13. Il terrore nella montagna

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Idris, Luglio, 2004

L'estate a Idris non era come nel resto del mondo. Lì le persone non si mettevano fuori di casa a prendere il sole per abbronzarsi, o andavano in piscina per rinfrescarsi.

Durante l'estate la routine di vita dei Nephilim rimaneva la stessa, solamente che diventava tutto quanto più faticoso. Ad esempio allenarsi diventava l'inferno in terra, ma Jonathan, mantenendo la sua reputazione di ragazzo ribelle, si sdraiava spesso sull'erba della radura in parte a casa per cercare di far prendere colorito alla sua pelle completamente bianca.

Secondo lui non cambiava per niente, ma togliendosi l'anello di Axel Mortmain dal dito si rendeva conto di quanto la sua pelle diventasse scura nel periodo estivo. Non cambiava molto, ma la differenza era sostanziale.

Capitava sempre più spesso che Valentine evocasse demoni superiori sempre più potenti, e tutti utili ad un solo scopo. La creazione di un libro di rune Nephilim Oscure.

Normalmente gli Shadowhunters imparavano a disegnare le rune tramite il famosissimo Libro Grigio, la cui copia originale fu donata a Jonathan Shadowhunter direttamente dall'angelo Raziel.

Come per tutti i Nephilim, anche per Jonathan, era compito imparare gran parte di quelle rune, ma il padre voleva di più.

Poiché metà demone e metà angelo, poteva possedere delle rune angeliche, quindi Valentine si chiese se magari fosse possibile creare delle rune demoniache, per fare in modo di poter sfruttare l'intero potenziale di quella combinazione unica.

Così, nel corso degli anni aveva studiato ed evocato dei demoni, per farsi aiutare nella creazione di un linguaggio degli inferi.

Per quanto ne sapeva Jonathan questa storia andava avanti da cinque anni, ma poteva anche essere un progetto portato avanti da Valentine da tutta la vita.

Qualunque fosse la risposta a quel quesito, a Jonathan non importava. Voleva solo sapere dove andava tutte le volte ad evocare i demoni.

Lo scoprì proprio in quella sera afosa di luglio, grazie ad un boato proveniente dalla montagna che creava la valle dentro la quale era stanziata casa Morgenstern.

Individuare il luogo di provenienza non fu difficile, perché da un punto soltanto della montagna usciva un rivolo di fumo rosso che saliva in cielo, fino a formare una nuvola quasi insignificante, la quale si dissolveva al minimo soffio di vento.

Così, una volta salito in groppa a Termion, si diresse verso la montagna per vedere da cosa era stato provocato quel boato.

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Ormai Termion non aveva più paura di nulla. Ne aveva viste di tutti i colori, ma soprattutto dopo l'episodio dell'evocazione di Axel Mortmain, non aveva più timore.

Era proprio come il padrone. Temerario, coraggioso e pronto a spingersi al limite.

Una volta arrivati all'imbocco della caverna, Jonathan scese da cavallo, e accarezzandolo gli disse: "Stai qui e non muoverti, torno subito".

Termion gli obbediva sempre, probabilmente per via del fatto che i due avevano un rapporto quasi fraterno. Era l'unico amico che avesse mai avuto.

Accendendo la stregaluce, entrò nella caverna, senza far caso al vapore rosso che gli irritava gli occhi.

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Non trascorse molto tempo, prima di trovarsi di fronte al primo problema.

Shadowhunters: Ciò che nessuno sa di Jonathan Christopher MorgensternDove le storie prendono vita. Scoprilo ora