Capitolo 2

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Circondata dal buio il suo istinto prese il sopravvento. Scattò in avanti e si avvicinò alla cassa delle armi, vi infilò una mano dentro e tirò fuori quello che poteva essere un coltello. Balzò nascondendosi dietro altre casse in un angolo e aspettò per quella che parve un eternità.

La luce inondò la gabbia e la ragazza si coprì gli occhi con la mano. Qualcosa di molto pesante atterrò più a destra rispetto al suo nascondiglio provocando un forte scossone -Allora testa di caspio dicci cosa vedi!- una voce rauca e profonda ruppe il silenzio -Cosa volete che ci sia! Ci sono solo casse!- chiunque fosse entrato là dentro aveva un tono scocciato e sbrigativo e sembrava di gran lunga un ragazzo. -Gally controlla bene, non penso che ci abbiano mandato solo casse!- la prima voce si fece sentire di nuovo e il tipo che rispondeva al nome di Gally iniziò a camminare dentro la gabbia avventurandosi in quel labirinto di casse.
Sentendo i suoi passi che si avvicinavano la ragazza impugnò più forte che poteva il coltello e strinse gli occhi sperando di scomparire all'istante -Alby per l'ultima volta qui non c'è niente di...- Gally smise di parlare e si fermò. Il cuore di lei iniziò a battere così veloce che sentiva il pulsare del sangue scorrergli nelle orecchie. Aprì gli occhi di nuovo e davanti si ritrovò un enorme ragazzo che la sormontava in tutta la sua altezza. Era grosso e muscoloso, i suoi occhi blu riflettevano solo rabbia, la bocca era spalancata mentre fissava la ragazza.
I suoi vestiti erano sporchi di terra e fango e i capelli marroni erano ritti e disordinati.
Gally boccheggiò per alcuni lunghi momenti incapace di parlare, finché una terza voce lo riscosse dai suoi pensieri -Che caspio succede là sotto!- quest'ultima era candida e dolce anche se in quel momento doveva avere un tono arrabbiato.
Non sapendo bene come comportarsi la ragazza puntò il coltello nella direzione di Gally che si era totalmente ripreso e ora indietreggiava allontanandosi dalla possibile minaccia che lei rappresentava.
Entrambi avvertirono un altro scossone e un ragazzo si avvicinò ai due. Questo era più gracile, ma non sembrava per niente debole, i capelli marrone biondicci risplendevano alla luce del sole e gli occhi nocciola irradiavano sicurezza era anche meno sporco rispetto a Gally ma questo non significava che le faceva meno schifo o paura.
Anche lui rimase di sasso non appena la vide -Si può sapere cosa vi sta succedendo là sotto razza di pivelli del caspio!!- la prima voce era ancora più rauca di prima e sembrava anche più adirata. Il biondino si avvicinò cautamente alla ragazza e alzò le mani per farle intendere di non volerle fare del male -Stai indietro!- la ragazza urlò alzando il pugnale e agitandolo, cercando di allontanarsi da quei due ancora di più -Oh ecco cosa succede!- Gally alzò la testa in direzione della persona che aveva parlato -Davvero Alby! Cosa credi che stavamo facendo qua sotto!-.
-Cosa cavolo volete da me!- urlò di nuovo lei sentendosi in trappola più che mai -Cosa mi avete fatto, perché non ricordo niente!- sentì gli occhi inumidirsi ma represse le lacrime con ogni singola particella del suo corpo.
Il ragazzo biondo si inchinò proprio a pochi passi da lei e le sorrise dolcemente, nei suoi occhi caldi si dipinse una profonda tristezza -Tranquilla non vogliamo farti del male, anche a noi è capitato e anche noi non ci ricordavamo niente- fece un piccola pausa e solo allora la ragazza si accorse che la terza voce che aveva sentito apparteneva a lui -L'unica cosa che ci lasciano è il nostro nome. Ti ricordi per caso il tuo?- i suoi occhi erano speranzosi, ma vedendo che non stava riuscendo a ottenere nessuna risposta provò un'approccio diverso -Io mi chiamo Newt, il pivello dietro di me è Gally e quello sopra che probabilmente hai sentito urlare è Alby- -Ciao- la voce di Alby suonò monotona e stanca del tutto diversa dal tono che aveva prima.
Si sentirono altre persone che arrivavano alla gabbia e fu in quel momento che la ragazza decise di agire. Aspettò che i due ragazzi abbassassero la guardia e poi scattò in avanti spingendo via Newt saltò addosso a Gally che rovinò a terra e con tutte le sue forze si spinse al di fuori della gabbia facendo leva sulla gamba destra che era riuscita a portare sopra una cassa.
Il cuore le smise di battere: altri cinque ragazzi la stavano guardando stralunati e increduli, alcuni iniziarono a bisbigliare fra di loro additandola, erano tutti sporchi e sembrava che non avessero mai visto una doccia visto che la faccia era piena di sporcizia. Erano tutti così tranne uno con dei capelli neri perfettamente puliti e ordinati che si guardava intorno con aria noncurante. Il sole splendeva così forte che per proteggersi la ragazza aveva dovuto fare scudo con la mano ai violenti raggi. Non era l'idea di non sapere dove si trovava quello che le faceva paura, era il fatto di trovarsi in luogo che a prima vista poteva apparire una normale fattoria in campagna con tanto di animali e campi, ma poi se si guardava bene il pezzo di terreno era completamente circondato da quattro muri grigi altissimi che non facevano scorgere quello che si poteva trovare dopo. Girandosi vide un corridoio fra due di quei muri e cominciò a correre più veloce che poteva. I muscoli delle gambe le bruciavano e i polmoni la stavano supplicando di fermarsi ma continuò a fare un passo dopo l'altro fino a ritrovarsi davanti alla galleria che ora sembrava sempre più vicino.
Alcuni di quei ragazzi iniziarono a rincorrerla, ma lei era troppo veloce e avanti per riuscire a essere catturata. Finalmente arrivò alla soglia del corridoio, ma prima di compiere un solo passo qualcuno la sorprese da dietro spingendola di lato.
Il suo corpo cadde a terra violentemente e batté la testa così forte che la vista iniziò a riempiersi di pallini neri che si muovevano in cerchio. Prima di non vedere più niente scorse  il ragazzo di nome Newt e quello dai capelli perfetti neri e gli occhi a mandorla scuri avvicinarsi al punto in cui si trovava.
Newt urlò qualcosa, ma non riuscì a capire le sue parole, tutto divenne sfocato e i puntini neri iniziarono a danzarle davanti diventando sempre di più, i colori si fecero vividi e la luce  intensa, quasi accecante. Prima di svenire una voce femminile gridò dentro la sua testa e poi tutto divenne nero.

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