La birra mi spinge, la birra forte, che fa cantare anche l'uomo più saggio e lo fa ridere e lo costringe a danzare, a tirar fuori la parola che starebbe meglio se non detta.
Ma la verità è che non ho bevuto abbastanza per ignorare che la mia miserabile esistenza ha davvero toccato il fondo questa volta. Qualcuno ha detto persino che si cerca di bere per dimenticare, eppure non credo che dimenticare ciò che non vada in me per qualche ora di black-out, possa rendermi vivo della soddisfazione che davvero sto cercando. Arranco per strade straniere, non ho nessuno accanto a me ed è solo colpa della marea di valutazioni sbagliate che il mio giudizio ha sconsideratamente portato a termine, consultandomi il minimo indispensabile per sputtanare ogni cosa.
La notte è lunga, è lo è ancor di più se sei cosciente di tutto ciò che di sbagliato c'è su cui rimuginare.
Eppure quando arrivo all'apice della mia più vivida analisi di me stesso, comprendo che il merito di tutti i miei sbagli lo devo solo e soltanto ad una persona, o meglio alla sua assenza. Mio padre. Che grand'uomo mio padre, con tutti i suoi problemi ed i suoi silenzi, che con tutti i miei problemi ed i miei silenzi, ha contribuito a radere al suolo ogni sorta di comunicazione. Non sono capace di valutare al meglio ciò che mi accade perchè nessuno mi ha mai insegnato che esiste un'alternativa alla gestione degli eventi. La gente parla, discute, io bevo e fumo. Non fino a perdere conoscenza ovviamente, ma il tanto che basta per ammazzare il tempo e permettergli di scandire più velocemente nel derisorio tepore della notte.
Prendo tra le mani quelle famose foto, la prima che osservo è sempre la stessa. Quella di lui bambino al cospetto del Tivoli, quella di lui che stringe le braccia e non sorride, non sorride per non ha mai imparato a sorridere o nessuno glielo ha mai insegnato. Non sorride lui, ne sorrido io.
Sfrutto la fiamma ardente della mia sigaretta per rilasciare cenere a sufficienza che possa ricoprirgli il viso, forse bruciare la radice di ogni sbaglio mi permetterà di impedir loro di rifiorire, o forse sto scappando da ciò che non contengo e non controllo perchè non sono capace di guardare la realtà negli occhi mentre lei si beffa di me.
Alla fine le getto semplicemente tutte nel fiume, perchè quelle sono tracce di un passato che non mi appartiene e senza il quale posso certo sopravvivere. Ma le butto via una per volta, cosicché ogni singolo pezzo di carta trascini via con se un po' del tempo che mi rimane da sprecare.
Poi osservo la mia mano. Il sudore lo ha probabilmente sbiadito, ma si legge ancora bene ed è ciò di cui ho bisogno in questo istante. Il numero di telefono di Anika. Il mio cellulare ovviamente non è abilitato per ricevere o effettuare chiamate internazionali, per cui raggiungo il primo telefono pubblico che incrocio e compongo ogni cifra con eccessiva attenzione.
"Pronto è il cellulare di Anika. Se avete bisogno di me lasciate un messaggio e sarò io a contattarvi"
Fantastico! Quando si dice il karma. Ma io comunque non demordo, e non mi importa neppure di mettermi all'inutile ricerca del mio migliore amico perchè il gioco non varrebbe la candela, ed io di candele pietose ne ho accese parecchie. Aspetto quel fastidioso beep per procedere con il mio monologo alla segreteria telefonica.
"Ciao, sono io. Grazie per l'aiuto. Ho chiuso con l'intera storia del cercare mio nonno e cazzate del genere, ma... Senti non so per quale motivo tu sia andata via prima, ma ci tengo comunque a salutarti. Io sto andando al Culture Box, se ti va di raggiungermi potremmo incontrarci li. Richiamami. Anzi no, non ho un telefono... Ok potrei non essere al massimo della lucidità al momento per cui passatela bene. La vita intendo... passa una vita felice!"
Nessuno ti avverte che la birra non è proprio il carburante migliore da sfruttare se devi articolare più di una frase di senso compiuto. Ma credo che ormai sia troppo tardi.
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Love Me Once || Harry Styles ✔️
FanfictionVoglio che si abbandoni al sollievo temporaneo del mio piacere e che lo faccia suo e poi voglio ricominciare tutto nuovamente e assicurarmi che non ne abbia mai abbastanza. E voglio che ogni voglio non si trasformi in un vorrei, ogni vorrei in un ma...