2. Sono le persone che incontriamo a cambiarci

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Durante il viaggio in aereo fu difficile cercare di ignorare gli sguardi delle persone che lo squadravano da capo a piedi.

La maggior parte erano da ragazze, e Jonathan sapeva anche il perché. Sapeva di suo di non essere un brutto ragazzo. Aveva un fisico niente male, nonostante fosse snello e alto, ma la cosa che attirava di più la persone era il suo particolare colore di capelli, biondo tendente al bianco, proprio come suo padre.

Jonathan notava sempre più spesso che la gente lo guardava e non mancavano le occasioni di ricambiare gli sguardi. Si ricordò che non molto tempo prima aveva restituito uno sguardo ad una bella ragazza e che avevano continuato a guardarsi per circa due minuti, fino a quando lei aveva deciso di venirgli a parlare.

Fortunatamente Jonathan non era solito dare del filo da torcere ai mondani e aveva cercato di essere breve di discorso ma coinciso facendole capire che non gli interessava.

Sull'aereo diretto verso la Svizzera successe più o meno la stessa cosa. Una ragazza con i capelli neri e gli occhi marroni lo guardò a intermittenza per tutta la durata del viaggio da Parigi a Basilea.

Essendo sulla stessa fila di Jonathan era piuttosto facile notare i suoi sguardi, e questa volta si concesse l'opportunità di squadrare quella persona a sua volta. Era molto bella e Jonathan non era mai largo di maniche a giudicare. Le sue curve erano molto visibili e pronunciate.

Si stupì di stare pensando a quella ragazza come un possibile oggetto di piacere, quando quello che vide interruppe i suoi pensieri sulla bellezza della ragazza. Quando lo notò rimase scioccato per non averlo visto prima. Sulla mano aveva uno strano simbolo. La runa della chiaroveggenza

Quindi anche lei era un possibile nemico, ma Jonathan faticò a pensare che dovesse essere una di loro, una di quegli Shadowhunters corrotti dal potere.

Comunque stava di fatto che probabilmente anche la destinazione di quella ragazza era Idris e fu in quel momento che decise che alla prima occasione sarebbe andato a parlarle.

Nel frattempo si godette il suo viaggio in aereo verso la capitale dei Nephilim.

Passo circa un'ora dall' inizio del viaggio e quando l'aereo atterrò Jonathan utilizzò una runa dell'invisibilità per eludere la sicurezza. D'altronde non poteva farsi beccare con quell'infinità di armi addosso tra cui spade e coltelli.

Fortunatamente gli unici Shadowhunters che scesero da quel volo erano solo lui e la ragazza che aveva adocchiato durante il viaggio.

Per arrivare a Idris non si potevano utilizzare mezzi pubblici come autobus o treni, perché la lo stato era protetto da barriere che non consentivano l'accesso ai mondani e che tele-trasportavano direttamente sul confine dello stato mondano opposto, come se Idris non esistesse.

In questo modo tutti i Nephilim che dovevano andare ad Alicante dovevano farsi la strada a piedi.

Fortunatamente il ragazzo che aveva ucciso e di cui doveva prendere il posto, Sebastian, aveva acquistato un volo per la città di Basilea, la quale si trovava sul confine nord della Svizzera, relativamente vicino allo stato dei Nephilim.

La strada non era molta, solo pochi chilometri, che avrebbe percorso molto più volentieri in compagnia piuttosto che da solo. Così, una volta stabilita la direzione in cui andare, decise di fare conoscenza con la Shadowhunter.

La maggior parte dei Nephilim era spavalda e fiera di se. Questo faceva in modo che non ci dovessero essere troppi problemi a fare conoscenza gli uni con gli altri, specie considerando che ormai erano diventati una minima parte della popolazione mondiale.

Jonathan, prima di fare qualsiasi cosa, avrebbe dovuto camuffarsi per sembrare il più possibile a Sebastian Verlac, così in un bagno dell'aeroporto si tinse i capelli di nero e si assicurò di mantenere sempre il sorrisetto che Jonathan gli aveva visto tenere all'aeroporto di Parigi.

Quando uscì all'aperto, Jonathan fu sorpreso di notare che la ragazza era ancora lì e sembrava che stesse aspettando qualcuno. Notò anche che era piuttosto alta, ma non quanto lui.

Così Jonathan le si avvicinò e si presentò, ovviamente con il suo falso nuovo nome: "Ciao, io sono Sebastian."

La ragazza di tutta risposta disse: "Ehilà, il mio nome è Beatrice. Piacere di conoscerti."

Jonathan vedendo il suo sorriso rimase senza parole. Era disarmante e combinato alla sua bellezza fece di lei la persona più bella che avesse mai visto. Dopo se stesso, ovviamente.

Quando riprese a parlare, Jonathan prestò molta attenzione ai suoi occhi.

"Perché ti sei tinto i capelli? Se vuoi una mia opinione stavi molto meglio prima."

In effetti non aveva considerato che altri Nephilim avrebbero potuto notarlo sull'aereo e poi scendendo si sarebbero domandati la ragione di quel cambiamento di colore. Avrebbe dovuto pensarci meglio prima di commettere quell'errore. Così rispose:

"Non me li sono tinti, in realtà è questo il mio colore naturale e ho dovuto rimuovere la tinta perché i miei zii non sono mai stati d'accordo sul cambiamento della propria immagine. Lo faccio per loro."

Beatrice rispose: "Credo che dovresti essere libero di fare tutto quello che ti va." Jonathan non ebbe il tempo di rispondere che lei ricominciò a parlare. "dovremmo sbrigarci se vogliamo arrivare nel giro di due giorni ad Alicante. La strada non è molta, ma ci conviene iniziare ad andare"

Lo disse come se si conoscessero da anni, e in quel momento Jonathan si rese conto che Beatrice stava aspettando proprio lui, così chiese: "Quindi stavi aspettando me per andare? Perché?"

"Perché non ho intenzione di andare da sola fino ad Alicante" e con tono sarcastico disse "e poi in caso di un attacco nella foresta di Brocelind de parte dei vampiri o dei lupi mannari, un ragazzo muscoloso come te non avrebbe nessuna difficoltà a difendermi. "

Jonathan si sorprese a stare sorridendo. Quella ragazza gli piaceva. Così decise di rispondere con sarcasmo a sua volta. "Okay. Allora faremo meglio ad andare prima che arrivi la notte e che i vampiri ci attacchino e ci uccidano."

Jonathan sapeva che i vampiri non lo avrebbero mai sopraffatto, nemmeno in un gruppo di cento individui. Dentro di lui scorreva sangue di Shadowhunter ma anche sangue di demone e questo gli concedeva una forza straordinaria.

Così iniziarono a camminare verso Alicante.












Shadowhunters: Ciò che nessuno sa di Jonathan Christopher MorgensternDove le storie prendono vita. Scoprilo ora