Partenze indesiderate

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Sono da poco finite le vacanze estive e, mentre alcuni adolescenti si preparano al rientro a scuola, io sono qui, in camere mia, a sistemare le valige. Si, avete capito benissimo; purtroppo l'estate si è conclusa ed io devo partire. Non posso non essere sincera e, perciò, dico che non sono pronta ad andarmene e ad abbandonare tutto. Amo la mia vita qui in Canada ma, ormai è tutto inutile. Mia zia Moony ha trovato un piccolo lavoretto a Londra e, così, mi devo trasferire assieme a lei. Il quartiere in cui andremo a vivere si chiama Bloomsbury e, la scuola che frequenterò è il King's College. Non sono pronta a ricominciare da zero. Non sono mai stata una ragazza facile, considerando il mio passato familiare. Non amo apportare cambiamenti, sia che siano piccoli, sia che siano grandi. Purtroppo però, il destino ha voluto questo per me e non posso far altro che accettarlo. È una mattinata davvero luminosa e fresca e, vorrei poter uscire con la mia compagnia e andare a prendere una granita all'anice per poi fare un giro in centro. A breve arriverà Elsa, la mia migliore amica con i suoi bagagli. Il nostro volo è alle 15.00 del pomeriggio e, l'aeroporto dista si e no, 1h e mezza da Regina. Ho sistemato la mia stanza, mettendo tutte le mie cianfrusaglie in apposite valige. La camera è completamente vuota ora. Non ci sono più le mie adorate foto alle pareti, non ci sono più i poster dei miei artisti preferiti. I miei acchiappasogni sono spariti e, lo stesso vale per i miei diplomi ed i miei 'amuleti' portafortuna. Sembra tutto surreale ma, presto, sarà più che vero. Ho deciso di andare a mangiare qualcosa con la mia migliore amica prima di partire; Moony non è in casa a causa di alcuni problemi di sistemazione tra vecchio e nuovo lavoro. Sono sola, così esco. Mi serve prendere una bella boccata d'aria. Raggiungo la casa di Elsa che è a pochi isolati dalla mia e, insieme, ci rifugiamo in un piccolo bar per pranzare con dei toast e delle bibite. La famiglia della mia migliore amica si era fatta parecchi problemi a farla venire con noi; alla fine, però, aveva ceduto. Insomma, ci conoscevamo da troppo tempo. Pensavano che questa vicenda avrebbe potuto rendere loro figlia più responsabile e preparata al futuro. Elsa aveva salutato tutti, era pronta, forse più di me. Tornammo a casa, giusto per prendere le ultime cose e caricarle in macchina.
Salutai la mia vecchia casa a malincuore e con le lacrime agli occhi. Mi sarebbe mancato tutto così tanto. Non sarei stata più la Mavie di prima e, magari, l'indomani nessuno si sarebbe ricordato il mio nome. Aspettammo il ritorno di mia zia e, dopo una breve chiacchierata e ricontrollata ai bagagli, fu il momento di salire e partire. Il viaggio non durò neanche troppo. Scesi dalla macchina e per poco non tirai un urlo. La mia compagnia e, tutti gli amici più stretti che possedevo erano radunati davanti all'entrata dell'aeroporto. Non potevo essere più felice di così. Piansi, lo ammetto ma, non potevo più trattenermi. Piangevo poco, davvero pochissimo e, quando lo facevo, era perché avevo accumulato troppo. Salutai tutti quanti con lunghi baci ed abbracci, scambiai con loro numerose foto e parole. Poi, il momento cruciale arrivò. Dovetti dire 'addio' a chiunque. Non mi voltai, era giusto lasciare spazio ad una nuova fase della mia vita. Mostrai i biglietti e, dopo un breve controllo, arrivò il momento dell'imbarco. Avevo bisogno di Elsa e, saperla al mio fianco, mi faceva star bene. La abbracciai e la ringraziai, era davvero la cosa migliore che mi fosse mai capitata. Era ciò che di più caro avevo e, non vedevo l'ora di andare a vivere seriamente ed esclusivamente con lei. Facemmo un selfie prima di salire sull'aereo che ci avrebbe portate a Londra. Abbracciai mia zia e la ringraziai per ogni singolo minuto passato con me. Erano le persone alle quali tenevo di più e non volevo perderle. Moony era come una mamma per me, anzi, lo era davvero; Elsa, invece, era mia sorella. Salimmo sul mezzo di trasporto e ci sedemmo tutte e tre vicine. Io in mezzo, la mia migliore amica alla mia destra e, mia zia, a sinistra. Dai piccoli finestrini, potevo vedere il magnifico panorama canadese che, di lì a poco, avrei abbandonato. Mi sentivo energica e triste allo stesso tempo. Presi le cuffie dallo zainetto, avevo bisogno della mia buona musica per calmarmi. Partimmo e, sentii tutti i miei strani pensieri svanire. Le melodie risuonavano nelle mie orecchie e mi tranquillizzavano sempre di più. I nervi, a poco a poco, tornarono a rilassarsi. Feci un enorme respiro e mi dissi, tra me e me: 'Let's Go!'
Il viaggio non durò molto. Scesi dal mezzo e mi ritrovai in una località dal cielo sui toni del grigio ed una temperatura un po' più tetra e frescolina di quella canadese. Mi strinsi nelle spalle e, assieme alla mia famiglia, raggiunsi il punto di ripresa dei bagagli. Aspettai il mio trolley nero e la mia valigia azzurra con impazienza. Restai in piedi imperterrita, giocando con la zip della mia felpa nera di cotone. Arrivarono i nostri bagagli e, arrivando all'uscita dell'aeroporto londinese, vidi un uomo con un cartello con la scritta 'Wiched'. Era colui che ci avrebbe accompagnato alla nostra nuova abitazione. Era altro, magro e con una pelata sulla testa. Ci aiutò a caricare tutto in macchina e ci condusse in un quartiere molto artistico di Londra. Ci scaricò davanti ad una villetta a schiera sui toni dell'azzurro pastello. Insomma, per una come me con la passione per quelle tonalità, questo era il massimo. Mia zia contattò il proprietario della casa che ci portò le chiavi e ci mostrò l'intera abitazione. Era piccola ma accogliente; calda e luminosa. Era posta su due piani. Al primo (piano terra) vi erano la cucina, il salotto e un bagno di servizio; al secondo (a cui si arrivava grazie ad una scala a chiocciola), vi erano due stanze da letto, due bagni distinti e un balcone che faceva il giro completo sulla casa. Quest'ultima era fornita inoltre di un piccolo giardino con veranda, adibito a giardinaggio. Insomma, era un'abitazione splendida e già l'adoravo. La cosa che però mi faceva più paura era come e quanto sarebbe cambiata la mia vita di lì a breve.

Angolo Autrice
Salve a tutti miei cari lettori, spero che la storia sia di vostro gradimento. A presto con un nuovo ed intrigante capitolo. Cosa pensate succederà nella nuova scuola? Fatemelo sapere qui sotto nei commenti.

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