Ricordi indelebili

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Qualcosa dentro di me aveva smesso di funzionare. Mi sentivo tremendamente debole e scombussolata. Non ero più in me dalla confusione e dalla rabbia. Lui non sarebbe mai dovuto tornare nella mia vita. Non avrebbe mai dovuto rovinarla. Mi diressi nella stanza di Elsa che, un tempo, doveva essere appartenuta a mio padre.

'Best, svegliati' le dissi senza nemmeno accorgermi del suo stato di dormiveglia.

'Mav, che ore sono? Ti sembra questo il modo di svegliare la tua migliore amica' mi fece notare la rossa.

Non c'era tempo da perdere. Mi coricai sul materasso morbido e la circondai con un braccio. Le raccontai tutto senza fermarmi e inutile dire che rimase senza parole. Era questo l'effetto che John faceva alle ragazze. Sapeva zittirle e mandarle in paranoia e/o in confusione con niente. Avevo bisogno di calmarmi e mi misi a fissare il soffitto di quella piccola ma accogliente camera. Il soffitto era basso e, conferiva al tutto, un'aria calda ma semplice. Le tonalità con cui erano decorate le pareti variavano dal blu freddo all'azzurro cielo. Io, invece, dormivo nella mansarda dell'enorme villa dei Witcher. Era una zona molto più ampia ma, nonostante l'apparente solitudine, conferiva un'atmosfera di tranquillità. I nonni ci avevano separate. Ognuna di noi tre aveva una stanza differente e, queste ultime erano lontane l'una dall'altra. Non ci volevano assieme e lo avevano dimostrato così tante volte che, ormai, ci avevo fatto l'abitudine.

'Mav, andrà tutto bene. Ignoralo e pensa, almeno per una volta, a te stessa' queste furono le parole di Elsa.

'Best, è complicato. Non posso fingere che non ci sia stato nulla e, se è tornato, un motivo ci sarà' dissi io con fare deciso ma confuso.

'Devi andare avanti. Hai un ragazzo meraviglioso al tuo fianco. Non vorrai lasciarlo per un tipo del genere' rispose lei con tono quasi ironico.

'Lo so bene. Il punto è che non posso fare finta di niente. Prima di chiudere, devo ottenere informazioni' dissi io.

John era un giovane adolescente di un anno più grande di me. Lo avevo conosciuto nella mia vecchia scuola perché frequentavamo un corso di canto assieme. Era simpatico, bello, gentile. O, almeno, così sembrava. Con il tempo, si era dimostrato per quello che realmente era.

Nell'istituto che frequentavo, nella cittadina di Regina, lui era considerato il ragazzo più popolare e figo. Tutte stravedevano per lui. Io, inizialmente, no. In quel periodo pensavo solo al mio andamento scolastico e non avevo tempo per relazioni futili. Con il passare degli anni, però, mi sono dovuta ricredere. Dopo circa 7 mesi di lezioni passate insieme, John mi aveva chiesto di uscire. Andava tutto bene tra noi, eravamo amici e sapevamo come divertirci. Poi, un giorno di inizio Maggio, lui mi aveva baciata. Era stato strano e mi aveva completamente spiazzata. Avevo sentito le farfalle nello stomaco e una strana felicità provenire dagli angoli più remoti del mio cuore. Era stato un momento estremamente delicato e semplice ma, al tempo stesso, passionale e sentito. Le sue labbra erano sottili ma morbide e, il suo respiro sapeva di menta. Mi aveva inebriata completamente e, sembravo non ragionare più. Eravamo seduti su una panchina,  sotto ad un sempreverde, in uno dei parchi più colorati e armoniosi del Canada. Stavamo parlando di noi stessi e di quanto fossero cambiate le cose in un così breve periodo. Quando, con fare esperto, lui si era avvicinato a me. Io non mi ero spostata e, anzi, lo guardavo con fare compiaciuto. Non riuscivo a realizzare ciò che, di lì a poco, sarebbe successo. Mi prese il viso con le mani e pose il suo sguardo nel mio. I suoi occhi erano così limpidi ma impenetrabili. Non riuscivo a comprendere né, tantomeno, a vedere la sua anima. Era tutto così strano e apparentemente impossibile. Mi persi ad osservarlo e poi, quando il suo viso fu a pochi centimetri dal mio, mi baciò. Inizialmente non provai nulla. Aveva solo appoggiato le leggere labbra sulle mie e mi sembrava solo che il tempo si stesse fermando. Poi, con agilità aprì la mia bocca e cercò di creare un vero e proprio legame con me. Inutile dire che fui sovrastata da una serie di emozioni che non avrei mai considerato mie. Mi sentivo accettata, amata e apprezzata. Ricambiai quel gesto con foga e mi ritrovai persa nei miei desideri più profondi.

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