Capitolo 13

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Anika's pov

L'uomo è per natura la culla dell'incoerenza. E' credulo ed incredulo, timoroso e temerario. Un essere scostante che danneggia e ferisce subito dopo aver compiuto una buona azione. Un dualismo difficile da sostenere, un terreno troppo complicato su cui districarsi. La volontà di credere nasce dalle debolezze e dalle sofferenze, eppure io sono incredula alla scena che mi si è presentata davanti agli occhi. Ma questa volta lui non può neanche provare a smentire ciò che i  miei occhi hanno appena visto, non gli permetterò di sfruttare la sua insipida arroganza per torturarmi ancora peggio di quanto io non faccia già con me stessa. Gli ho creduto più volte quando mi ha ingannato con il suo fascino e con le sue parole, ho permesso ai momenti in cui invece si è comportato da perfetto stronzo di dissolversi nei suoi sorrisi, nei suoi gesti, nel tempo che ostinatamente ho speso con lui. Ho lasciato che mi entrasse dentro come una stupida, ed ora subisco la mia stessa stupidità nuovamente come una stupida. Non smetterò mai di usare questo termine perchè mi si addice: io sono una stupida bambina che pretende ingenuamente di riuscire a competere con una differenza di pensiero oltre che di età, completamente insormontabile. Ho ignorato la sua voce come mai mi sono concessa di fare, ho camminato per la  mia strada senza una meta ben precisa, ma con l'immensa soddisfazione di non voltarmi indietro, di non dargli ulteriore importanza. Ha ricambiato il mio bacio ed io ci ho creduto. Ed ora sto sprofondando nel mio dolore senza alcun ritegno, ma non ho neanche lacrime a sufficienza da versare perchè non le meriterebbe. 

Fuori dal locale vengo colpita da una scia di vento gelido che mi spinge a stringermi le spalle per provare a scaldarmi, ma ovviamente non è sufficiente perchè, per correre da lui dopo il messaggio che mi ha lasciato in segreteria, ho finito per scordare la giacca. Grandioso! 

"Anika?" mi giro di scatto capendo che quella voce non appartiene ad Harry, sebbene una piccola parte di me vorrebbe che avesse continuato a seguirmi, cosa che non è successa. Mi sono convinta che le mie aspettative siano troppo alte, ed ecco da dove derivano i miei errori. Sembro essere intrappolata tra la vana speranza e l'inevitabile delusione che ne deriva. 

Eppure la presenza di Andres non mi aiuta di certo a perorare la mia causa persa. Non mi sarei mai aspettata di ritrovarlo, non li almeno, in un bar pieno di ragazzini. Credevo che avesse chiuso con queste sue 'abitudini', ma come sempre l'errore è unicamente mio. 

"Mia madre lo sa che sei qui?" mi azzardo a chiedere conoscendo però la risposta che repentinamente riesce ad evitare. 

"A quanto pare tua madre non sa molte cose" se ne esce spavaldo ed io aggrotto le sopracciglia per questa sua arroganza gratuita. "Ti ho vista con il tuo nuovo amichetto... L'inglese..." sussurra in modo piuttosto lascivo prima di avvicinarsi a me lentamente. Faccio due passi indietro quasi in risposta all'avanzare imponente del suo corpo verso il mio. Il mio cuore batte persino più forte di quanto riesca a sopportare, l'ansia attanaglia il mio respiro in gola permettendogli egoisticamente di fuoriuscire. Ogni cosa mi viene in mente nel giro di un millisecondo. Quando mio padre ha abbandonato mia madre le cose per noi sono state strane. Lei non è mai stata un tipo forte, non forte abbastanza da sostenere di poter crescere una figlia in perfetta autonomia, così ha cominciato a frequentare vari uomini nella speranza di riempire un futile e vano vuoto. Ogni volta ha creduto che la sua bisognosa infatuazione fosse amore, ed ogni volta sono stata io a raccogliere i pezzi del suo cuore inevitabilmente scosso dalla smania di avere, e spezzato dal sentimento non ricambiato e dalla ritrovata certezza di essere più sola di prima.  Non sono una bambina perchè sono praticamente cresciuta per fare da balia alla mia emotivamente instabile madre che, bisognosa d'affetto, lo ha sempre cercato nei posti più sbagliati senza mai farsi bastare il mio. L'affetto come lo intende e pretende lei, può solo provenire da un uomo. Una figlia non eguaglia ne soddisfa cotanta mancanza, eppure sembra essere lei a patirne le conseguenze. Lei che cresce troppo in fretta, ma mai abbastanza.  L'anno scorso mia madre ha conosciuto Andres. Lui ha la sua età, un fascino che sembra averla ammaliata, ma non è mai riuscito ad incantare me. Ricordo tutte le volte che ha provato ad avvicinarmi, gli sguardi languidi dedicatimi durante cene imbarazzanti in cui mia madre ha sempre fatto finta di nulla, i sorrisi falsi che mi ha sempre rivolto dopo essersi assicurato di essere completamente solo con me... Fino a quando una sera ci ha spudoratamente provato, quasi mettendomi le mani addosso. Per fortuna si è fermato in tempo per il rientro di quella che avrebbe dovuto essere la sua fidanzata, la quale non mi ha creduto ritenendomi semplicemente una ragazzina bisognosa di attenzioni ed infatuata di un uomo che avrebbe potuto essere suo padre, e che però ho sempre e solo ritenuto una persona disgustosa. Non è passato molto tempo da quando i due hanno litigato, mia madre fa finta di avercela con lui e poi lo riaccoglie in casa come se nulla fosse accaduto. Succede tutte le volte, continuerà a succedere sempre. Lo giustificherebbe anche adesso, anche ora, se lo cogliesse in flagrante in un locale pieno di ragazzine ubriache e strafatte. Stupidamente mi chiedo perchè invece di seguire me qui fuori non avrebbe magari potuto infilare la sua lingua disgustosa nella sgualdrina che ha messo gli artigli su Harry, ma credo proprio di non essere incline all'essere perseguitata da tale tipo di fortuna. 

Love Me Once || Harry Styles ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora