Arciere.

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Jason si svegliò alle nove del mattino. La luce irradiava il suo viso scaldandolo con il suo dolce tepore.

Si alzò, fece una doccia, si asciugò in fretta e  mise una tuta comoda.

C'era qualcosa nell'aria, era più frizzante del solito e i segni di richiamo nel petto oggi formicolavano leggermente. Strano, non sapeva darsi una spiegazione.

Oggi i suoi genitori erano andati in città, quindi non ci fu il bisogno si inventare nulla per uscire.

Arrivò velocemente e la rivide lì, seduta sotto lo stesso albero. Ormai aveva fatto l'abitudine alla stranezza quindi sapeva perfettamente che Kuros albergava nella sua mente, ma la cosa non gli dava fastidio.

"Ciao! Certo che sei una gioia, quanta felicità!" disse ironicamente il ragazzo sfoggiando un sorriso per schernire il famiglio.

"Certo, rompi che è una meraviglia!" rispose guardando negli occhi il ragazzo.

Quell'eterocromia così particolare, con i suoi ricci  lo faceva somigliare maledettamente a Lucas. Doveva venirne a capo. La situazione era troppo strana.

"Beh, ti ho promesso che ti avrei insegnato a creare armi con il tuo elemento, dovremmo combattere noi famigli, metaforicamente ovviamente, la verità è che vi ammazerete tra voi. Noi vi staremo... Beh... vicini, per darvi potere"

"Che vigliaccheria, certo che siete proprio fifoni per reputarvi padroni degli elementi" disse sghignazzando il ragazzo per nulla preoccupato.

Ostentava sicurezza, cosa che non capiva.

Stava andando in guerra, ed era... Felice?

"Beh, dovresti dirmi con cosa combatti meglio"

"Sai com'è a scuola non facciamo corsi di omicidio per professionisti, quindi non saprei dirti"

"Metti da parte l'acidità carino, devo capire per cosa sei portato" disse pensieroso il famiglio.

"Ci sono!" rispose con sguardo malizioso il ragazzo "Non te l'ho detto, ma oltre ad essere un eccellente nuotatore sono anche bravo nel tiro con l'arco, ho vinto molti premi"

"Va bene ora starò a guardare, dandoti potere mentre ti eserciti. Immagina di avere arco e frecce tra le mani. Immagina il potere, la forza, la velocità, la corda che scocca. Ogni particolare di quando praticavi ciò, così facendo avrai l'arma."

Si concentro, chiuse gli occhi e Jason si rivide in palestra a fare tiro con l'arco.

Aprì gli occhi aveva un l'arma tra le mani, non si stupì più di tanto. Sapeva cosa fare, non c'era più bisogno che Kuros spiegasse.

"Bene, impari velocemente. Alzerò dei bersagli d'acqua, vediamo che riesci a fare"

Schioccò le dita e dal laghetto emersero dei fantocci fatti d'acqua.
"Per creare la freccia..."

Kuros non ebbe tempo di finire, il ragazzo tese l'arco d'acqua creando la corda e una freccia anch'essa d'acqua.

Jason ordinò alle particelle di idrogeno e ossigeno nell'aria di creare un dardo attorno alle sue dita, che si incastonò tra la corda e la fessura dell'arco acquatico.

La freccia era leggermente ghiacciata, il bello di avere il potere dell'acqua e che potevi raffreddarla quanto volevi.

"Sta a vedere" disse ammiccando al famiglio.
La freccia, pur essendo poggiata ancora all'arco, sferzava l'aria.

Kuros capì, la tecnica del proiettile d'acqua sulla freccia, geniale. Quel ragazzo era una scoperta.
Kuros sorrise e chiuse gli occhi, sapeva dove sarebbe finite la freccia.

Il dardo colpì ad un velocità allucinante la testa del fantoccio, facendolo ritornare nel lago. Era talmente tanto veloce che Jason stesso dubitò se avesse scoccato.

Ripeté il gesto con gli altri 5 fantocci, caricando le frecce ad una velocità disarmante.
Si stupì di se stesso.
"Modestamente i risultati si vedono" disse il ragazzo "Sono bravo. Ovviamente, la modestia e anche una mia dote" disse buttandosi sull'erba fresca.

Il ragazzo si voltò verso la Kuros, stava pre aprire bocca quando il famiglio disse con faccia seria:
"Zitto" disse il famiglio "C'è qualcuno"

Sulla collina dopo il laghetto c'era qualcosa... Anzi qualcuno.
L'aria era stranamente afosa.
Jason sentiva caldo.
"Ma cos..." Senza nemmeno il tempo di finire si trovó Kuros al suo fianco.

"Preparati, abbiamo visite." Disse infine.

I suoi occhi rubino erano stranamente ardenti, sembravano pietre preziose uscite dalla lava.

La sua pelle riluceva di una strano bagliore tenue, ed emanava una potente energia. In un attimo si trasformò in idra, emettendo un boato che fece accapponare la pelle a Jason, facendolo saltare sul posto. Era alta circa 9 metri e altrettanto larga

Il ragazzo guardava il titano con occhi sgranati.

Aveva finalmente intuito, erano arrivati nemici.

"Alla teoria penseremo dopo, adesso dobbiamo combattere."

Jason non aveva visto ancora alcun nemico, nom capiva, era confuso ma si sentiva stranamente... pronto.
Un formicolare dietro la schiena lo riportò alla realta, adesso anche lui capiva quella sensazione. Pericolo.

Familiar's warDove le storie prendono vita. Scoprilo ora