Rozdział 8

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Corro. Sono sudata dalla testa ai piedi. Odio puzzare e non mi piace faticare. Ma devo. 
Il cielo ha deciso di tormentarmi. Piove. Piove a dirotto.
La forte pioggia si abbatte sul mio viso. Non riesco a vedere bene. Le lacrime delle nuvole scorrono imperterrite sopra i miei capelli, che gocciolano fino ad arrivare alla schiena scoperta dallo scollo della maglietta.
Il marciapiede lastricato è scivoloso sotto i miei piedi, e per poco non vado a sbattere contro un muro.
Mi guardo indietro e lo vedo.
Non è veloce, ma lo è abbastanza da starmi a dieci metri di distanza.
Vedo un vicolo alla mia destra e mi ci fiondo senza pensare, sperando che non mi abbia vista.
Merda! Il vicolo è cieco e il terrore si insinua in tutto il mio corpo.
Un'ombra si staglia davanti a me. Mi giro di scatto verso l'apertura della piccola stradina e lui è lì. Mi guarda con occhi crudeli e iniettati di sangue.
La pioggia qui è molto più lieve.
Si sta avvicinando lentamente, a grandi passi. In men che non si dica è a mezzo metro da me e mi fissa. Gli occhi puntati sui miei. Le sue cicatrici sono peggiori delle precedenti.
Sento il mio braccio muoversi verso il suo viso.
Lo vedo sfumare. Tutta la sua figura sta sfumando e svanendo davanti a me.

Qualcosa mi sta toccando il braccio e mi sta scuotendo dall'orribile sonno.
I miei occhi si aprono lentamente, ma non appena vedo una figura sconosciuta mi metto a sedere di scatto, impaurita e influenzata dal sogno appena svanito. Il sudore ha appiccicato i miei capelli alla faccia e scorre indisturbato sul mio collo.
Accendo la luce e mi ritrovo a guardare la pelle liscia di una barba fatta da poco di un uomo dagli occhi verdi e scrutatori.

《Max! Mi hai fatto prendere un colpo!》. Mi rivolge un piccolo sorriso timido e comincia a scrivere sul block notes che gli ho regalato.
Me lo passa e trovo ancora surreale il fatto che possa scrivere così bene.
"Scusami. Stavi urlando nel sonno. Ho pensato che svegliarti ti avrebbe fatta stare meglio."

Lo guardo con gratitudine.
《Stai molto bene rasato. Ora sembri davvero un ventiseienne.》. Fa un cenno della testa per ringraziare e mi porge la sveglia che stava sopra al comodino.
Sono le 19.30 e guardo perplessa il mio ospite.

"È ora di cena. Michelle se ne è andata vestita molto elegantemente con un uomo sulla quarantina."
《Sì, spesso la invitano a cene lussuose dalle quali non puoi sfuggire finché non sei ubriaca fradicia.》, lo scruto un attimo e aggiungo: 《Ma hai cucinato tu?》.
"Certo. Sono un ottimo cuoco."
Mi guarda con un viso fiero di sé e non posso che ridere della sua faccia. E lo sento ridere. Un suono dolce e soave che esce dalle sue belle labbra. L'unico che purtroppo sentirò, ma per ora mi basta. La melodia della sua risata mi scorre nelle vene e non riesco a non arrossire.
Quando smette di ridere, sento un vuoto sulla pancia e mi sento strana.
Mi porge regalmente la mano per farmi scendere dal letto e mi fa un inchino degno della regina Elisabetta.
Questo ragazzo è proprio curioso, mi ritrovo a pensare.

Il Cacciatore Di SogniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora