-Dai Ran, tira!-
Dopo aver iniziato la giornata in modo imbarazzante, Ran aveva chiesto a Shinichi di poter giocare a calcio in giardino. Shinichi le aveva prestato un paio di suoi pantaloncini e una sua maglia che le stavano enormi, ci nuotava dentro. E adesso, ecco che Ran prendeva una bella rincorsa e calciava il pallone dritto nella porta dove c'era Shinichi pronto a pararla solo che a posto di quella aveva centrato in pieno la faccia di Shinichi che era caduto a terra all'istante tenendosi il naso con le mani.
-Oh Dio, Shinichi!-
Si avvicinò correndo a Shinichi che si lamentava e aveva le mani piene di sangue.
-Dimmi che non ti ho rotto il naso!-
Shinichi fece segno di no con le mani e Ran lanciò un sospiro di sollievo. Lo aiutò ad alzarsi e poi lo portò a casa del dottor Agasa. Loro ancora non sapevano che Ran era finalmente tornata, infatti, vederla spuntare davanti alla soglia della porta fu una gran felicità che andò subito via quando il dottore vide Shinichi con il naso che perdeva sangue. Li fece entrare e sedere in cucina e poi chiamò Shiho che, come al solito, era in laboratorio.
-Imbecille come ti sei fatto uscire tutto questo sangue dal naso? Ci sono solo due opzioni-
Shiho, mentre tamponava il naso di Shinichi per fermare il sangue, ipotizzava i motivi di quello che era successo e i principali erano due: o Shinichi si era eccitato guardando Ran nuda o si era fatto male.
-Non è come pensi tu! Ran mi ha tirato il pallone in faccia!-
Smise di occuparsi di Shinichi e guardò dritta in faccia Ran.
-Veramente?-
Ran abbassò il capo in segno di dispiacere ma la reazione di Shiho fu completamente diversa.
-Oh, sei grande! Batti il cinque!-
Alzò la mano e Ran, confusa, ricambiò mentre Shinichi sbuffava infastidito. Dopodiché Shiho ritornò ad occuparsi di Shinichi mentre Ran parlava al dottore Agasa del motivo per cui era tornata confidandogli che ancora non si fidava completamente di Shinichi e di tutti gli altri compreso lui e Shiho. Quando finalmente Shinichi tornò come nuovo andò via insieme a Ran.
-Avevo paura ti fossi rotto il naso-
-Sono un osso duro, tranquilla! Ran ascolta, domani che ne diresti di tornare a casa dai tuoi?-
Ran restò in silenzio. Non doveva scordarsi che i suoi genitori avevano fatto di tutto per sbarazzarsi di lei e non poteva perdonarli per il loro egoismo, non ci riusciva. Quando Shinichi vide l'espressione di disprezzo che Ran aveva in volto divenne rosso di rabbia.
-Non ci posso credere! Ancora credi alle cose che ti hanno detto loro?! Se io, i tuoi genitori, Shiho e tutti gli altri, ti avremmo voluto fare del male, l'avremmo già fatto! Abbiamo avuto tante occasioni!-
Shinichi aveva sfuriato come una tempesta davanti a Ran. Si sentiva ferito dal suo comportamento, aveva rischiato la sua vita per lei un casino di volte anche se lei non poteva ricordarlo, l'aveva salvata da quel rapimento, portata a casa sua e tenuta al riparo da qualsiasi pericolo. Le aveva dato tutto l'amore di cui era capace e il risultato qual era stato? Lui era diventato un criminale, ecco.
-Non posso non fidarmi di Sharon, mi ha salvata dicendomi tutto quello che avevo intorno! Ed io ho solamente tradito la sua fiducia ritornando qui!-
-Allora vattene! Quella che tu chiami Sharon è Vermouth, la donna che ti ha rapita, fa parte degli uomini in nero! Non ti ha salvata da un bel niente!-
Non riuscì più a trattenersi, stava gridando in faccia a Ran senza rendersi conto di esagerare un po' sapendo che Ran era molto fragile. Ma dai suoi occhi ormai passavano solamente dolore e rabbia. Ran, invece, sentendolo parlare così aveva iniziato a piangere. Si erano persino scordati di essere in mezzo alla strada.
-La stai accusando ingiustamente! Sei patetico!-
-Ti ho salvata io una marea di volte! Quando al cinema di Beika dovevi disinnescare una bomba, era il giorno del mio compleanno, ti sono stato accanto! Quando l'amico di tuo padre, l'assaggiatore di vini, ti ha puntato un coltello alla gola c'ero io! Mentre stavi facendo atterrare un aereo con un bordello di persone sopra, io, ero lì a rincuorarti e ad aiutarti! E mille altre volte c'ero io, cazzo, non Araide e nemmeno Vermouth! E tu lo sai, hai dubitato di Araide e non puoi dire di no sennò non saresti andata in quel fottuto porto!-
Ran si inginocchiò a terra, litigare in quel modo con Shinichi era l'ultima cosa che voleva. Negli ultimi giorni ne erano successe di tutti i colori e lei era stanca. Shiho e Agasa stavano guardando tutto dalla finestra. Avevano sentito gridare e si erano affacciati. Il dottore voleva uscire per fermarli ma Shiho lo aveva fermato dicendogli che a loro avrebbe fatto bene, se la cosa sarebbe diventata critica li avrebbe fermati lei. Era meglio per loro se avessero chiarito tutto, in qualsiasi modo.
-Non è vero! Lui doveva diventare mio marito! Io lo amavo e tu hai rovinato tutto!-
Shinichi infuriato sollevò Ran da terra prendendola dalle braccia per poi portare le sue labbra su quelle di lei. Ran restò ad occhi aperti, non si sarebbe mai aspettata un gesto così avventato da Shinichi. Però ricambiò il bacio portando subito le sue braccia dietro il collo di Shinichi e le sue mani nei capelli del detective. Un fuoco si accese dentro di lei, brividi in tutto il corpo, le dita sicure di Shinichi le sfioravano i fianchi. Agasa, da dietro la finestra, si era commosso e piangeva. Shiho si era allontanata, quella scena le aveva fatto male. Andò in laboratorio a lavorare per non pensare finché il professore non andò da lei.
-Da quanto sei innamorata di lui?-
Shiho si bloccò e fece cadere il camice che stava indossando a terra.
-Io? Innamorata di chi?-
-Di Shinichi-
-Dottore lei si sbaglia, oh mamma, di Shinichi! Ahahaha bella battuta!-
-Troverai qualcuno anche tu, Shiho. Dimenticalo-
Detto questo il dottore Agasa girò i tacchi ed uscì dalla stanza. Sapeva che tanti Shiho non ne avrebbe mai parlato con lui. Lei era rimasta a quel "dimenticalo"...si, come se fosse facile. Nel frattempo, Shinichi e Ran, si stavano guardando dritti negli occhi.
-Shinichi Kudo, 17 anni, grande amante di Sherlock Holmes, di gialli e misteri. Genitori: Yukiko e Yusaku Kudo. Classe dei ciliegi, bambino arrogante e antipatico che mi ha chiamata piagnucolona, e che mi ha quasi obbligata a fargli un fiore di ciliegio di carta. Grande mio amico di infanzia. La persona più importante della mia vita, della mia esistenza, l'unica persona che amo più della mia stessa vita e che, dopo aver ripreso le sembianze di Shinichi ed essere uscito dal coma è diventato il mio fidanzato-
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Non basta più il ricordo ora voglio il tuo ritorno ~2~
FanfictionUn appuntamento. Doveva essere un semplicissimo e tranquillo appuntamento fra un ragazzo e una ragazza che si amano...un appuntamento che, purtroppo, non è mai potuto iniziare. La solita organizzazione, la voglia di vendetta da parte loro porterà di...