Attimi di felicità

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Dopo il messaggio ricevuto da Megan e, dopo il mio incontro con il suo presunto ex ragazzo, la mia situazione scolastica si era fatta sempre più precaria. Era un continuo essere presa in giro e diventare lo zimbello di tutti. Ero costantemente irritata, strana e debole. Non sapevo più a cosa attaccarmi. Non pretendevo la popolarità perché, anche in Canada, non avevo mostrato grande interesse nello stare al centro dell'attenzione ma, non volevo nemmeno sentirmi completamente esclusa dal Mondo. Da 'ragazza da escludere perché estranea', ero diventata 'la ruba fidanzati'. Io non ero questo e non volevo nemmeno esserlo. Si, mi ero vista più volte con Lucas ma solo perché ci trovavamo molto in sintonia. Aveva sempre quel fare da ragazzaccio che spesso mi metteva rabbia ma, sapevamo divertirci assieme. Perciò, il messaggio che ricevetti di lì a poco, non mi sorprese più di tanto. Era strano come tutto potesse essere cambiato in così poco. Fino a qualche settimana prima, io per lui non ero nessuno ma, in soli 14 giorni, era riuscito a cambiare idea sul mio conto. Era come aver trovato qualcuno disposto ad accettarmi per quella che ero ma, forse, mi sbagliavo. Era troppo presto per definire il nostro come un vero legame ma, quel poco mi bastava. Uscivamo spesso, più o meno ogni due giorni. Solitamente andavamo in un bar e stavamo a parlare per delle ore. Oppure, andavamo al parchetto con le rampe per fare skate. Era divertente, Lucas era davvero portato ma, pur di farmi ridere, faceva mosse particolari per le quali, il 90% delle volte, cadeva e si bloccava in pose stupide e bizzarre. Lessi nella mente il testo, poiché volevo restasse segreto il fatto di sentirmi con l'ex della ragazza più popolare della scuola; era già doloroso che sapessero delle giornate passate assieme. Per lui non era un problema, era stanco dei giochetti di Megan e diceva di voler pensare solo ed esclusivamente a se stesso.

'Mav, ti va se ci vediamo oggi pomeriggio? Ho bisogno di vederti. -Lucas'

Volevo vederlo anch'io, avevo bisogno di sfogarmi con lui. Elsa ormai era un caso a parte, sembrava fregarsene della mia vita. Era costantemente in giro con Scott o al telefono con quest'ultimo. E, le poche volte in cui parlavamo di cose serie, lei sapeva solo citare il suo meraviglioso ragazzo e raccontare le varie esperienze vissute con lui. Si, mi sentivo tremendamente sola ma non volevo dirglielo. Non volevo addossarle un altro peso. Doveva già esser stato difficile abbandonare la suo famiglia, la sua quotidianità e la sua vecchia vita per trasferirsi, non potevo distruggere la sua felicità. Così, spesso rinunciavo a sfogarmi con lei pur di non distruggere quel poco che ci rimaneva. Mi mancava, tremendamente ma non potevo far nulla. L'unica persona che mi restava era proprio quel ragazzo che fino a poco prima si mostrava indifferente nei miei confronti e, mia zia Moony ma, a causa del lavoro, era sempre fuori casa.

'Hei, qualcosa non va? Comunque va bene, alle 4 p.m. davanti a Snog.'

Era strano, lo capivo. C'era qualcosa che non andava e l'avevo intuito. La vita di Lucas non era tutta rose e fiori come tutti pensavano. Suo fratello spacciava e non faceva altro che farsi dalla mattina alla sera e, suo padre li aveva abbandonati quando erano troppo piccoli. Ora, vivevano entrambi con la madre che si occupava di una piccola tabaccheria non lontana da casa. Non doveva essere facile per nessuno ma volevo stare vicina quantomeno al ragazzo più grande.

...

Arrivò presto il pomeriggio e mi preparai ad andare al negozietto in cui lavoravo ormai da più di 4 mesi. Lo vidi, era lì che mi aspettava e sorrideva, nonostante avesse il viso stanco e un'espressione spenta. Si avvicinò e cominciò a parlare.

'Mav' disse.

'Lucas' risposi.

Venne sempre più verso di me, finché non mi fu terribilmente vicino. Mi guardò per un tempo che parve infinito e poi mi abbracciò. Fu strano, notevolmente strano. Ci capitava di rado di abbracciarci ma, questa volta, quel gesto mi trasmise qualcosa. Mi strinse sempre più a sé finché il mio esile corpo non andò ad adagiarsi completamente contro il suo. Appoggiò la testa sulla mia spalla e lo sentii sospirare. Si staccò da me più velocemente di come si era avvicinato. E si scusò per il suo comportamento. Mi condusse in uno dei bar che maggiormente preferiva. Andammo a sederci in un angolo appartato del locale, dovevamo parlare e a lungo. Mi sedetti e presi la locandina sulla quale erano stati accuratamente inseriti i prodotti e i prezzi della caffetteria. Ordinai un semplice cappuccino con cacao e mi lasciai cullare dall'atmosfera calda del posto. Posai i miei occhi su quelli di Lucas ma non li vidi ricambiare il mio sguardo. Era assorto nei suoi pensieri e non dava segno di ripensamento. Era concentrato su se stesso e lo lasciai fare. Arrivò il mio ordine e, appoggiai le mani sulla tazzina azzurra. Nonostante fosse così piccola, riuscì a riscaldarmi e a calmarmi. Lucas aveva preso un latte macchiato e, bevendolo, si erano formati dei dolci baffetti di schiuma agli angoli della bocca. Scoppiai a ridere senza pensarci e, mi ritrovai una smorfia di imbarazzo da parte dello stesso ragazzo seduto difronte a me. Mi avvicinai per dargli una mano a ripulirsi e i nostri sguardi si incontrarono. Mi persi in quegli occhi così perfetti, nonostante fossero di un generico color nocciola. Presi il tovagliolino e cominciai a passarglielo sulle labbra. Erano così delicate e morbide che mi misi a pensare a come sarebbe stato poterle baciare. Non mi resi neanche conto ma, fu lui a prendere il sopravvento. Mi mise una mano dietro al collo e mi spinse sempre più a sé. Non capivo più niente ma mi dovevo svegliare. Non potevo lasciare che accadesse. I miei istinti dicevano di lasciarmi andare e tentare ma, la mia mente sapeva che stavo per fare l'errore più grande di tutti. Stavamo rovinando il nostro piccolo legame ma, entrambi lo desideravamo troppo. Più mi avvicinavo più il cuore mi batteva forte e il respiro si faceva irregolare. Mi guardò nuovamente negli occhi e, infine, mi diede un veloce buffetto sulla guancia. Rise e mi lasciò andare. Mi stava prendendo in giro e io, nuovamente, mi ero illusa che volesse realmente baciarmi. Tornai al mio caldo e gustoso cappuccino e feci finta di nulla.

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