Harry's pov
Il tempo fluisce in modo uguale per tutti gli uomini, siamo noi che galleggiamo in esso in maniera diversa. Non è vero sostenere che sia il tempo a sistemare o rovinare le cose, sono le nostre azioni incompiute o quelle di cui ci pentiamo ogni giorno a guastare quanto ci siamo sempre illusi di poter controllare. Eppure continuiamo imperterriti a rimandare o, fingendo di prevedere un qualsiasi esito, preferiamo creare un alibi che ci impedisca di compiere le nostre azioni sin dal principio. Ma quando come me sei alla deriva, spesso il principio è solo un punto poco distante da una fine inevitabile.
Oggi sono stato sommerso da verità che mai mi sarei realmente aspettato di conoscere e dover metabolizzare. Quella che più di tutte mi ha sconvolto è l'amara consapevolezza che mio padre ha sempre vissuto nel ricordo di un uomo che non c'è mai stato per lui, finendo per ricoprire il medesimo ruolo nella vita del suo unico figlio. Quanto può essere ironico il destino dell'Edipo Re costretto a confermare sulla propria pelle la nemesi storica secondo cui le colpe dei padri ricadano sempre sui figli?O più semplicemente come può la propria esistenza e il proprio destino essere strettamente collegato ad un uomo mai conosciuto o visto? Questo è incredibilmente ingiusto, terribilmente opprimente. Fino ad ora ho provato quello che di più simile alla rabbia sono riuscito ad incanalare, ma adesso il tutto è sostituito da compassione e frustrazione. Questo viaggio non è affatto come me lo sarei aspettato sotto molti aspetti, primo fra tutti il contenuto di quella lettera. Quelle parole che io non comprendo, che non posso decifrare perchè non le conosco, un messaggio a me ignoto che devo consegnare a qualcuno che non so se mai riuscirò effettivamente ad incontrare... Esiste fino ad ora una sola persona che possa continuare ad aiutarmi. Lei ha scoperto cose di me e della mia famiglia nel medesimo istante in cui persino io le ho viste accadere. Eppure,ironia della sorte, di lei a me non resta nulla se non un nome.. Anika.
***
"Sei ancora qui" la vedo arrivare con una caraffa di caffè e la mia mente viaggia indietro nel tempo di qualche giorno osservando la sua andatura goffa verso di me. L'espressione sempre corrucciata a coronare quel viso di chi la dice lunga ma forse effettivamente non ha proprio idea di quello che dice. Le sue parole, la sua voce, non sono più soltanto riducibili ad un evento isolato proprio perché ora le associo a quel groviglio di ragazza misteriosa che, spinta non so bene da cosa, ha scelto spontaneamente di condividere con me un'esperienza che non sarebbe spettato a lei superare. Le sono grato ma non glielo posso dire semplicemente perché non saprei come fare e da dove iniziare, la gratitudine a quanto pare non è una qualità tipica di uno Styles, anche se credo che il peso che di per se già ha questo cognome non indichi di certo la presenza di molte altre.
Nota il mio sguardo cadere velocemente su ciò che tiene in mano e, per evitare ulteriori disastrosi incidenti, sorride lievemente prima di voltarsi e riporre la bevanda su un tavolino dietro la finestra bianca. Si siede al mio tavolo, e lo capisco dal troppo rumore della sedia che striscia sul pavimento., mentre io sono intento ad osservare una delle foto che ritraggono mio padre datami il giorno precedente dal fratello di mio nonno.
Osservo quel bambino e non scorgo alcuna somiglianza ne con la versione di mio padre con cui io ho avuto a che fare per tutta la vita, ne con me stesso. Quel ragazzino che mi è totalmente estraneo appare spensierato e sorridente il che mi porta a mettere in dubbio quanto effettivamente conoscessi Des.
"Sta sorridendo" noto ad alta voce accompagnando il suono delle mie parole con una risata sommessa e quasi sarcastica, anzi totalmente sarcastica.
Anika la afferra dalle mie mani curiosa e la studia con una smorfia furba che la fa sembrare una bambina alla quale è stato appena mostrato un giocattolo nuovo che ancora deve imparare a conoscere prima di gettarlo via comprendendone l'inutilità.
"Non l'ho mai visto sorridere in tutta la mia vita" continuo a monologare con quella che è un pizzico di acidità, ma sono pur sempre sincero.
Lei alza gli occhi puntandoli nei miei e continua a giocherellare con quella fotografia tenendola ancora con entrambe le mani. I dettagli delle sue dita, che sembrano così morbide sebbene io non le abbia toccate, mi distraggono un momento solo prima che lei possa riprendere a parlare.
"Quindi tuo padre non ti ha mai raccontato nulla di tuo nonno?"
"No" rispondo semplicemente bevendo la mia tazza di caffè.
"E puoi chiederglielo?" mi chiede innocentemente come se fosse una cosa ovvia.
"E' morto l'anno scorso" cerco di dimostrarmi tranquillo e distaccato e fondamentalmente è quello che mi sono convinto di essere da che ne ho memoria.
"Io non ho mai conosciuto il mio vero padre" il candore nella sua voce e quella frase inaspettata mi spiazzano, non capisco bene il motivo ma comunque l'argomento attira un po' il mio interesse. "Se ne è andato prima che nascessi" dice sorridendo amaramente ed io comprendo che la curiosità che ho avvertito prima non è altro che empatia perchè riesco a capirla perfettamente.
"Mio padre se ne è andato quando io avevo quattordici anni" decido di rivelarle. E improvvisamente non riesco più a fermarmi. "Quando è morto l'anno scorso... Da solo" Sottolineo come se se lo fosse meritato "ho trovato questa lettera che lui non ha mai spedito" dico osservando tra le mie mani l'oggetto del mio recente tormento. "L'ha scritta all'età di otto anni"
"Che cosa dice nella lettera?"
"Non lo so... Dimmelo tu" sussurro porgendogliela e lei abbozza un sorriso prima di fare come le ho chiesto.
Aggrotta la fronte mentre legge il contenuto e, stranamente non ho più molta voglia di sapere che cosa ci sia scritto perchè sono assorto nell'osservare la sua fronte aggrottarsi in segnmo di concentrazione mentre prosegue nella lettura. Piano piano l'espressione sul suo viso inizia a mutare ed io ora fremo di conoscere cosa sta per dire.
"E' molto bella" la ripiega seguendo le linee già presenti e scavate dal tempo. Purtroppo però non sono in grado di condividere ancora il suo sorriso. "Dice che gli manca Copenhagen e che sarà sempre la sua casa... e che quando avrà una famiglia vuole che vedano cosa lo faceva sorridere."
Non so bene quale dovrebbe essere la mia reazione a tutto ciò, non so cosa effettivamente mi aspettassi che ci fosse scritto, ma non credo che la cosa mi sfiori più di tanto.
Anika non si lascia intimidire dal mio silenzio perchè è tutt'altro che eloquente e lo interrompe con quella che ho appreso essere la sua solita irruenza gratuita. Un lato vulcanico del suo carattere che onestamente mi spiazza perché sembra sempre che stia cercando di sfidarmi ed io non apprezzo molto un approccio nel genere da parte della gente, ma Anika non è la gente.
"Questo lo conosco." dice indicando una foto "E' il Tivoli" non capisco ancora a cosa voglia alludere fino a che non la vedo estrarre un pennarello dalla sua tasca. "Segnalo sulla mappa" mi chiede fremendo dall'eccitazione, atteggiamento che non fa altro che farmi sollevare un sopracciglio.
"Perchè?"
"Fallo e basta!" mi impone giocosamente mentre io sbuffo.
"Va bene... Dove si trova il Tivoli sulla mappa?"
"Dove c'è scritto Tivoli" indica ridendo di me nel frattempo. Ma va? Si crede persino una gran simpaticona.
Oltre a quello la vedo segnare altri punti successivi sulla mappa e credo che siano i posti mostrati sul resto delle fotografie.
"Che stai facendo?" le chiedo leggermente irritato dal suo scarabocchiare sulle mie cose.
"Devi vedere cosa lo faceva sorridere" dice sottolineando una cosa ovvia ed, in quel momento, non posso fare a meno che ricambiare mentalmente il suo sorriso.
L'ho reputata persino un po' pazza senza essere pienamente consapevole se fosse in senso positivo o meno, ma poco mi importa perché Per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi d'ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi artificiali che esplodono tra le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno oh!***
C'è una crepa nella mia visione e la follia l'attraverserà sempre.
(Anaïs Nin)
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Love Me Once || Harry Styles ✔️
FanfictionVoglio che si abbandoni al sollievo temporaneo del mio piacere e che lo faccia suo e poi voglio ricominciare tutto nuovamente e assicurarmi che non ne abbia mai abbastanza. E voglio che ogni voglio non si trasformi in un vorrei, ogni vorrei in un ma...