Il ricordo cambiò e Harry fu improvvisamente accecato dal bianco che dominava nella stanza.
Quando i suoi occhi si abituarono alla luce, si accorse di ritrovarsi nell'infermeria di Hogwarts. Minerva era seduta su un lettino lì accanto, mentre una Madama Chips decisamente più giovane usciva dal suo ufficio con delle carte in mano.
I suoi occhi esprimevano tutta la sua perplessità mentre si dirigeva verso l'amica, tra un frusciare di veste e un rumore di tacchi battuti ritmicamente sul pavimento di marmo rosa chiaro.
-Allora?- chiese la McGranitt, visibilmente sulle spine.
-E' tutto a posto.- rispose, con un sospiro.
La paziente parve rilassarsi a quelle parole e dapprima sorrise, ma poi si incupì di nuovo.
-Chi è il padre?- chiese Poppy a un tratto, con voce più stridula, dovuta probabilmente alla consapevolezza che la domanda non sarebbe stata ben accetta. Infatti Minerva la fulminò con lo sguardo.
-Non sono fatti tuoi, Poppy.- rispose, sgarbatamente e più duramente di quanto avrebbe voluto.
-Oh, perdonami.- si scusò lei, abbassando la testa. Minerva abbandonò l'espressione arrabbiata che aveva per assumerne una colpevole.
-Perdonami tu, cara.- la corresse, alzandosi e prendendola per un braccio. -Sei l'unica persona che mi rimane e io ti sto trattando male. Scusami, è che sono solo un po'...un po'...-
-Incinta?- la aiutò Poppy ed entrambe scoppiarono in una risata lugubre.
La professoressa si riaccomodò sul letto, sdraiandosi e guardando il soffitto. Sia Harry che l'infermiera assunsero un'aria addolorata.
-Sei sicura di non volerglielo dire?- chiese, a bassa voce, come per paura che scoppiasse di nuovo.
Minerva le rivolse uno sguardo triste.
-Si, sono sicura. Non... non vorrebbe saperne nulla.- balbettò, distogliendo lo sguardo, rivolgendolo a un punto imprecisato della stanza.
Poppy scosse la testa.
-Ti sei cacciata in un bel guaio.- commentò solo.
Minerva, sdraiata su un lato, con le spalle rivolte verso gli altri due, cominciò a tremare.
-Minerva, stai bene?- chiese l'infermiera, avvicinandosi.
La fece sdraiare sulla schiena prendendola per un braccio e si accorse che stava piangendo.
-Minerva, non piangere.- la pregò con voce lamentosa, sedendosi sul bordo del letto accanto a lei e afferrandole la mano. -E' stato uno stupido a lasciarti così.-
-Oh, no, Poppy.- ribattè con voce rotta dai singhiozzi. -Sono io la stupida!-
L'amica la guardò incuriosita, piegando la testa da un lato.
-Cosa vuoi dire?- domandò.
-Lui era... perfetto. Mi ama tanto e io lo ricambio.- spiegò.
L'altra alzò un sopracciglio, dubbiosa.
-Ti ama? Ma hai visto in che condizioni sei?!- obiettò con nota isterica nella voce, indicando il suo addome. -Fossi in lui mi vergognerei di averti abbandonata.-
-Mi ha ferito per il mio bene e io ho reagito in modo sbagliato.- si lamentò abbassando la testa.
Poppy la guardò come se fosse completamente svitata. In effetti, Harry constatò che quel discorso, per una persona che non aveva visto in che modo si erano lasciati, poteva suonare del tutto privo di senso logico.
Aprì la bocca un paio di volte, ma non ne uscì alcun suono.
-Continui a difenderlo anche dopo quello che ti ha fatto?- domandò a Minerva, con tono rassegnato.
-Non lo sto difendendo, dico solo la verità.- rispose, alzandosi in piedi.
Calò un silenzio teso, rotto soltanto dal rumore del pendolo lì vicino. Minerva sbiancò all'improvviso e si piegò in due. Poppy si affrettò a prendere un secchio e a porgerglielo. La donna mise il volto nel secchio e rimise anche l'anima.
-Come ti senti?- chiese l'infermiera, picchiettandole gentilmente la schiena.
-Uno straccio.- disse, riemergendo dal bordo.
-Dovrai dirlo ad Albus.- il tono dell'infermiera era distaccato e annoiato, ma dalla faccia che fecero la professoressa e Harry, si capì che entrambi pensavano la stessa cosa.
-Come?- balbettò Minerva, sbarrando gli occhi e guardandola spaventata.
-E' il Preside, no? E' a lui che devi rivolgerti, non puoi certo insegnare in queste condizioni!- obiettò, sorpresa della sua reazione.
-Oh, il Preside... certamente...- sussurrò, chinando il capo.
-Andrai dai tuoi genitori?- si incuriosì Poppy.
L'altra fece un sorrisetto amaro.
-Oh, no. Non gradirebbero vedermi.- Altre lacrime presero a scenderle lungo il volto.
-Che hai? Ti fa male qualcosa?- intervenne subito.
-No.- rispose, con voce flebile. -E' solo che odio dare ragione a mio padre.-
Si alzò e si diresse verso il portone, spalancandolo con forza.***
Minerva era nell'ufficio del Preside, poco distante da Harry. Guardava con intensità l'uomo di fronte a lei che, seduto sulla poltrona della scrivania, continuava a firmare scartoffie.
-Buonasera, Preside.- disse la professoressa, scrutandolo imperiosa. La sua voce era fredda e tagliente come ghiaccio.
Harry fu sorpreso da come parlò. Era davvero tutto finito?
-Buonasera, professoressa McGranitt.- rispose educatamente, senza alzare gli occhi. La sua voce era la stessa di sempre, profonda e pacata, ma c'era qualcosa di meno caldo nella sua voce. Qualcosa che suonava un po' come rassegnazione.
-Sono qui perché avrei bisogno di qualche mese di congedo.- esordì lei, abbassando lo sguardo.
Silente alzò il viso e lo puntò su di lei, guardandola con tale intensità che sembrava le stesse lanciando una fattura non verbale.
-Motivazione?- chiese solo, incrociando le dita di fronte a sé.
-Io ho bisogno di stare qualche tempo da sola, Albus.- rivelò, incrociando finalmente il suo sguardo. Aveva perso tutta la sua ferrea convinzione di quando era appena entrata e sembrava solo una donna impaurita.
-Va bene.- disse solo, ma gli angoli della bocca, da sotto la folta barba, si piegarono verso il basso in un'espressione amara.
"Sapeva di mentire" pensò Harry. Niente,niente andava bene.
-Se è tutto puoi andare.- disse Silente, alzando una mano in segno di congedo.
Harry notò come erano passati velocemente da darsi del "lei" al darsi del "voi". Era più forte di loro.
-Albus, io...- provò Minerva, con la mano sulla maniglia.
-Sì?- chiese curioso, guardandola dritto in volto.
-Niente.- concluse. -Niente di importante.-
Aprì la porta e aveva già messo fuori quando Silente la richiamò:
-Minerva?-
-Sì?- chiese con un po' troppa enfasi, voltandosi di scatto.
-Dimenticami. Dimentica tutto.- disse dolorosamente, incupendosi in volto.
Minerva boccheggiò.
-Come vuole, Preside.- disse cordialmente, prima di chiudere la porta alle sue spalle.------#------#------#------#------#-------#-------#
Buonsalve, gente! *Si ritrova forconi, spade e mazze ferrate puntate contro* emh, bene... Sì, lo so. Sono in ritardo. Ma sappiate che una strega non è mai in anticipo, nè in ritardo, ma arriva esattamente quando vuole arriv... *qualcuno le lancia contro una mazza, che lei prontamente evita per un soffio* Ok, scusatemi, va bene? E' corto, lo so, ma la Signora Ispirazione non si degnava di venire a farmi visita, ok? E non ne posso più della scuola, ok? E SONO COSI' STRESSATA CHE MI SERVIREBBE UN MEDICO, OK?! Va bene, mi calmo, mi calmo... E' difficile, sapete *- Si lo sappiamo, cara, ma spicciati ad aggiornare, che a noi dei tuoi problemi non ce ne frega un cavoletto di bruxelles!- grida qualcuno dalla folla*. Vi prego di comprendermi.Vi ringrazio. Grazie a tutti quelli che mi seguono ancora.
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A presto
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Hai Gli Occhi Di Tua Madre
FanfictionDescrizione!? Quale descrizione!? Se volete sapere di cosa si tratta vi basterà leggere