Capitolo 1

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Poggiai le mani sul freddo tavolo di metallo e mi allungai verso l'uomo di fronte a me: era sulla cinquantina, ma per il suo aspetto sembrava più vecchio. Era grosso e con i radi capelli neri appiccicati sulla fronte. Era vestito con una canottiera bianca e sudicia e con un paio di jeans sgualciti tanto da essere strappati. Era sudato e le manette che aveva ai polsi contribuivano a rendere il tutto ancora più ridicolo. Ma quello non era il momento di ridere: stavo svolgendo il mio ultimo turno alla stazione di polizia prima di andarmene a casa. L'orologio segnava le 23:54; tra sei minuti avrei compiuto 21 anni. Vi sembra strano che una persona così giovane possa essere un poliziotto? Si vede che non mi conoscete ancora.
-Non capisco perché mi teniate ancora qui.
L'uomo grasso si guardava intorno spaesato, un accenno di paura nei suoi occhi spalancati. Avevo imparato che era comunque meglio fare tutti gli accertamenti prima di dare ascolto a quei segnali, non si sa mai.
-Smettila, Chad, so che cosa hai combinato.
-Perché allora non me lo dice, così lo so anch'io?
Risi amaramente. -Un passante dice di averti adocchiato in un vicolo mentre infastidivi una ragazzina. Una mossa un po' stupida, considerato che hai appena scontato due mesi per molestie sessuali. Non ci vorrebbe niente a farti tornare dentro...
-Questo non è assolutamente vero!-replicò terrorizzato -Ero al lavoro, potete controllare se volete. Voglio andare a caasaa.
Si prese il viso tra le mani e iniziò a singhiozzare. Vedremo, pensai. Lanciai un'altra occhiata all'orologio. 23:57. Avevo promesso ai colleghi che se fossi riuscito a finire prima di mezzanotte, avrei festeggiato con loro. In quel momento avevo dei seri dubbi riguardo al riuscirci.
-Adesso controllerò il tuo alibi, d'accordo?
Chad alzò lentamente lo sguardo su di me, le mani ancora premute sulle tempie. -E poi mi lascerete andare?
-Non lo so, dipende da quanto sei stato sincero.
Lui fu scosso da un tremito e ricominciò a piangere, senza smettere di fissarmi.
23:59. Al diavolo, non ce l'avrei mai fatta. Mi concentrai sugli occhi dell'uomo: vidi le sue pupille dilatarsi, ma non dalla paura. Ci siamo, ora vediamo un po' cosa hai combinato. Già immaginavo cosa avrei visto: la sua figura grassoccia che cerca di attaccare bottone con un'ignara dodicenne in un vicoletto anonimo, dove l'avevamo trovata in stato di shock. Ancora qualche secondo e...
Mezzanotte. Restai a guardare quell'uomo per un po', non capendo cosa stesse succedendo. Perché non funziona?
Chad mi guardava allibito, ma poi una punta di divertimento gli animò il viso.
-Che succede, agente, le si è annebbiata la vista?- chiese sarcastico, un sorrisetto maligno stampato sulla sua lurida faccia da idiota.
Non è possibile. Dai, funziona!
L'uomo si alzò di scatto, con rinnovata energia. -Beh, immagino di poter andare, allora. Stammi bene, poliziotto dei miei stivali. Sono libero!
E così dicendo piroettò fuori dalla porta della stanza proprio come una ballerina. Io rimasi lì impalato, il terrore si stava facendo strada dentro di me, stavolta. E adesso che faccio?

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