Capitolo 7

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Harry's pov

Abbiamo appena varcato la soglia del "Ny Carlsberg Glyptotek", un museo danese non molto distante dal Tivoli. Pavimento a scacchiera con classici colori bianco e nero, alternano un aspetto moderno alle tipiche colonne doriche che solcano ogni parete. Sebbene la fascia oraria non sia tra le più frequentate, c'è comunque parecchia gente che fa la fila per poter comprare il biglietto ed iniziare il giro. La madre col bambino, l'insegnante con la scolaresca, persino le amichette alternative che si credono supersnob e acculturate per poter essere altrove in questo momento. E poi ci siamo io e lei, e non so di preciso che cosa l'abbia ispirata a condurmi qui, ma sono consapevole del fatto che sicuramente non può essere stata la mostra delle statuette in terracotta dell'età dell'argilla.

Si dice che la pazienza sia  una qualità e un atteggiamento di chi sa accettare i contrattempi, le avversità, le difficoltà e il dolore con animo tranquillo. Ovviamente questi tratti caratteriali non mi appartengono proprio nonostante i miei ventotto anni, io piuttosto considero tale "virtù" nella sua accezione latina, ovvero pathos nel senso di patire. E credo che, benchè io e Anika siamo diversi, la fretta perenne e la voglia di avere tutto e subito sia una delle cose che decisamente abbiamo in comune.

La osservo sporgersi tirando il collo verso l'alto per avere credo una visuale migliore di quanta gente ci sia effettivamente avanti a noi, una volta appurato ciò si allontana dalla massa per raggiungere una piccola e buia rampa di scale.

Ruoto gli occhi al cielo come oramai mi sono abituato a fare sempre con lei.
"Anika, aspetta! Non dobbiamo pagare prima?" cerco di infilarle un pò di quel buon senso che sembra mancarle, ma quella ragazza non ne vuole sapere di darmi la minima retta.

Si appoggia attentamente al passamano della scala e si avvicina al mio viso, dato che per sussurrare la mia frase precedente mi sono dovuto scostare anche io dalla fila per dirigermi verso di lei. Vedo un sorriso sghembo farsi strada sulla sua bocca  e i suoi occhi vagare senza sosta sulle mie labbra. Normalmente perderei il controllo così facilmente che le girerebbe la testa, ma in questo momento così come in ogni momento, questa ragazza è in grado di disarmarmi completamente.

"No Harry! L'arte è per la gente" e così dicendo mi trascina su per quelle scale che non so bene dove conducano.

***

Il corridoio è lungo e deserto dal momento che siamo in un'ala del museo non ancora aperta al pubblico. Io seguo Anika che sembra sapere esattamente dove andare, o almeno lo spero!

"Vieni" mi sussura dopo un pò facendo una giravolta che la fa sembrare una bambina. So di averla più volte accostata a questo stereotipo nonostante lei sia tutt'altro che infantile, ma è talmente vivace ed esplosiva che non posso farne a meno.

"Quanti anni hai?" le chiedo così di getto bloccandola solo col mio sguardo interrogativo su di lei.

Anika si ferma e si volta verso di me con un'espressione piuttosto seria.

"La mia vera età è 345 anni, sono solo intrappolata in questo corpo giovane"

L'ho detto e lo ripeto: una bambina.

"Si giusto" dico sospirando profondamente per non irritarmi nuovamente.

"Sono un vampiro" Dice lentamente camminando verso di me. "Mi nutro di topi e turisti" continua arrivando al mio viso e mordendosi la guancia senza mai smettere di guardarmi. Vuole giocare? Chi sono io per non accontentarla? Dopo tutto la carne è debole e lo spirito è forte, ma io credo che il mio spirito abbia ceduto alla concupiscenza della carne da parecchio tempo ormai.

"Potresti cominciare succhiandomi il collo allora" le sussurro con lo scopo di provocarla a pochi centimetri dalle sue labbra , che in penombra perdono il loro colore tipicamente rosa, ma non la loro pienezza e presumo morbidezza.

Love Me Once || Harry Styles ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora