Cambiamenti notevoli

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Sono passate due settimane dal mio trasferimento dalla piccola e calda cittadina di Regina alla metropoli affollata e cupa di Londra. Sono cambiate molte cose da quando sono partita. Ho cominciato a perdere fiducia in me stessa, soprattutto a causa degli ultimi avvenimenti. I cambiamenti non mi sono mai piaciuti e, ora come ora, posso solo dire di aver capito di odiarli completamente. Fortunatamente, i rapporto familiari si sono rafforzati sempre di più. Io e mia zia siamo ancora più unite e, io e Elsa siamo inseparabili. La casa ha definitivamente acquisito personalità. Tutti gli immobili sono stati sistemati secondo un piano preciso e dettagliato. Ora la nostra villetta possiede tutti i comfort necessari alla soddisfazione dei nostri bisogni. Ci siamo concesse il lusso di comprare una tv a schermo piatto nuova di zecca e due di seconda mano; insomma, finalmente avevamo il nostro 'nido'. Eravamo riuscite a completare i contratti relativi alla bolletta della luce, del gas e dell'acqua e ne avevamo stipulati altri relativi al telefono, a internet e ai canali tv.
La nostra abitazione è completa e non potrei esserne più felice. Tutto ciò che desideravo era trovare un posto per me stessa in cui essere felice e stare bene e quello lo era davvero. In quella piccola casetta azzurra posta su due piani, mi sentivo sicura e protetta. A scuola, invece, tutto andava via via peggiorando. Dalla mia piccola 'discussione' con Megan, le cose si erano complicate notevolmente. In classe, inizialmente ero solo ignorata mentre, ora, ero lo zimbello di tutti. Un giorno avevo trovato, attaccate a tutti gli armadietti, alcune mie foto di alcuni momenti particolari della mia adolescenza, sulle quali vi erano scritti degli insulti. Io ed Elsa eravamo stanche di quel trattamento (si, avevano deriso anche lei, nonostante nella sua classe fosse la benvenuta) e così, siamo andate dalla preside ad esporre il problema. Inutile dire che non ottenemmo risultati. Megan continuava in tutti i modi a cercare di farmela pagare e, la cosa non mi andava per niente a genio. La volevo lontana dalla mia vita e, soprattutto non volevo toccasse ciò che di più caro avevo. Stava esagerando ma io ero pur sempre quella nuova e non potevo far altro che starmene zitta in un angolo, in attesa che tutto cessasse. Dopo due settimane dalla mia domanda di lavoro, avevo finalmente ricevuto risposta. Io e la mia migliore amica eravamo state accettate allo 'Snog', dove si vendeva Frozen Yogurt. Non potevo essere più felice. Dopo quel lunedì così duro e catastrofico, dopo essere ritornata a casa e aver mangiato, io e mia 'sorella' ci eravamo dirette al negozietto del nostro stesso quartiere. Avevamo fatto il colloquio, ovviamente ognuna per conto suo ed eravamo tornate a casa. Era snervante aspettare una risposta dal 'lavoro' dei tuoi sogni. Ero costantemente in ansia ma non volevo comunque perdere le speranze. Quando scoprii di essere stata accettata, non potei far altro che saltare dalla gioia. Il mio turno cominciava alle 14 e finiva alle 17. Io ed Elsa avevamo richiesto, come prima giornata, di lavorare insieme. Era il 22 Settembre, una domenica come tante altre ma non per me. Ero carica e non vedevo l'ora che arrivasse il pomeriggio. Mi ero alzata presto ed ero andata a prendere lo scatolone arrivato la sera prima da 'Snog'. Aprendo quel grande contenitore in cartone, vi trovai dentro le divise che io e la mia migliore amica avremmo dovuto indossare di lì a poco. Erano delle semplici T-shirt sui toni del rosa confetto con, al centro, un ellisse con all'interno la scritta rappresentativa del marchio. Nello scatolone vi erano anche i grembiuli neri che avremmo dovute mettere sopra i nostri leggins o jeans e dei cappellini dello stesso colore delle maglie con la medesima scritta. Insomma, cominciavo ad amare seriamente quel posto. Inoltre, trovai due cartellini sui quali erano stati riportati il mio nome e quello di Elsa.
Corsi immediatamente a svegliare la mia migliore amica per farle vedere la sorpresa. Eravamo estasiate e cariche ma, anche un po' titubanti e ansiose. Preparai la colazione: uova con bacon, come piaceva a noi e mi sedetti a mangiare. Accesi la televisione per sentire le ultime notizie relative alla cittadina londinese e poi misi sui canali relativi alla musica moderna. Erano le 8.30h e, rispetto al solito, era relativamente presto. Si, io ero una dormigliona e lo stesso valeva per mia 'sorella' ma, quella era una giornata importante e, non ero riuscita a trattenermi ed a restare nel letto così a lungo. Tornammo in stanza e ci preparammo allo studio, giusto per aver svolto tutti i compiti ed essere pronta per l'indomani. A partire dalla terza settimana, sarebbero cominciati i vari test sia orali che scritti e, entrambe volevamo essere pronte. Preparai tutte le materie per il giorno successivo, la maggior parte dei compiti li avevo svolti dopo il rientro da scuola, di sabato pomeriggio ma, purtroppo, non avevo ancora finito. Arrivò presto l'ora di pranzo e, Moony aveva passato la notte in ospedale ed era rimasta a letto tutto il giorno. Mia zia era una dottoressa anzi, una cardiologa. Insomma, si occupava di malattie relative al cuore. Così decisi di preparare il pranzo anche per lei, giusto per non lasciarla a stomaco vuoto o fare in modo che facesse tutto da sola. Cucinai delle pietanze veloci ma nutrienti; io ed Elsa avevamo bisogno di energie. Presi un vassoio dalla credenza e vi poggiai sopra i piatti che avevo precedentemente preparato. Entrai in camera di Moony, la svegliai delicatamente e le porsi il pranzo. Mi ringraziò e mi fosse di comportarmi bene durante il pomeriggio. Evidentemente non si ricordava del lavoro part-time per il quale eravamo state accettate. Chiusi la porta e tornai in camera mia. Ero ancora in pigiama e, rischiavo di perdere tempo in cose futili. Avrei finito di studiare al mio rientro. Andai in bagno, mi lavai il viso e i denti. Mi vestii con i miei soliti leggins neri, la maglia del negozio, il cappellino e le mie zeppe. Mi truccai con eye liner, matita nera, mascara e lipstick rosa lucido. Non amavo strafare, non a caso ero una ragazza semplice. Mi misi un po' del mio profumo preferito e mi diressi in camera. Elsa era pronta e mi aspettava seduta sul letto; presi una delle mie vecchie borse e vi misi dentro il cellulare, il portafoglio e qualche caramella. Uscimmo di casa e scrissi un messaggio a Moony giusto per avvisarla e non farla spaventare. Erano circa le 13.40h e la yogurteria distava un quarto d'ora a piedi. Arrivammo fortunatamente in orario e ci preparammo a quello che sarebbe stato il nostro mestiere per un po'. Il capo arrivò e ci assegnò i compiti da svolgere durante il nostro turno lavorativo. Dovevamo sistemare lo yogurt precedentemente preparato nelle varie vaschette, prendere dal magazzino le varie coppette e coni in modo tale da non rimanere senza contenitori, sistemare i tavolini, servire tutti coloro che ordinavano ed essere generose con le porzioni e gentili con i clienti. Il nostro supervisore se ne andò lasciandoci sole in quel meraviglioso paradiso. Il nostro turno era cominciato. Il negozio apriva alle 15.00, perciò, avevamo circa 1h per sistemare e preparare il necessario.
Mi girai verso Elsa e le dissi: "Che la sfida abbia inizio!"
Mi guardò e scoppiò in una fragorosa risata e disse: "Good Luck Sweety."

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