Capitolo 8

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L'abbraccio con Shinichi le aveva fatto capire tante cose. Ad esempio come venisse difficile a quel ragazzo lasciarsi andare ai sentimenti. Tutto in lui girava attorno a quella corazza, a quell'armatura che sembrava indistruttibile e che serviva a nascondere quello che in realtà lui provava. Ma Ran sapeva che avrebbe trovato il modo di farla crollare. Da quei pochi ricordi che aveva riacquistato, aveva capito che lei c'era già riuscita e che era l'unica in grado di rifarlo. Quella mattina, Ran, era uscita a fare colazione con Sonoko.
-Quindi Makoto mi ha sorriso ed io stavo già sbavando! Questo mondo senza i ragazzi sarebbe noioso! Ran, ma mi stai ascoltando?!-
Sonoko agitò la mano davanti gli occhi persi nel vuoto dell'amica. Ran sbattè le palpebre un paio di volte e poi si riprese. Sonoko incrociò le braccia e guardò Ran con sorriso furbo. Poi a bassa voce le chiese:
-Stavi pensando a Shinichi, vero? Quando pensi a lui hai sempre la stessa espressione! Avanti, dimmi cosa ti affligge?-
Ran abbassò lo sguardo e iniziò, con fare nervoso, a ticchettare con le unghie dei pollici.
-Non lo so, mi incuriosisce. Sembra così misterioso ma alla fine non è difficile capirlo-
-Tu dici? Avete sempre avuto questo rapporto simbiotico, vi capite al volo. Sei l'unica che riesce veramente a comprenderlo perché ti assicuro che é piuttosto complicato-
Lei aveva imparato a conoscerlo e non era difficile. Ma a meravigliarla era proprio questo suo aspetto: lei riusciva a capirlo subito, gli altri non ci riuscivano. Perché c'era questa differenza? Era lui ha crearla? Oppure era una cosa che accadeva solo a lei? Tutti questi quesiti affollavano la mente di Ran. Chissà come lo vedevano le altre persone.
-Sonoko, puoi parlarmi un po' di Shinichi?-
Sonoko alzò un sopracciglio cercando di comprendere il motivo di quella domanda. Ma in fondo capì che doveva essere normale, d'altronde era il ragazzo che aveva amato prima di perdere la memoria ed era ovvio che ne volesse sapere di piú.
-Bé, è un tipo strano. Sicuramente è arrogante e tende ad esagerare le cose e a mettersi al centro dell'attenzione quando risolve un caso, quindi, direi che è anche melodrammatico. È anche un perfezionista nato. Come qualità positive, allora, io e lui non siamo mai andati d'accordo, quindi, faccio un po' fatica. Però una cosa di cui sono sicura é che ti ama alla follia, Ran-
A Ran si colorarono le guance di un leggero rosso. Però era un po' dispiaciuta: tutti sapevano che Shinichi era un bravo ragazzo, ma pochi guardavano oltre la sua arroganza. Era vero, l'arroganza di Shinichi era la prima cosa che si notava del suo carattere. Ma c'era anche il suo coraggio, l'altruismo, sapeva anche essere divertente, e Ran tutte queste cose le conosceva. Nel frattempo, Shinichi, era andato un poco a casa del dottor Agasa per lasciare Yukiko tranquilla mentre puliva la casa. Il dottore aveva passato un po' di tempo con loro e poi era uscito per andare a fare la spesa. Shinichi si trovava nel laboratorio insieme a Shiho che stava lavorando con delle provette.
-Cosa pensi di fare con la ragazza dell'agenzia investigativa?-
Shinichi era seduto su una poltrona da ufficio imitando il suo grande idolo, Sherlock Holmes: aveva le gambe piegate davanti a sé e le mani giunte davanti la bocca.
-Cercherò di aiutarla a recuperare la memoria. I dottori le hanno detto che forse col tempo ci potrebbe riuscire-
-Sai, dovresti pensare prima a te stesso qualche volta. Non puoi amare qualcuno se prima non impari ad amare te stesso-
Disse Shiho con voce velata mentre trasferiva strani liquidi colorati da tubicini di vetro di una forma ad altri di un'altra forma.
-Stronzate. Io non ho mai amato me stesso. Ma lei...oh Dio, la amo così tanto. Grazie a lei ho imparato ad amarmi, ma non si può paragonare al sentimento che provo per quella ragazza-
Shiho restò immobile con le provette in mano mentre le parole di Shinichi continuavano a rimbombarle in testa. Poi si riprese notando il troppo silenzio che si era venuto a creare e continuò a maneggiare con cura quei tubicini di vetro.
-Allora impegnati a farle ricordare di te. Comunque, dalla tua voce rauca, scommetto che stanotte non hai dormito bene, giusto-
-Non ho dormito proprio-
-Allora vatti a mettere di là sul divano per riposare. Poi ti sveglio io, okay?-
Shinichi le sorrise e andò a stendersi sul comodo divano in salone, levandosi la giacca blu e restando con la camicia. Nel giro di pochi minuti si addormentò  esausto. Shiho finì di sistemare gli strumenti di lavoro nei propri scomparti del laboratorio, poi posò il camice bianco al suo posto e, infine, andò a prendere un bicchiere d'acqua in cucina. Passando per il salone notò Shinichi steso a pancia in su sul divano che dormiva beato. Sorrise vedendo quella buffa scena. Anche a lei, che era così cinica e fredda, ogni tanto scappava un sorriso. Notò che aveva ancora le scarpe, quindi, si avvicinò e si piegò per levargliele e poggiarle sul tappeto. Quando si sollevò vide che Shinichi aveva la camicia sollevata che lasciava intrevedere parte del ventre. Subito sentì del calore sulle guance e pensò alla bellezza di Shinichi: quando era ancora sotto le sembianze di Conan l'aveva visto più di una volta senza la maglia e, se già da bambino aveva quel fisico, da adulto era da togliere il fiato. Senza accorgersene si era avvicinata un po' troppo a lui, le loro labbra quasi si sfioravano. Il calore nelle sue guance aumentava sempre di più. Si allontanò quando sentì il respiro di Shinichi aumentare leggermente ma poi tornare normale. Non esitò più e allontanò le distanze fra di loro appoggiando le sue labbra su quelle del detective. Si separò da lui dopo pochi minuti e notò compiaciuta che le sue guance si erano colorate pure.
-Ran-
Ma tutto finì quando dalla bocca di Shinichi uscì il nome di Ran. Per Shiho furono come dieci coltellate inferte senza pietà. Ma infondo sapeva che Shinichi la riteneva soltanto un'amica, niente di piú. Il posto nel suo cuore era di Ran, e un semplice bacio non avrebbe cambiato ció.

Non basta più il ricordo ora voglio il tuo ritorno ~2~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora