Capitolo 2

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Guardare la gente andare inesorabilmente incontro allo stesso vizio che affligge me dai tempi del college mi ha sempre affascinato. Ovviamente il fumo fa male, ma non troviamo forse più piacere nel fare le cose che non ci è concesso fare? Ho analizzato questo aspetto di me a lungo negli anni, facendo di ogni pensiero il cimitero dei miei buoni propositi. Ho cercato di smetterla parecchie volte, ma la verità è che non si tratta di una dipendenza chimica, ma di una vera e propria malattia: quella della volontà. 

La ragazza appoggiata alla porta regge quella sigaretta con una certa grazia. Compie quel gesto alienante come volesse trovare una sorta di autogiustificazione o alibi ad una qualche tipo di incapacità esistenziale, o forse impossibilitata come me ad affrontare la propria esistenza ed il mondo, lo usa per riflettere su un qualsiasi senso di vuoto. Scuoto la mia testa velocemente evitando di perdermi in altri viaggi mentali che, se non cercassi di perdere tempo, sicuramente non farei. 

***

"Mi servirebbe una mappa" chiedo al solito tipo poco socievole della reception, che me la porge di malavoglia senza spostare gli occhi dallo schermo del computer, per poi congedarmi in camera mia. 

Mi sdraio sul letto fin troppo morbido per la mia schiena e cerco il telecomando nella speranza che lo zapping diventi in qualche modo produttivo, ma i programmi sono tutti in danese ed io ovviamente non ci capisco un cazzo. Ruoto gli occhi al cielo rinunciando alla televisione, ma invece di spegnerla, Decido comunque di mantenere il volume al minimo perchè, sebbene io non  presti alcuna attenzione, mi aiuta a sopprimere il silenzio che ho intorno.

 Fisso per qualche secondo i miei piedi senza alcuna apparente ragione e, non avendo nulla di meglio da fare,   rimetto le mani sulla lettera. 

Tasto la busta per la milionesima volta, la vedo sgualcita, la sento stropicciata al tatto, o comunque non immune agli screzi del tempo. Quel pezzo di carta è il motivo per cui io mi trovo qui, quello straccio ingiallito è l'unica prova tangibile che sia capace di condurmi verso una meta che non sono ancora del tutto certo di voler raggiungere, ma lo devo a me stesso e a lui.

"Via Forhaningsholms 49" leggo ad alta voce più alle pareti bianche che non ad un qualsiasi altro interlocutore. 

"Da questa a mio padre" ripeto con poca convinzione, tracciando quest'ultima frase con il pollice e ispirando pesantemente. 

I ricordi sono il tesoro più prezioso conservato dalla nostra memoria, attingiamo alla fonte di questi per arricchire la nostra esperienza, per seguire modelli comportamentali o semplicemente per rimuginare sul futuro quando schiavi del passato. Ma io non ho Ricordi significativi o particolare cui fare riferimento, questa lettera è l'unico stralcio temporale rimastomi capace di condurmi dove forse avrei dovuto essere sin dall'inizio.

***

L'attesa distrugge i propositi umani rendendoci labili all'alternarsi incessante delle lancette dell'orologio. Io sono solito ingannare le mie attese con la distrazione, distrazione da tutto, distrazione da me. E una sigaretta in questo momento, non sarebbe stata sufficiente per soddisfarmi completamente. Questa è una di quelle serate in cui il bar è il posto più affollato per sentirsi soli, ma il più rumoroso per ascoltare i propri pensieri. 

Mi ritrovo in prossimità del bancone, e pigramente mi lascio scivolare sullo sgabello, faccio cenno al cameriere il quale per mia fortuna conosce l'inglese e, dopo qualche tentennamento, mi versa della vodka liscia. Lascio che il liquido bianco scivoli lentamente nella mia gola inebriandomi  con quella sensazione di calore che trovo quasi confortevole. 

La parte peggiore del godersi la solitudine? Le persone che la interrompono invadendo il tuo spazio personale. Se tali persone portano un vestitino striminzito che lascia assolutamente poco spazio all'immaginazione, se si appoggiano accanto a te e puntano il proprio sguardo glaciale prima sul tuo viso e poi sul tuo bicchiere vuoto, se si accarezzano i capelli con fare scocciato scomponendo i  ricci, se si chiamano Alexa e godono nello scopare con il tuo migliore amico mentre tu intraprendi un viaggio importante, allora diventi irritato e nervoso e palesi la tua già evidente frustrazione nel più sonoro degli sbuffi.

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