Capitolo 6

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L'orologio che Minho portava al polso emise un forte bip e ruppe il silenzio creatosi. Il vassoio era vuoto e la notte trascorreva minuto dopo minuto. -Dobbiamo andare- esclamò Minho rimettendo apposto quello che aveva preso dalla cucina -Ti farò fare un giro veloce e poi tornerai in gattabuia- Violet rimase scioccata a fissarlo mentre le immagini di lei dietro a quelle sbarre si formavano nitide dentro la sua testa-Pensavo che non sarei più entrata là dentro- ottenne solo una grande e fragorosa risatina del ragazzo -Ti ho detto che nessuno sa che ti ho fatto uscire, quindi nessuna di quelle testoline di caspio deve venirlo a sapere è chiaro?- annuì lentamente e non parlò più, in quel momento Minho le aveva fatto paura e la sua espressione era diventata improvvisamente minacciosa per poi tornare quella del ragazzo insolente che aveva prima.

Alla luce della lanterna camminarono in mezzo ai campi fino ad arrivare a una specie di piccola torre circondata da impalcature. In terra c'erano ciocchi di legno e accette. Una scala era stata costruita in tutta fretta e si arrampicava lungo l'esterno della costruzione. La pelle chiara di Violet risaltava ancora di più con quella scarsa illuminazione facendola sembrare un fantasma in un mare nero.
-Gally deve ancora finirla, ma da sopra si può già vedere metà radura- Minho indicò la cima della torretta mentre iniziava a salire i gradini che scricchiolavano ad ogni suo movimento.
Ci vollero alcuni minuti per arrivare sul tetto e quello che Violet vide le fece spalancare la bocca dallo stupore: dal basso la Radura appariva molto più grande, ora dalla posizione in cui si trovava,non era altro che un insieme di piccoli appezzamenti e casette da cui proveniva di tanto in tanto il belato di qualche pecora. La foresta era un'unica macchia verde smeraldo scuro che muoveva le sue fronde anche con il minimo soffio di vento. E nel cielo erano incastonate mille stelle che luccicavano allegramente come se a loro non sfiorasse minimamente il pensiero di vedere dei ragazzini rinchiusi là dentro.
-Sai ti potrei concedere di essere mia amica- Minho si buttò a sedere di peso producendo altri inquietanti scricchiolii, Violet alzò un sopracciglio e si abbassò anche lei senza essere troppo vicina al ragazzo che ora le stava sorridendo -E se io non volessi essere tua amica?- dopo quelle parole osservò come nel sorridere gli zigomi di Minho si mettevano in risalto e due piccole fossette gli crescevano vicino alla bocca -Ho detto che ti concedo Fagiolina, non che puoi scegliere. Da quanto mi possa ricordare, quindi praticamente niente, non ho mai avuto un'amica- Minho girò la testa e tornò a concentrarsi sui paesaggi illuminati di giallastro dalla luna.
-Hai detto che anche tu sei stato messo dentro la gattabuia, perché?- -Lo dico solo ai miei amici questo- la ragazza sbuffò e gli tese una mano, prima di stringergliela saldamente Minho la guardò con un espressione di puro divertimento -Mi fa piacere che abbia accettato la mia generosa offerta Fagiolina!- il ragazzo scoppiò di nuovo a ridere fragorosamente, mentre Violet abbozzava un sorriso imbarazzato -Comunque la prima settimana che arrivammo tutti noi io tirai un pugno a quel rompi scatole di Gally e finii in cella per un giorno- scoppiarono entrambi a ridere questa volta. A Violet, Gally, non piaceva per niente e fin dal primo istante che l'aveva visto una vocina dentro di lei le aveva detto di scappare e cercare un posto sicuro in cui nascondersi.
-La mia punizione sarebbe durata anche di più se Gally non avesse quattordici anni come me- Minho smise di ridere e corrugò la fronte assorto in un suo pensiero -Voi vi ricordate la vostra età?- chiese Violet -No, tiriamo a indovinare, probabilmente tu ne hai tredici come Newt, Zart e Frypan, credo proprio che comunque non lo sapremo mai di sicuro-
Con quelle parole Minho iniziò di nuovo a scendere la scaletta producendo altri scricchiolii con un'espressione buia stampata in viso.

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