Otto

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Come aveva potuto Louis non parlargli per tre giorni? Non un messaggio, non una chiamata, niente. Sarebbe potuto non sembrare tanto tempo, ma lo era. Tre giorni era davvero tanto tempo, specialmente quando tutto quello cui riusciva a pensare era lui che lo baciava e ridacchiava.

Harry – essendo testardo – si era rifiutato di parlare con lui, all'inizio. Era seduto e fingeva di fregarsene, anche se gli importava davvero. Gli importava davvero tanto.

Morse il suo labbro e tirò fuori il telefono. Cliccò sul nome del contatto e lo portò all'orecchio, aspettando di sentire la sua voce.

"Hey Harry", lo salutò Zayn. Harry si rilassò immensamente al suono della voce del suo amico. I genitori di Zayn e quelli di Harry erano stati amici per anni, quindi Harry e Zayn erano sempre stati intimi.

"Hey, Z. Posso chiederti una cosa?", chiese Harry. Il suo ginocchio che rimbalzava mentre si sedeva sul suo letto e aspettava pazientemente la risposta dell'altro ragazzo.

"Ovviamente".

"So che sei amico di Louis ed è uno stronzo?", chiese Harry velocemente.

"No. E' davvero un bravo ragazzo. Perché?", chiese Zayn di rimando. Harry abbassò lo sguardo sul pavimento, accigliato.

"Perché ho passato le ultime due settimane e mezzo con lui e ora non mi parla", spiegò Harry. Onestamente non gliene sarebbe importato se Louis avesse risposto al suo messaggio di tre giorni fa. O alla sua telefonata.

"Chiamalo", gli disse Zayn. Harry sospirò e si stese sul suo letto, guardando il soffitto.

"L'ho fatto. Non ha risposto", spiegò Harry.

"Va a casa sua", disse Zayn. Harry ponderò l'idea e sospirò lentamente.

"Sì, okay. Possiamo uscire uno di questi giorni? Non ti vedo da tanto tempo", chiese Harry. Da quando Zayn e Perrie stavano insieme, Zayn passava un sacco di tempo con lei.

"Lo so. Facciamo qualcosa questo fine settimana, okay?".

"Suona bene. Comunque, vado", si congedò Harry.

"Ciao!".

Harry riagganciò e continuò a fissare il soffitto. Louis si sarebbe arrabbiato se fosse andato da lui? Sarebbe stato lì?

Decise di provare, quindi si cambiò velocemente i vestiti e acconciò i suoi capelli. Lavò i denti e mise il deodorante. Era nervoso e irrequieto mentre scendeva le scale e Robin uscì dalla cucina per vederlo.

"Esci?", chiese con noncuranza. Harry annuì con la testa e si chinò per mettere le scarpe.

"Vado da Louis, va bene? Tornerò per cena", gli disse Harry. Robin annuì e si voltò. Harry uscì dalla porta e il sole di metà pomeriggio era caldo contro la sua pelle. Camminò velocemente verso la sua macchina così da poter accendere l'aria condizionata.

Il viaggio verso casa di Louis fu breve e Harry stava provando a fermare il suo cuore dal battere veloce. Perché era così nervoso? Era solo Louis.

Scese dalla sua macchina e fece il breve tragitto verso l'ingresso. Riusciva a vedere dei nuovi disegni fatti con il gesso sul vialetto e sorrise leggermente alla vista.

Alzò la mano e bussò gentilmente alla porta. Riusciva a sentire le persone che si muovevano dall'altro lato e prese un respiro. La porta scricchiolò mentre si apriva e rivelò una bella ragazza bionda.

"Ciao", disse a disagio. Lei gli sorrise e aprì di più la porta.

"Ciao. Louis è di sopra. Sei qui per Louis, giusto?", chiese lei. Harry annuì debolmente e fece un passo nella casa sconosciuta. Profumava di bucato fresco e poteva vedere giocattoli sparsi ovunque.

Killing Time - Larry Stylinson (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora