4. Il valore dell'amore

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Era davvero molto bella, pensò Sebastian mentre cercava di prendere nuovamente sonno.

Beatrice era una di quelle persone di cui non ti stanchi mai di guardare. Era bellissima, e perfino infilata nel sacco a pelo si potevano vedere le sue curve. Aveva un viso davvero stupendo.

Si chiese se quello che provava era l'amore che secondo la madre lui non era in grado di provare. Nonostante fosse il primo sogno della sua vita, faceva fatica a credere che fossero tutte menzogne quelle dette dalla madre. Ma come aveva fatto a entrargli nella testa? L'aveva vista solo una volta, a Renwick, quando Valentine la portò, già in stato di coma, nell'antica residenza dei Pangborn.

Si ricordò che il primo pensiero spontaneo che gli venì da elaborare fu "E che somiglianze ho con lei?" Ma non pose mai la domanda al padre per paura di essere troppo insensibile o diretto.

Dopotutto i due, Valentine e Jocelyn, non si vedevano da quindici anni, da quando lei scappò con Clarissa ancora in grembo.

Ma come poteva essere entrata nei suoi sogni se era ancora in coma? o forse non era lei ad essere entrata, ma era la coscienza di Sebastian che cercava un modo di discolparsi...

I suoi pensieri furono interrotti dallo sguardo di Beatrice. In qualche modo doveva averla svegliata, e ora era stato sorpreso mentre la fissava nel sonno, come uno psicopatico.

"Bhe...so di essere bella, ma addirittura fissarmi a tradimento mentre dovresti fare la guardia, mi sembra un po esagerato." disse lei con tono divertito.

-Per fortuna l'ha presa sul ridere- pensò Sebastian.

"Mi sono perso nei miei pensieri Bea, se dovessi guardare qualcuno guarderei me stesso"

"Ehi ehi, ci siamo svegliati egocentrici, vero...Seb?"

Accompagno il suo soprannome con un occhiolino, che fece rabbrividire Sebastian. Se quello era l'amore che faceva effetto su di lui, allora preferiva rimanerne senza.

Ma fu esattamente in quell'istante che entrambi si accorsero di uno scricchiolio proveniente dalle profondità buie del bosco, accompagnato da un suono terribile i sibili disumani.

Vampiri. I figli della notte. O come li chiamava suo padre, luridi Nascosti dannati senza anima.

Decisero di entrare nella zona illuminata creata dalla Stregaluce.

Erano un gruppo di una trentina di individui ma ciò che sorprese di più Sebastian fu Beatrice, che balzò in piedi veloce come aveva visto fare da pochi Nephilim, ad esempio come lui e Valentine.

Armata di una spada angelica e all'urlo di "Raphael" attaccò il membro del branco più vicino e con agilità magistrale taglio in due il busto dell'avversario, facendolo cadere in ginocchio e poi a terra, abbandonato alla pozza di sangue da lui stesso creata.

Non ci volle un attimo prima che un vampiro, armato di artigli, assalisse Beatrice alla schiena, affondando le dita in essa.

Un urlo lacerò l'aria e Beatrice cadde a terra, svenuta.

In un impeto di rabbia, Sebastian si alzò dalla sua posizione, e con una facilità immonda prese per gli abiti il vampiro, che aveva assalito Bea, e lo scaglio venti metri più in là.

Tale forza gli era stata concessa dal sangue di demone, che lo rendeva praticamente invincibile e che scorreva in lui in quantità maggiore al sangue di angelo, corrompendolo ogni giorno sempre di più.

Con un minimo sforzo sollevò Bea e con un balzo raggiunse un ramo di un albero sufficientemente alto perchè i vampiri impiegassero un po a raggiungerli. Con lo stilo tracciò un iratze sulla schiena di Bea. Era davvero liscia candida e fresca, come la pelle di un angelo.

I suoi pensieri sulla bellezza di Bea vennero interrotti da un vampiro, che arrampicandosi li aveva quasi raggiunti. Così Seb appoggiò delicatamente Bea sul ramo dell' albero e si butto a capofitto nella massa di vampiri, trascinando con se anche l'arrampicatore.

Non aveva mai combattuto realmente contro un gruppo così numeroso di vampiri, da solo. -C'è sempre una prima volta per tutto- pensò Sebastian, che, sfoderando Fosforos, la sua spada, iniziò a menare fendenti precisi e letali a destra e a manca, uccidendo circa diciotto individui.

I vampiri però non furono stupidi, e vedendo la decimazione che Sebastian aveva calato su di loro, decisero di ritirarsi nelle profondità oscure del bosco di Brocelind.

Dopo aver riportato a terra Bea, Sebastian medicò meglio le sue ferite con svariati iratze, e dopo un attesa di tre o quattro ore, che per Sebastian durarono un'eternità, finalmente Bea aprì gli occhi, i suoi splendidi occhi color nocciola, dello stesso colore delle foglie d'autunno, quasi tendenti al rosso, e lo guardarono: "Grazie" sussurrò Bea. Poi li richiuse per potersi riposare.

Poche ore dopo, all'alba, Beatrice si svegliò, questa volta notevolmente più in forze, e la prima cosa che fece fu abbracciare Sebastian, ringraziandolo per averla salvata e per le cure.

L'imbarazzo di Sebastian nel sentire il suo corpo premuto contro quello di lei era indescrivibile. Mai aveva provato tanta angoscia per il contatto con una persona, ma ciò non gli impedì di ricambiare l'abbraccio e sussurrare: "Non c'è di che"

Era tutto così perfetto. La sensazione di imbarazzo era orma sparita e si sentiva in pace con se stesso, si sentiva un tutt'uno con Beatrice.

Avrebbe voluto rimanere abbracciato a lei fino al tramonto, ma lei si staccò e disse: "Dobbiamo incamminarci il prima possibile, per arrivare a Idris nel pomeriggio. Avremo tempo di abbracciarci più tardi."

Sebastian non sapeva se sentirsi a disagio o felice per quelle parole.

Così semplicemente si incamminarono, l'uno accanto all'altra, mentre vedevano il sole freddo dell' inverno salire, per dare vita a quella nuova giornata.

"A me le mattine piacciono tanto, sono così ricche di possibilità!" disse Sebastian.

"Se la metti sotto questo punto di vista hai ragione, però dormire non è niente male."

Sebastian rise, ma non con la sua solita risata malvagia, ma con una risata di divertimento puro. Quella ragazza era speciale, forse lo avrebbe aiutato a cambiare, a diventare ciò che aveva sempre voluto essere, ad essere una persona per bene, un vero Shadowhunter.

Si. Se lo sentiva. Lei era quella giusta.



Shadowhunters: Ciò che nessuno sa di Jonathan Christopher MorgensternDove le storie prendono vita. Scoprilo ora