Tutto d'un fiato

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"Ricordati quello che ti fa sorridere. Ricorda che l'amore è la forza che muove il mondo, la scintilla che ti scalda il cuore. Ricordati che vale la pena lottare e lottare senza mai arrendersi "- era così che la nonna mi aveva lasciato . Mi aveva dato tutto l'amore del mondo, tutte le carezze di cui avevo bisogno e mi aveva fatto capire che nella vita non bisogna mai gettare la spugna . Lei era una di quelle poche persone che sorrideva anche nelle sofferenze, che trovava l'allegria nei piccoli gesti e aveva tanto da raccontare. Aveva vissuto la guerra, abitato nelle difficoltà, nella fame, nello sconforto ma era una donna forte e quella forza l'aveva trasmessa a me. Adesso che li avevo persi entrambi .. qual'era la via giusta da prendere?

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Quel posto trasmetteva felicità. Le pareti rosse con striature che richiamavano i raggi del sole ricordavano l'estate anche nei freddi pomeriggi invernali. Entrando un odore di cannella misto a cioccolato invadeva le narici e ti lasciava stordito, come in un sogno. Avevo da sempre amato le cioccolaterie, mi davano gioia e felicità, vedere la gente sorridere davanti ad un cioccolatino, pensavo fosse una delle cose più stravaganti della vita. E fu li che lo vidi . Incerto se prendere una fragola ricoperta di cioccolato,o restare fedele a se stesso e rinunciare alla tentazione. 

 - Secondo me dovresti provare- mi avvicinai a lui senza pensarci un attimo . Si voltò con aria interrogativa e lì per lì non mi rispose. Prese una fragola e me la diede. 

 - Proviamo insieme ? - aggiunse. Avvicinai la mano alla sua ma la allontanò improvvisamente, portando la fragola in bocca. 

- Sì avevi ragione è proprio buona- mi guardò soddisfatto della scelta appena fatta e mi sorrise.

Poi andò via senza aggiungere altro, con indifferenza. Guardai quelle fragole combattuta come il ragazzo prima di me. Allungai la mano per prenderne una e sentii una mano che mi accompagnava. 

- Se la prendi sei fregata - cosa ci faceva ancora qui ? Eppure l'avevo visto andar via. Riuscii a vedere meglio ogni lineamento delicato del suo viso,era talmente vicino a me. 

- Allora rimango fedele a me stessa- aggiunsi colpita . 

- Sei una ragazza molto forte - rispose serio. 

- Tu invece sembri debole, ma probabilmente mi sbaglio-. 

- Come scusa?- sembrava colpito da quanto detto. Eppure non so perché avevo risposto così.        Andò via senza aggiungere altro, forse l'avevo ferito in qualche modo. Sentii il desiderio di correre da lui e di chiedergli scusa ma rimasi pietrificata, senza una ragione . Ero lì ferma, con lui dietro che passo dopo passo, si allontanava da me. Non sapevo neanche il suo nome.

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 Erano giorni che non facevo altro che pensare al ragazzo della cioccolateria. Avevo come un senso di colpa dentro, mi arrabbiava non aver fatto nulla per rimediare a quanto accaduto. O forse era solo voglia di rivederlo, di capire chi era e com'era entrato nella mia mente in così poco tempo. 

Andai lì, in quel posto che mi rendeva felice, forse con la speranza di ritrovarlo con la fragola in mano. Ma non c'era. Girai ogni angolo con la voglia di incrociare il suo sguardo ancora una volta, ma fu tutto inutile. Presi una fragola, aspettai il tocco della sua mano sulla mia, inutilmente. Forse mi stavo perdendo troppo nei miei pensieri per una persona che neppure conoscevo . Ero sempre così, non appena qualcuno mi entrava nella testa, invadeva automaticamente il mio cuore.

Feci per andare quando sentii la sua voce nuovamente. 

- La ragazza delle fragole - venne verso di me. 

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