura scendere le scale, i tacchi che battevano ritmicamente sul marmo. Si fermò a metà rampa, appoggiandosi con entrambe le mani sul corrimano, guardando con espressione triste il punto dove poco prima era uscito il professore. Era alta, con la schiena dritta, i grandi occhi verdi sbarrati. Indossava un vestito verde scuro, che le fasciava il busto, con una gonna a campana. Indossava guanti bianchi e l'unico gioiello era una collana di perle. I capelli erano raccolti in uno chignon e poche ciocche controllate attorno al volto, addolcendole i lineamenti marcati.
Harry riconobbe subito la professoressa McGranitt. Era talmente immobile da sembrare una statua.
-Minerva!- la chiamò una voce femminile poco distante, seguita dal rumore di passi.
In cima alla rampa di scale comparve una ragazza bionda riccamente truccata, con un ampio vestito rosa antico, con al gonna ricca di balze e il corpetto stretto evidenziava le curve generose.
-Finalmente ti ho trovato, ma cosa...?- non finì la frase, ma fece un sorrisetto compiaciuto, guardando Harry.
"Possibile?" si domandò l'uomo perplesso, ma poi si accorse che in realtà guardava fuori dalla finestra accanto a lui, dove si poteva chiaramente vedere l'alta figura slanciata che passeggiava nella notte.
Sospirò e guardò l'amica con aria di compatimento. Scosse la testa, e disse:
-Sei proprio cotta, Min!-
-Non sono innamorata di lui.- la contraddisse lei, mentre le guance si tingevano leggermente di rosso.
-No, non lo ami e io sono la futura Regina d'Inghilterra. E' chiaro come il sole, amica mia.- aggiunse, con tono di voce scocciato, come qualcuno che è abituato a ripetere lo stesso concetto molte volte.
-Ma è un professore!- obiettò, come se fosse la cosa più orrenda al mondo.
-E tu, dopo questa sera, non sarai più una studentessa!- le ricordò.
Calò il silenzio, interrotto solo dal cantare dei grilli e dall'eco della musica che sembrava provenire dalla Sala Grande. Tutte e due erano immerse nei loro pensieri, mentre Harry le guardava con aria divertita. Era buffo vedere la professoressa alle prese con la prima cotta.
"E' comunque una donna, prima di tutto." constatò.
-Dovresti dirglielo.- continuò la bionda.
-Ma sei impazzita, Augusta?!-
In quel momento, Harry si ricordò dell'anziana signora che accompagnava Neville alla stazione. Quella ragazza era quella che un giorno sarebbe diventata la signora Paciock, anche se senza cappello con il corvo impagliato e la borsetta rossa era irriconoscibile.
-Cosa dovrei dirgli secondo te? Fermalo e dirgli: "Mi scusi, professore, sono innamorata di lei dal mio quinto anno qui. Potremmo metterci insieme, non trova? In fondo, cosa saranno mai quarant'anni di differenza!"- sbottò.
Augusta inarcò un sopracciglio.
-Allora non lo neghi?-
Minerva rimase interdetta. Boccheggiò un paio di volte, poi distolse lo sguardo riportandolo alla finestra.
-No, non lo nego.- rispose, con voce neutra.
La bionda incrociò le braccio sotto il seno prosperoso, con aria soddisfatta.
-Ed era anche ora! Vai, fatti coraggio!-
-Ma, se non mi volesse? E se facessi la figura della stupida?- domandò mordendosi un labbro, visibilmente preoccupata.
-La vita non è fatta di "se", ti dico solo questo.- rispose, tornandosene di sopra.
Minerva rimase lì ancora per un po', immersa nei suoi pensieri. Si vedeva chiaramente che era indecisa.
-Dai che ce la fate, professoressa!- la esortò Harry, consapevole che non lo potesse sentire. Poi si mise a ridere. Chissà se all'epoca Minerva ipotizzava che un giorno sarebbe diventata insegnante.
Finalmente, la ragazza sembrò prendere una decisione e scese le scale, alzando lievemente la gonna sul davanti, ma davanti al portone si bloccò. Tremò un attimo, poi si fece forza.
-Dai, che ti ha già vista!- la sentì mormorare a se stessa, mentre si incamminava verso la figura immobile in mezzo al prato, che la aspettava voltata verso di lui.
-Qualcosa non va, signorina McGranitt?- chiese il professore, aggrottando le sopracciglia.
-No, è tutto a posto, professore.- lo rassicurò. -E' solo che la Sala è talmente affollata che non si respira più. E tutta quella musica ad alto volume mi ha fatto venire il mal di testa.- aggiunse, mentre si portava una mano alla fronte.
"Sa recitare." pensò istintivamente Harry, che l'aveva seguita fin lì.
Silente annuì, comprensivo.
-In questo caso, se non le è di troppo disturbo, vorrebbe accompagnarmi in questa passeggiata? La compagnia di un povero vecchio non sarà piacevole come quella dei suoi compagni, ma...-
-Oh, apprezzo molto la sua compagnia e non la considero affatto vecchio.- rispose con un po' troppa enfasi, vergognandosi immensamente subito dopo. Il suo volto era in fiamme, anche se, grazie all'oscurità, non si poteva notare molto. Ma il professore sembrò accorgersene ugualmente.
-La ringrazio infinitamente, anche io apprezzo molto la sua compagnia.- rispose, riprendendo a camminare. Minerva lo seguì. -In effetti, la considero una delle menti più brillanti che Hogwarts abbia mai avuto.-
La ragazza cercò di non mostrarsi troppo compiaciuta per quel complimento, ma si vedeva che era felicissima di averlo ricevuto.
-La ringrazio, ma non credo di meritarmi questo complimento. Molti considerano Tom Riddle...-
-Personalmente, preferisco voi a lui, anche se dovrei essere imparziale, dal momento che sono un professore. Ma credo che tutti i docenti abbiano le loro preferenze, no?- chiese, sorridendole. Un sorriso caldo che si estendeva fino ai brillanti occhi azzurri.
-C-Credo di sì.- balbettò l'altra, confusa dal sorriso.
Harry fece un sorrisetto, scuotendo la testa. Forse era meglio che la professoressa non lo avesse accompagnato. Probabilmente, sarebbe rimasta male delle sue reazioni. Oppure, conoscendola, si sarebbe messa a ridere o gli avrebbe dato un buffetto affettuoso dietro la nuca.
-Sa, comunque io preferisco la compagnia di persone più mature.- continuò lei, cercando di stargli dietro. -A volte, i miei compagni si comportano come...come...-
"Una balbettante bambocciona banda di babbuini?" pensò Harry, mettendosi a ridere, ricordando quel pomeriggio, qualche settimana prima del Ballo del Ceppo. Poi la professoressa aveva sentito il commento di Ron e lo aveva invitato a ballare. Glielo rinfacciava ancora, certe volte.
-Una balbettante bambocciona banda di babbuini?- suggerì Silente, ridacchiando, lanciandole occhiate in tralice. A Harry, la risata gli morì in gola, mentre lo osservava stupito.
Minerva gettò indietro la testa e scoppiò a ridere.
-Sì, direi di sì. Non avrei saputo esprimermi meglio.- confermò, continuando a ridere.
Rise così tanto da avere la vista offuscata dalle lacrime e non notò il sasso poco distante e vi inciampò, emettendo un grido di stupore.
Cadde in avanti, parando la caduta con le mani e sporcandosi tutta di terra. Il professore e Harry si chinarono accanto a lei, mentre Albus la aiutò ad alzarsi.
-Mi scusi, sono mortificata.- si scusò, tentando di pulirsi il vestito.
-Non è niente, mia cara. Lasci fare a me.-
Alle parole "mia cara", Minerva arrossì ancora di più. Le puntò la bacchetta contro e in un attimo, il vestito era come nuovo.
-Grazie.- mormorò solo, ma quando provò a camminare, fece una smorfia di dolore.
-Cosa succede?- chiese, preoccupato.
-La caviglia.- rispose solo, chinandosi a massaggiare la parte dolorante. -Non è rotta, ma mi fa male.-
-Vuole che l'accompagni dentro?-
-Oh no, non voglio rovinarle la serata.-
-Non sta rovinando niente.- l'assicurò, porgendole un braccio. La ragazza gli rivolse uno sguardo spaesato, ma poi lo prese a braccetto e continuarono a camminare.
-Fa ancora male?- chiese, dolcemente.
-No, è passato.- Si vedeva chiaramente che era a disagio per la vicinanza. Harry cominciava a sentirsi di troppo e stava cominciando a chiedersi se non fosse il caso di tornare indietro, quando l'orologio battè la mezzanotte.
-Sarebbe ora di tornare dentro, non crede?- Silente cambiò direzione.
Minerva annuì di malavoglia, e Harry poco distante li seguì, curioso di sapere cosa sarebbe successo.
Si fermarono sulla soglia del portone.
-Bene, è ora di separarci.- disse il professore, ritirando il braccio.- Mi ha fatto piacere la sua compagnia. La vedrò domani alla consegna dei diplomi?-
-Certamente.- mormorò la ragazza, un po' abbattuta.
Lui si diresse verso il corridoio alla loro destra, e lo aveva percorso a metà quando lei lo richiamò.
-Professor Silente!- Si avvicinò a lui, ignorando il fastidio alla caviglia e, raccogliendo il coraggio a due mani, si alzò in punta di piedi e gli stampò un bacio sulla guancia.
-Buonanotte.- disse, allontanandosi il più in fretta possibile, lasciandolo sorridente in mezzo al corridoio.
Harry era letteralmente scioccato da quel gesto, ma si riprese e la seguì nell'altrio. Andò a sbattere contro Augusta, che era scesa a cercarla.
-Allora, com'è andata?- chiese, emozionata.
-Come vuoi che sia andata?- ribattè, sconvolta.
-Non glielo hai detto? Dannazione, Min!- borbottò, alzando gli occhi al cielo. Quando tornò con lo sguardo sull'amica, rimase sorpresa.
-Che hai nei capelli?- chiese, spalancando gli occhi.
Anche Harry lo aveva notato solo in quel momento. Eppure era sicuro che quando fosse uscita non c'era, l'aveva osservata a lungo.
Minerva si portò una mano alla testa e sfilò un piccolo ramo di roselline bianche, una schiusa e un bocciolo.
Si volse stupita verso il corridoio, ma del professore non c'era traccia.

Hai Gli Occhi Di Tua Madre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora