5.

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Esattamente in quel momento entrarono Obi-Wan ed Anakin nella grotta. Guardò assente l'allievo di Qui-Gon che attaccava Dooku, Anakin sbattuto dall'altra parte della caverna. Non riusciva nemmeno ad alzarsi in piedi. Obi-Wan era a terra, Anakin accanto a lui, senza un braccio. Dooku spense la spada e li guardò, riprendendo fiato, per poi spostare lo sguardo verso Herzebeth che era corsa da Obi-Wan. «Va tutto bene, Herzebeth, stai calma.» , cercò di dirle lui, stringendola con il braccio non ferito. «Bambina, hai sempre conosciuto colui che cercavi. Maul ti ha portato via la cosa più importante che avevi.»
Lei lo guardò, una lacrima scese lentamente sulla sua guancia. Stava per replicare, ma una voce distrasse entrambi. Era Yoda che era accorso a sfidare il suo vecchio allievo. Ci fu uno scontro a cui Herzebeth non assistette. Per tutto il tempo guardava Obi-Wan e controllava Anakin svenuto. Fino a quando, sospinta dalla Forza, non andò a sbattere sulla parete opposta della caverna. Quando si rialzò vide una colonna che stava per cadere su Obi-Wan e sul suo allievo, sostenuta a malapena da Yoda. Dooku stava scappando. Decise all'ultimo secondo di spingere con la Forza quella colonna contro la nave del Conte. «Maestro Yoda! Lasciate la presa!»
Il Conte prevedette questa mossa e rispinse la colonna verso di lei. Herzebeth fece appena in tempo a saltarci sopra e, con quella spinta, cadde sulla nave di Dooku che ormai era partita. In quel momento la navetta con i cloni arrivò e Obi-Wan Kenobi, seppur ferito, ci saltò su e ordinò ai cloni di seguire quella nave, che intanto zigzagava nel cielo e prendeva sempre più quota. Dopo qualche minuto il Maestro vide una figura cadere a capofitto nel vuoto, mentre la nave si ristabilizzava e sfrecciava via. «Herzebeth!»


Herzebeth vedeva la terra sempre più vicina. Aspettò, aspettò ancora. Appena arrivò quasi a sfiorarla si diede una spinta con la Forza, rilasciandola verso il basso. Spiccò di nuovo il volo, rotolando sul tetto della navetta dei cloni. Annaspò in cerca di un appiglio, senza successo. Sarebbe di nuovo caduta se Obi-Wan non l'avesse afferrata prontamente per i fianchi. Caddero entrambi sul pavimento della navetta, il Maestro urlò per il dolore delle ferite ma non lasciò andare Herzebeth. Lei si rialzò subito, un po' barcollante e sostenuta dai cloni che erano con Obi-Wan, continuando a guardare il punto dove la nave di Dooku era sparita. «Andiamo verso la base?» , le chiese un clone. Lei non si girò, rispose con tono assente: «Sì, dirigiamoci verso la base. Porteremo i feriti nella tenda del medico. Avvisa tutti che bisogna preparare una protesi, braccio sinistro.»
«Sì, signora.»


La donna guardava il traffico che sfrecciava poco lontano dalla sua finestra, sorseggiando una bevanda calda. Sentì la porta aprirsi, non si girò a controllare chi fosse. «Come stanno le ferite?»
Obi-Wan si avvicinò alla finestra e si fermò accanto a lei, osservando anche lui il traffico. «Meglio, riesco a muovere tutto senza dolori. Ancora pochissimi giorni e sarò di nuovo operativo.»
«Sicuramente l'esserti caduta addosso non ha aiutato.»
«Non l'hai fatto apposta, poi sono stato io a prenderti.»
«Te ne fai una colpa?»
«Beh... sì. Sarebbe stato bello vederti rimbalzare con la Forza come un pallone.»
Lei si girò verso di lui e lo fulminò con lo sguardo.
Risero.
Obi-Wan le andò dietro, cinse i suoi fianchi e appoggiò la testa sulla sua spalla. Stettero così per qualche secondo, finché lui non ruppe il silenzio. «Che cosa ti ha detto Dooku?»
«Perché parti dal presupposto che mi abbia detto qualcosa?»
«Non siamo riusciti ad arrivare subito nella grotta.»
«Possiamo anche aver combattuto.»
«No. No, tu vuoi bene a Dooku, non riusciresti a combattere.»
Lei stette in silenzio per qualche secondo. «Lo ammetto. Mi ha cresciuta, mi ha curata, mi ha allenata. Mi ha amata come avevo bisogno che qualcuno mi amasse. E' stato un... un...»
La sua voce si ruppe, cercò di non scoppiare a piangere di nuovo. «Non avrei mai potuto alzare un dito contro il mio Maestro.»
«Che cosa ti ha detto a proposito di tuo padre, Herzebeth?»
«Sento che dev'essere presente anche Yoda. E' l'unico che può negare o confermare i miei dubbi.»


Yoda si sedette sul divanetto tra Obi-Wan e Anakin. Herzebeth sedeva di fronte a loro su un altro divano, con accanto il Maestro Windu. Era scesa la notte al Tempio. «Maestro Yoda, devo parlarvi di una questione di vitale importanza per me. Ho bisogno di sapere la verità.»
«Quel che vuoi chiedermi già so, piccola Herzebeth, ma sentirlo da te, io voglio.»
«Ho avuto modo di parlare con Lord Tyranus, che mi ha raccontato qualcosa di mia madre. E' vero che è stata uccisa dai soldati della Federazione, dopo un attacco a sorpresa?»
«Sì, è vero.»
«Era una Jedi, vero?»
Yoda sospirò. «Non d'accordo su ciò che lei faceva io ero, l'amore porta alla gelosia. Ma lei non ne voleva sapere. Tuo padre amava e te voleva far nascere. L'Ordine lasciato lei ha, per darti una vita tranquilla.»
Herzebeth ebbe un brivido. «E mio padre... mio padre non è morto quand'ero piccola, vero?»
«Sì, è vero anche questo.»
«Io ho conosciuto mio padre.»
Yoda stette in silenzio, lei continuò: «Gli sono stata vicino, gli ho parlato, l'ho abbracciato e gli ho voluto bene. Yoda...» . Aveva gli occhi pieni di lacrime. «Rispondimi, per favore, ne ho bisogno.»
«Controllarti tu devi, ragazza.»
«Ti prego.»
Lui la guardò. «Ciò che hai detto tutto vero è.»
Herzebeth fece un respiro profondo. «Mio padre era Qui-Gon Jinn.»
Sentito questo, Anakin si alzò. «Non è possibile, Qui-Gon non avrebbe mai infranto il Codice Jedi!»
«Lo pensavo anche io, Anie. Ma Dooku...»
Questa volta fu Obi-Wan ad alzarsi. «Non credere a ciò che ti dice Dooku! E' un manipolatore! Concepire un bambino con un altro Jedi o Sith è severamente vietato dal Codice. Nascerebbe un bambino con poteri duplicati, pericolosissimo... proprio come...»
«Me.»
Obi-Wan si risedette, tirando un braccio anche ad Anakin, e si passò una mano tra i capelli. «Maestro Yoda, è così? Qui-Gon Jinn è il padre di Herzebeth?»
Yoda guardò la ragazza che attendeva trepidante una risposta e fece cenno a Windu di parlare. Lui si schiarì la gola. «Quando tua madre mi comunicò che stava per lasciare l'Ordine non mi disse del figlio imminente. Ma io lo intuii comunque, era palese che lo facesse per questo. Tua madre era una bravissima guerriera Jedi, amava il suo ruolo e non lo avrebbe lasciato nemmeno con la morte. La presi in disparte e le assicurai che non avrei aperto bocca su ogni cosa che mi avrebbe detto. Si notava che aveva bisogno di parlare con qualcuno di quello che stava accadendo, ma non sapeva con chi. Mi guardò con gli occhi azzurri lucidi e mi disse: "Maestro Windu, io sono incinta.". Nessun rimorso, lei era felice. Ti desiderava con tutta sé stessa, ti ha amata tantissimo. Io lì per lì rimasi spiazzato, i miei dubbi si erano rivelati fondati. Le chiesi chi fosse il padre, potevo permettermi di fare domande così personali, eravamo amici di vecchia data. Lei mi guardò senza dire niente per qualche secondo e poi, pregandomi di non dire niente a nessuno, si avvicinò a me e mi disse il suo nome all'orecchio. Avrei dovuto denunciarlo al Consiglio, è vero, ma davvero non potetti. Le avevo assicurato ogni protezione possibile quando se ne sarebbe andata, ma lei ha rifiutato, dicendomi che la Forza sarebbe stata l'unica sua protezione e che il padre sarebbe stato vicino al piccolo, o alla piccola, il più possibile. Il giorno dopo dovetti convocare assolutamente il padre da me. Era appena tornato da una missione con il suo Padawan. Si chiamava Xanatos.»
Obi-Wan alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Windu continuò: «Venne anche Tahl, tua madre. Lei gli ripetè ciò che aveva detto a me, lui era d'accordo nel darti la sua protezione ogni volta che avrebbe potuto. Era una cosa che doveva rimanere segreta, perciò si decise che tu non avresti avuto il cognome di tuo padre per non comprometterlo. Tuo padre era un Jedi, Herzebeth, ora puoi usare il tuo nome completo: Herzebeth Jinn.» 



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