Scelte sbagliate

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Nelle ultime settimane, la mia vita aveva subito numerose variazioni. Credevo che tutto stesse andando per il meglio e che, forse, avevo trovato un posto per me stessa. Ma ero davvero così sicura che le cose fossero realmente a posto? Si avvicinava la festività di Halloween e, come ben sapevo, a Londra aveva una sua particolare rilevanza. Avevo da sempre apprezzato l'andare a bussare alle porte delle case, facendo 'dolcetto o scherzetto e, amavo ancora di più il fatto di travestirmi in una data creatura magica o mostruosa. Si, mi piaceva molto lo stile gotico, dark e anche horror. Durante la mia infanzia, avevo sempre sognato di vestirmi come una bellissima vampira ma, essendo così piccola, il risultato non m'impressionava del tutto. Per quest'anno, invece, ero sicura che i miei piani potessero finalmente diventare realtà. Come spesso accadeva, tutto andò per il verso opposto. Quel giorno John avrebbe tenuto una festa a tema nel famoso pub a cui mi aveva invitata a Settembre. Gli avevo promesso che ci sarei stata e, avevo tutte le intenzione di mantenere la parola data. A scuola le cose andavano peggiorando, facevo sempre più assenze e, Elsa era davvero preoccupata per me. Temeva il peggio. Pensava che, un giorno, avrebbero chiamato mia zia per informarsi o, peggio, che la convocassero direttamente all'istituto. Le poche volte in cui andavo al King's College, mi sentivo sola e la tristezza prendeva il sopravvento. I voti cominciavano a calare e mi sentivo sempre più scocciata dalla mia persona e dalla scuola stessa. I compagni mi isolavano ancora e le prese in giro non mancavano di certo all'appello. Un giorno ero pure finita schiacciata contro il muro e avevo ricevuto pesanti insulti sul mio comportamento. Megan stava diventando davvero insopportabile ma, dopo aver ricevuto un pugno sul naso che mi aveva condotta in infermeria e che aveva causato la rottura di un capillare, non avevo più contrastato le sue accuse. A casa le cose andavano incrinandosi a causa del mio atteggiamento; ero spesso scontrosa e acida, anche senza volerlo. Moony era realmente in pensiero a causa del fatto che uscivo tutte le sere e tornavo molto tardi. Non sapeva più come comportarsi con me; la lasciavo sempre più senza parole. Purtroppo la mia vicinanza con John cominciava ad infastidire pesantemente anche la mia migliore amica. Non voleva neanche vederlo. Diceva che mi trattava come un oggetto e che sicuramente mi mentiva e mi stava solo usando. Non volevo neanche ascoltarla, per me era assurdo. Solo perché avevo finalmente trovato qualcuno che mi volesse veramente, sembrava volesse togliermi quel minimo di felicità trovata in un periodo così oscuro. Finimmo più volte per litigare, nonostante non fosse nostra intenzione. Le volevo davvero bene ma non volevo che si intromettesse nella mia vita sentimentale. Con il tempo, però, capii chi delle due avesse realmente ragione. La mia relazione con John stava mandato in frantumi tutto ciò che di buono avessi mai avuto dalla vita. Non avevo il coraggio, però, di distruggere la nostra relazione. Cercai in tutti i modi di allontanarmi da lui e prendere i miei spazi ma, il nostro legame era troppo saldo.
Il party di Halloween mi annoiò parecchio. C'era poco spazio per muoversi sulla pista, l'alcool invadeva la stanza e, l'odore del fumo si riversava per tutto il locale. Ero stanca di quelle feste da quattro soldi ma il mio ragazzo ci teneva parecchio e non potevo certo voltargli le spalle. Era così strano come, in un mese di relazione fossero cambiate le cose. Io stavo rinunciando a tutto pur di avere la sua approvazione. Avevo trovato più volte John ad ubriacarsi senza freni e a fumare. Non ero contenta del suo comportamento ma avevo il terrore di perderlo per un litigio. La serata procedeva lenta, della mia migliore amica non avevo notizie ma, in quel momento non avevo altro per la testa se non il sorriso e lo sguardo del ragazzo a cui ero avvinghiata.
Arrivò un fotografo contattato appositamente per l'evento e volle fare uno scatto a quella che designava come la coppia migliore della serata. Eravamo noi. Io e John. Lui mi fece fare una giravolta sulla pista e mi spinse nell'angolo indicato dall'addetto. Mi abbracciò dal dietro e scattammo una foto al quanto dolce e provocante. Non ero più io. Da quando m'importava di essere sexy davanti allo schermo? I nostri baci divennero sempre più spinti e mi stavo seriamente spaventando. Sembrava mi stesse sbranando lentamente ma con una forza che non credevo fosse sua. Lo spinsi via. Ero finalmente riuscita a ribellarmi. Perché non mi ero svegliata prima? Mi prese per un polso e mi tirò verso di lui e mi disse che quella sera sarei stata sua e non avrebbe accettato ripensamenti da parte mia. Cosa intendeva dire? Io ero già sua. Uscimmo dal locale e mi condusse nella sua auto. Era troppo presto perché mi riaccompagnasse a casa. Cosa stava facendo? Ci ritrovammo davanti ad una casetta lontana da sguardi indiscreti, isolata da tutto e da tutti.
Cominciavo ad avere paura. Mi prese in braccio, quasi come fossi la sua regina e mi condusse davanti alla porta d'ingresso. Prese le chiavi dalla tasca e, mi spinse all'interno. C'era un letto. Avevo capito; perché ero stata così ingenua. Mi voltai e gli dissi che non ero ancora pronta. Insomma, stavamo insieme solamente da 1 mese. Era davvero il caso di fare uno dei passi più importanti? Lo pregai ma, quando qualcuno si mette in testa qualcosa, diventa davvero difficile intromettersi e fargli cambiare idea. Con il poco buonsenso che mi rimaneva, chiesi di andare in bagno giusto per sistemarmi e prepararmi agli avvenimenti futuri. Pregavo di riuscire a trovare una via di fuga. Non volevo che le cose andassero in quel modo. Non dovevo essere costretta a fare qualcosa di cui non mi sentivo sicura. L'amore mi avrebbe dovuta guidare e non una voglia innata di una persona a cui pensavo di interessare. Composi il numero di Elsa e le dissi che ero in pericolo. Era fuori con Scott e sapevo non avrebbe sentito il cellulare. Tremavo. Avevo paura.
Uscii dalla stanza e cercai di fare un ulteriore tentativo. Lui mi buttò sul letto e non avevo realmente più scampo. Le lacrime presero il sopravvento. Avevo fatto davvero così tanto per quel ragazzo. Lo avevo messo al primo posto in tutto. Ero terrorizzata e la speranza cominciava a venirmi meno. Basta, non sarei più stata una marionetta nelle sue mani. Feci resistenza, mi agitati e cercai di spingerlo lontano dal mio corpo. Non volevo essere ricordata per la ragazza che si era fatta stuprare rimanendo in silenzio. No, ero una guerriera e l'avrei dimostrato in tutti i modi. Lo graffiai e, dalla ferita sgorgò un rivolo di sangue. Fece maggior pressione sul mio corpo come a volermi far affondare nel materasso. La mia mente mi rimandava all'unica cosa che mi avrebbe potuto salvare in quel momento. Piansi e la implorai in silenzio di arrivare presto. John non sembrava più se stesso. Aveva gli occhi rossi e sembrava pronto ad ottenere i suoi desideri a qualsiasi costo. Non l'avevo mai visto così. Mi era sempre sembrato un ragazzo a posto, mi aveva mostrato anche la sua famiglia e pareva vivesse con persone che provavano un certo affetto per lui. Mi prese alcune ciocche di capelli tra le dita e mi guardò con fare malizioso. Era troppo pesante e forte per me e il suo peso contrastava quello del mio esile corpo. Si slacciò i pantaloni e di proprio in quel momento che tirai un urlo. Mi mise una mano sulla bocca giusto per non farmi ripetere il gesto un'altra volta. Mi slacciò gli shorts e li sfilò via dalle mie gambe. Era troppo tardi. Gli morsi un dito in modo che lasciasse la presa sul mio viso. Gridai, nuovamente. Questa volta con più forza. Lo volevo lontano da me, in quel momento e per sempre. I miei desideri e le mie preghiere si avverarono. La porta si spalancò e vidi la figura tremante della mia migliore amica. Scott si precipitò su John e cercò di staccarlo da me. Elsa si fece avanti e mi abbracciò. Mi misi dietro di lei, non avevo più paura. Il suo ragazzo era infuriato e se la prese con colui che fino a poco prima voleva stuprarmi e gli pose delle domande. La verità venne a galla, John era fatto. Ecco il perché dei suoi occhi così rossi ed infuocati. Mia 'sorella' mi portò fuori da quell'insulsa casetta e mi fece salire sull'auto di Scott. Calò il silenzio, sapevo avrebbe voluto dirmi 'te l'avevo detto' ma, per rispetto nei miei confronti, lasciò che mi riprendessi.
Si scusò con me per il comportamento avuto nell'ultimo periodo e mi disse che lo faceva solo per me. Lo sapevo, l'avevo sempre saputo ma per un po' avevo preferito ragionare con la mia testa. Grazie al Gps nel mio telefono, era riuscita a rintracciarmi e a salvarmi prima che fosse troppo tardi. Ora era tutto più chiaro, avevo rischiato di distruggere un rapporto per salvaguardarne un altro. Ma avevo scelto male quale legame preservare e quale no. Sapevo che era realmente ferita ma, in quel momento ero troppo scossa per parlare.
Tornammo a casa e mi misi immediatamente nel letto; l'indomani avrei chiarito la situazione con tutti. Durante il viaggio di ritorno avevo scoperto che il mio presunto ragazzo faceva uso di droghe ormai da troppo tempo e che, inizialmente aveva smesso per me. Nelle prime settimane della nostra relazione, si era interessato davvero a me ma, successivamente aveva ripreso ad essere il solito badboy. Ecco spiegato il perché di tutto quel fumo e alcool prima inesistenti. John aveva da sempre utilizzato quegli strumenti come mezzo per arrivare alla felicità o ad uno stato di benessere. Venni a sapere che frequentava anche altre ragazze, nonostante io fossi la sua 'fidanzata'. Quella sera ero distrutta. Volevo solo stare da sola e riposare. Elsa non ce la faceva però a starmi distante dopo tutto quello che, insieme a me, venne a sapere. Decise di dormire con me, come la prima notte del nostro arrivo a Londra. Mi abbracciò. Mi diede un veloce bacio sulla fronte e mi disse: 'Ti voglio bene mia piccola guerriera. Sai, hai affrontato molto nella tua vita, forse troppo. Pensavi che questo fosse il ragazzo adatto a te, non fartene una colpa, vedrai che un giorno sarai felice. Nonostante tutto, io sarò al tuo fianco.'
Dopo queste meravigliose parole, chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dal mio inconscio.

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