Idra.

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La luce del sole penetró nella cameretta di Jason, facendolo svegliare. 

Per lui era una rottura alzarsi la mattina presto. Soprattutto se si doveva andare a passare un noiosissima estate in vacanza a River Lake, un borghetto tranquillo nel Connetticut. 

Mise i piedi a terra e si trascinò verso il bagno. Aprì l'acqua e riempì il lavandino, si sciacquò la faccia con l'acqua fredda. Aveva bisogno proprio di svegliarsi. 

Si risciacquò  una seconda volta il viso e rimase a guardare il volto bagnato davanti allo specchio sopra il lavabo.

 Le punte dei suoi capelli ricci e castani erano bagnate e come al solito si soffermò  guardare un particolare che lui odiava, i suoi occhi di colore diverso, rispettivamente il destro azzurro e l'altro castano. Odiava solo questo di lui, effettivamente non era un brutto ragazzo, naso minuto orecchie piccole, di abbastanza alto e anche atletico dato che da molti anni praticava il nuoto. 

Ma lui odiava i suoi occhi, a volte metteva pure delle lenti a contatto per evitare che gli altri intorno a lui notassero il colore.

Finì di prepararsi, mise un paio di jeans comodi la sua maglietta preferita con sopra LeBron, prese il borsone e si fiondò di sotto per fare colazione.

"Ah eccoti!" esclamò sua madre, una donna minuta e graziosa dai capelli biondi e ricci.

La statura di sua madre era molto diversa dalla sua, dato che lui era quasi un metro e ottanta e sua madre a mala pena raggiungeva l'uno e sessanta.
"Dai sbrigati, papà ci aspetta in macchina!" disse,
"Hai dimenticano nulla? Caritore, telefono?" aggiunse.

"Si mamma, ho preso tutto..." rispose il ragazzo abbastanza seccato dalle domande della madre.

Posarono il bagaglio e salirono in macchina, suo padre era già al guida, con i capelli scuri tutti arruffati e gli occhiali che incastonavano gli occhi ghiaccio nel suo volto magro, ma simpatico.

"Dai andiamo, ci aspettano 4 ore di viaggio" disse il padre.

"Wow, 4 ore di pura follia" pensó ironicamente il ragazzo sentendo l'affermazione del padre.

Il sonno cominciava a calare dopo i primi 15 minuti di strada e senza neanche rendersene conto Jason stava sognando. 

Vide delle immense praterie, una tempesta, macerie. 

Corpi, sangue... due figure incappucciate, una specie di lucertola gigante e un'idra, una creatura mostruosa, ma di un colore assurdo, un celeste così intenso che quasi faceva sembrare le squame del titano diamanti.

Poi vide un mago e una specie di umano ma di un colorito strano. Poi vide una luce... E... Un cerchio? Un pentagramma? Jason era confuso.

Una voce lo svegliò da quel suo strano sonno: "Jason? Svegliati siamo arrivati!" era sua madre.

Il ragazzo aprì gli occhi a fatica, si trovò davanti un immensa campagna, ricca di verde e con degli alberi ai piedi di una collina. Lui era davanti ad una bellissima casa, tutta tinta di bianco e con le finestre verdi. Il ragazzo raccolse tutte le sue forze, prese il borsone ed entrò.

Rimase quasi sbigottito dalla bellezza della casa. Vi erano due scale che portavano al piano superiore, una porta a destra che conduceva ad un salotto molto carino e moderno. La porta a sinistra invece conduceva ad una cucina, con un porta che affacciava su un giardino all'inglese ben curato. C'era anche qualche sdraio e una piccola fontana.

"Ma, per curiosità, quanto è l'affitto?" disse il ragazzo di fronte a cotanta bellezza.

"La vera bellezza è il prezzo! Solo 500 dollari per due mesi! È fantastico un vero affarone!" gli rispose.

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