Capitolo 9

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Anika's pov

Non dobbiamo dire la verità per convincere quelli che non  la conoscono, ma per difendere quelli che la conoscono. Spesso preferiamo ignorarla, per non soffrire, per non guarire. Perchè altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere. Ma esiste un istante preciso in cui il contenuto di tale pensiero non può e non deve essere taciuto. Ed è quel momento in cui scegli di rivelare ciò che hai invece celato, per evitare che l'illusione derivante dalle tue omissioni sia ancor più opprimente di quanto nascondi. 

Forse uno dei più patetici e tristi cliché della mia vita è l'essere intrappolata dietro i preconcetti che derivano da un semplice numero. Ho quattordici anni. Ma se dovessi usufruire di una bilancia per osservare come varia l'equilibrio tra gli anni vissuti e il mio vero vissuto, allora risulterebbe una sproporzione fin troppo evidente. Non è una giustificazione, non è un atto di ribellione, non è il desiderio preadolescenziale di sentirsi più maturi e voler fare le "cose da grandi". Io pagherei tutto l'oro del mondo per potermici sentire di nuovo una quattordicenne. Rinuncerei alla metà dei miei respiri per poter desiderare la normalità che tutte le altre ragazze, anche inconsapevolmente, hanno. Ma io non sono così ne potrei tornare ad esserlo. Le esperienze, le responsabilità di cui mi sono fatta sempre carico, mi hanno costretta a rivedere le mie priorità. Ed eccomi qui, attratta da un uomo che ha il doppio dei miei anni, ma si comporta come un bambino capriccioso per la maggior parte del tempo. Paradossale no? Devo essere io quella matura! Come sempre d'altronde. Con la differenza che questa volta non vorrei cambiasse nulla, eppure le parole hanno un peso pari alla verità che portano. Le parole non sono mai soltanto parole. 

Sono riuscita a risalire all'indirizzo della chiesa il cui nome era sulla foto, così ho convinto Harry ad andarci e nessuno dei due ha più tirato fuori l'argomento. 

Un grande cancello si presenta avanti a noi. Esso fa da cornice ad un paesaggio senza tempo, ma che conserva comunque un aspetto austero e fin troppo antico per i miei gusti. Una ragazza esce fuori da li e ci tiene la porta aperta per poi lanciare al ragazzo accanto a me un'occhiata del tipo che mi rende esasperata e quasi gelosa, anche se so che non dovrei sentirmici in questo modo. 

"Pensi che sia bella?" Mi trovo a chiedergli senza avere il coraggio di guardarlo, ma sentendo comunque il suo sguardo su di me. 

"Si" risponde senza alcuna esitazione, quasi come se mi invitasse a sottolineare l'ovvietà della risposta.

"Più bella di me?" respiro mentre rilascio delle parole delle quali mi pento immediatamente e per le quali dovrei sentirmi imbarazzata ma io, a differenza degli altri miliardi di persone normali che popolano questo pianeta, faccio dell'imbarazzo un'arma per ricercare un contatto visivo che però è lui a distogliere. 

"No... Ma a quanto pare tu hai 14 anni" dice con un sorrisetto sarcastico di chi cinicamente nota come stanno le cose. "Lei è più grande ed è ancora bella..." e sono quelle le parole che feriscono di più... Quelle che sottolineano il fatto che in un contesto che per te è importante, tu comunque non vali abbastanza. 

"Chi sa come diventerai tu alla sua età?" sul serio Harry? Il bambino più capriccioso che io conosca. 

"Non è carino quello che hai detto, lo sai?" cerco di fargli notare senza neanche sforzarmi di nascondere il mio fastidio.

"Come cazzo fai ad avere 14 anni?" sbotta di nuovo e decido di scuotere la testa in rassegnazione superandolo per entrare in chiesa a richiedere i certificati del battesimo di suo padre. 

***

"Ci stanno facendo una copia dei registri dl 1944" gli comunico una volta aver raggiunto il posto che ha occupato su uno dei banchi della chiesa.

Love Me Once || Harry Styles ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora