NONA PARTE

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I Minerva era seduta davanti a Silente, dall'altro lato della scrivania. L'ufficio del preside era tale e quale a quando Albus era ancora in vita. Lei indossava un abito nero, la schiena dritta come un fuso. Aveva profonde occhiaie ed era dimagrita così tanto che aveva le guance scavate. Non era rimasto quasi nulla della neo madre che aveva visto tempo prima.
Silente la guardava seduto sulla poltrona, mentre lei non osava incrociare il suo sguardo.
-Mi dispiace molto, Minerva.-
Quest'ultima annuì distrattamente.
-Posso aiutarti?- aggiunse dopo dolcemente, avvicinandosi a lei, fino a rimarle praticamente a un passo, senza osare toccarla.
Lei scattò in piedi rabbiosamente.
-No, Albus. Non puoi fare nulla.- rispose stizzita, guardandolo come per volerlo incenerire.
-Che ti succede?- domandò lui ancora, calmo.
-Che mi succede?!- ripeté lei scoppiando. -Albus, mio marito è morto e tu mi chiedi che mi succede?! Sono stata abbandonata dall'uomo che amavo disperatamente e mi chiedi che mi succede?! Sono stata lasciata sola mentre ero...-
Si bloccò sgranando gli occhi e si coprì il volto con le mani.
-Mentre eri...?- chiese lui, come per spronarla a continuare, ma la professoressa rimase immobile.
Silente si chinò di fronte a lei e le tolse le mani dal viso, per scoprire gli occhi con espressione spenta e rassegnata.
-Ti amo, Minerva.- le disse.
-Dovevi dimostrarlo prima.- mormorò lei, liberando le mani da quelle dell'uomo.-Quando avevo bisogno di te.-
-Perché ti sei sposata, se non lo amavi?- domandò rassegnato.
-Chi ti dice che non lo amavo?- rispose con un tono che voleva riuscire sprezzante, ma suonò incerto.
-Ti conosco.- rispose con un sorriso.-Perdonami, Minerva, perdonami.-
Minerva lo guardò a lungo, impensierita.
-E' vero, Albus?- chiese quasi in un sussurro, cambiando improvvisamente argomento ed espressione. -La profezia è vera?-
Se Silente era rimasto sorpreso dalla domanda non lo diede a vedere. Harry, nell'angolo da dove osservava la scena, temeva di sapere a quale profezia si riferisse.
-Sai, adoro Sibilla.- commentò divertito, guadagnandosi un'occhiataccia da parte della strega. -Va in giro formulando false profezie, temendo costantemente che qualcuno scopra la sua farsa e quando fa una profezia decente neanche se la ricorda...-
Sospirò, tornando a sedersi sulla poltrona dietro la scrivania, congiungendo la punta delle dita delle mani davanti al viso.
-Le profezie sono solo un mucchio di parole innocue, Minerva.- disse guardandola serio da sopra gli occhiali a mezzaluna. -E' l'importanza che gli uomini attribuiscono a queste parole a renderle pericolose. E a quanto pare Voldemort da' loro molta importanza.-
La strega ricadde pesantemente sulla poltrona, coprendosi la bocca con la mano.
-Quindi...- deglutì a fatica. -I Potter sono in pericolo?- domandò di nuovo con sguardo preoccupato.
-Sì.- ammise Silente dopo una breve pausa. -I Potter sono in pericolo.-
Minerva congiunse le mani premendole sulle labbra con gli occhi chiusi come se fosse immersa in una preghiera silenziosa.
Harry aveva un nodo alla gola. I suoi genitori centravano qualcosa in tutta quella storia? Esisteva un modo per salvarli? Avevano fatto davvero di tutto per proteggerli? Harry si ricordò di quando, ai Tre Manici di Scopa, la McGranitt disse che Silente si era offerto come Custode Segreto per i suoi genitori, ma quest'ultimi avevano rifiutato.
-Albus?- chiese, con voce tesa.
Il mago alzò il capo con lo sguardo ancora fisso su un punto impreciso della scrivania.
-Devo dirti una cosa.-
Silente alzò lo sguardo per posarlo sulla donna tremante.
-E' successo qualcosa?- chiese, inarcando un sopracciglio.
Harry osservò la strega passarsi una mano sulla faccia e tentare di trovare le parole adatte per quello che stava per dire.
Ma in fondo che differenza faceva il modo in cui glielo diceva? Avrebbe comunque reagito allo stesso modo.
Anche Minerva sembrava pensare la stessa cosa. Lo guardò con l'aria tesa e seria di chi sta tentando di disinnescare una bomba e non sa quale filo tagliare.
-Hai una figlia, Albus.-
"Ecco fatto". pensò Harry, scrutando Silente nervoso.
Dalla faccia che fece, Harry capì che Silente credeva (o magari sperava) di aver capito male.
-Come?- chiese, guardandola frastornato.
Minerva sospirò e ripeté.
-Quando mi lasciasti quella notte nel parco, avevo appena scoperto si aspettare un bambino. Sei padre.- disse con una freddezza disarmante.
In quel momento, Harry temette che Silente stesse per far ribaltare la scrivania con tutti gli oggetti sopra. Anche la strega evidentemente pensò lo stesso dal momento che si alzò immediatamente dalla sedia.
Harry si ricordò di quanto Silente potesse essere terribile e del perché Voldemort lo temesse così tanto.
Il suo volto era la maschera della rabbia. Ogni tratto del viso esprimeva il disprezzo e l'ira che provava per la donna di fronte a lui.
-E in tutti questi anni non mi hai mai detto nulla?!- tuonò, alzandosi anche lui e portandosi davanti a Minerva, che indietreggiò fino a trovarsi con le spalle al muro.
-N-Non... Io... Avevo paura.- mormorò, guardando a terra, non osando incrociare lo sguardo di fuoco del preside.
Silente parve abbassarsi di qualche centimetro mentre la fissava stupito.
-Paura?! Temevi che non ti avrei lasciato tenere il bambino? Che ti avrei cacciato via? E' questa l'opinione che hai di me?- sbottò ancora, la voce carica d'odio.
Minerva alzò gli occhi lucidi di lacrime verso il mago, che si morse il labbro, come se si fosse pentito di quello che aveva detto.
-Oh, no.- rispose lei, rincuorata dal fatto che sembrava essersi un po' calmato. -Credevo solo che, come hai detto tu, erano tempi troppo pericolosi. Non potevo tenere la bambina. E, per proteggerti, per proteggerla, ho pensato fosse meglio tenerti all'oscuro di tutto.-
La sua voce si incrinò.
-Non... non è cresciuta con te?- chiese, questa volta più calmo.
Minerva scosse debolmente la testa.
-L'ho affidata a una mia amica Babbana, Jane. Ha avuto un operazione delicata che l'ha resa sterile. Aveva già un bambina di due anni.-
-Chi altri lo sa?- domandò camminando avanti e indietro per la stanza.
-Solo Poppy.- rispose con voce atona.
Harry fremeva. Perché ancora non le aveva posto la domanda più importante?
-Era una bambina davvero bella.- descrisse Minerva, sul volto un'espressione di amara malinconia. -Aveva i capelli rossi come i tuoi e gli occhi verdi come i miei.- La sua voce si abbassò gradualmente.
Albus si fermò di botto, come folgorato.
-Chi è nostra figlia, Minerva?-
Le si avvicinò e la prese per le spalle. E fece bene perché a quella domanda le gambe della donna sembrarono cedere.
-Lily Evans.- singhiozzò tra le lacrime, nascondendo il viso sul petto dell'uomo.

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Ecco! Oggi doppio aggiornamento! Come regalo per la mia sorellina!

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