All for one smile

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Jess's pov
Continuai a parlare con la ragazza, e scopro che abbiamo un sacco di cose in comune. Uscimmo dall'autobus insieme e cominciammo una passeggiata nella città per me ancora sconosciuta. Mi portò in una gelateria e ci sedemmo.
Sorrise parlando di quando adorasse le serie tv e la musica.

Luke's pov
Mi svegliai a casa di Micheal, in mutande, con dei cereali in faccia e non ricordando cosa ebbi fatto la sera prima. Mi alzai e cercai un po' Jess per casa ma non la trovai. Cercai ovunque, anche nelle stanze più nascoste. Presi il telefono pensando di mandarle un messaggio ma trovai degli altri messaggi, che probabilmente ebbi mandato la sera prima. Lessi velocemente e mi misi le mani tra i capelli, arrabbiato, confuso, triste e con un grande odio per me stesso. Non ci potevo credere di averle mandato davvero quei messaggi. Cacciai un urlo e tirai un pugno alla porta, facendo una gran casino ma l'uragano che avevo in testa non si placò. Era come un terremoto, dentro di me, che mi faceva tremare e mi distruggeva alla sola idea di perderla. Tutto crollò intorno a me. Non potevo crederci, davvero, di aver fatto del male alla persona che amavo. E si, l'amavo, più di quanto avessi amato qualcun'altra, più di me stesso. E non ero pronto a dirle addio. La chiamai due, tre, quattro, dieci, trenta volte aspettando una risposta. Se n'era andata, forse per sempre, avevo una minima speranza che mi perdonasse, quando neanche io riuscivo a perdonare me stesso. Era come una piccola morte. Lei era una parte di me, e senza di lei mi sentivo incompleto. E pensai a cosa stesse facendo, dov'era....con chi era. Mi prese l'ansia e Micheal urlò:-cos'è tutto questo casino?-
Sospirai, con le lacrime agli occhi e la vice spezzata:-se n'è andata-
Micheal mi diede una pacca sulla spalla annuendo per poi guardarmi confuso:-di nuovo?-
Guardai in alto, trattenendomi e a feci cenno di si con la testa. Cercai conforto nella persona che mi era più vicina in quel momento abbracciando Mikey e sussurrando:-sono stanco di farla soffrire, non la merito- Micheal mi strinse un po' più forte:-sei deciso a non perderla?- Annuii e lui continuò:-allora vai a riprendertela, cercala, trovala, e smettila di fare cazzate perché così non solo fai male a lei ma da quello che vedo fai anche male a te stesso- Micheal aveva ragione e non volevo farla soffrire più.

Jess's pov
-Allora... non mi hai ancora detto da cosa stai scappando... o da chi...- disse ad un certo punto Sab, scrutandola attentamente mentre mangiava golosamente il sue enorme gelato alla Nutella. La guardai spalancando gli occhi: e lei come lo sapeva? Sab fece una risatina; -Ehi, stai tranquilla. è solo che... bhe, ti si legge in faccia che c'è qualcosa che non va... Un ragazzo?- continuò, guardandomi attentamente. Abbassai lo sguardo; pensare a Luke mi faceva male. Tanto. Troppo. Non ce la facevo più: dovevo sfogarmi con qualcuno. -Okay, hai vinto- dissi, accennando un piccolo sorriso -ma non qui. C'è troppa gente...- aggiunsi mordendomi il labbro inferiore. Anche questo piccolo, banale gesto mi fece ricordare Luke; amavo quando lo faceva, quando stringeva delicatamente il mio labbro inferiore tra i denti, e pensarci faceva solo più male. Sab si alzò dal tavolo e io la seguii verso la cassa. Pagammo e uscimmo, andando verso un piccolo parco deserto. -Forza, racconta- disse lei, sedendosi a gambe incrociate sulla panchina. Sospirai e mi sedetti accanto a lei, portandomi le ginocchia al petto. Cominciai a raccontare tutto, in ogni minimo dettaglio. Nei momenti migliori, quelli che erano stati i migliori della mia vita, scoppiai irrefrenabilmente a piangere. Sab mi strinse a se, abbracciandomi forte, come si abbracciava un'amica speciale e io riuscii ad accennare un piccolo sorriso. Continuai, fino ad arrivare ai messaggi, la sera prima.
L'espressione della ragazza accanto a me era indecifrabile. -Quel piccolo bastardo...- dice, stringendo le mani a pugno. -Giuro che io lo prendo a pugni, fosse l'ultima cosa che faccio.- dice serissima, guardandomi -Dov'è che abita?-. Io la guardai stranita, poi scoppiai a ridere; -Tu sei pazza- scuoto la testa ridendo. -Oh andiamo. In fondo tutti sono pazzi, no? Come Tate- esclamò lei, annuendo convinta. -Mh... okay. Hai ragione- risi io -Ma non picchierai Luke...- dissi mordendomi il labbro. -Oh si che lo farò, my little Jess- disse lei, con un sorriso inquietante. Scoppiai di nuovo a ridere. Sussurrai con un piccolo sorriso:-grazie- Lei ridacchiò per poi sorridere anche lei è affermare:-di che- io guardai un attimo in alto per poi riflettere ad alta voce:-non lo so, c'è qualcosa in me che mi spinge a ringraziare o scusarmi per tutto, come se ogni cosa che facessi sia sbagliata, non so, a un certo punto diventa una cosa anche un po' fastidiosa- ridacchiai leggermente tirando su col naso e giocando nervosamente con le maniche del mio maglione. Sab mi guardò seria per poi dire decisa:-penso che tu abbia qualche problema di autostima- feci spallucce e dissi timidamente:-ti è mai capitato di avere un vuoto dentro di te? Di non saper descrivere le tue emozioni, non saper prendere direzioni, come se tu fossi un nulla, aver sempre paura di essere delusa o illusa dalle persone per poi diventare un goccio depressa e asociale? Di essere un nessuno, invisibile agli occhi di tutti e di pensare sempre che sono più importanti gli altri invece che te stessa- Lei cercò un attimo di sollevarmi il morale per poi alzarsi dalla panchina e dire:-so io come riempiti un attimo quel vuoto!- mi porse la mano e la afferrai sollevando e scendendo dalla panchina e la seguii. Dopo circa mezz'ora di camminata ci ritrovammo in un negozio di caramelle. Prendemmo un pacchettino di caramelle di ogni gusto, pieno di colori e di sapori che davano l'idea di qualcosa di allegro. Sab prese anche lei delle caramelle e dei cioccolatini. Mi portò in un piccolo parcheggio e giocano salendo sui carrelli della spesa e dandoci una spinta. Salii dentro il carrello argentato mangiando qualche caramella rossa e gialla e Sab mi rassicurò:-non avere paura, non è pericoloso!- risi annuendo e mi spinse molto forte per poi lasciarmi andare. Risi sentendo tutta l'aria tra i capelli e l'adrenalina. Con l'aiuto di Sab scesi dal carrello. Poi ci spingemmo ognuno con il proprio carrello per vedere chi andava più lontano. Ma Sab mi spinse leggermente verso sinistra facendomi sbandare e le tirai alcune caramelle dal mio pacchetto fingendomi offesa. Lei fece il labbruccio ridacchiando:-scusa- cominciai a inseguirla per il parcheggio ridendo insieme. Stremate, ci sedemmo per terra appoggiando la schiena al muro finendo le poche caramelle che ci erano rimaste.

Luke's pov
Decisi di mandarle qualche messaggio in segreteria visto che non rispondeva.
-biiiiip-hey amore ti prego perdonami
Aveva la voce quasi distrutta, rotta
-biiiiip-ero ubriaco, non mi ero reso conto di averti mandato quei messaggi, non penso nulla di quello che ti ho scritto
-biiiiip-ti prego, torna-

Jess's pov
Le caramelle erano finite, avevamo entrambe ancora fame. Ma Sab estrasse qualcosa dalla sua borsa...del cioccolato. Mi avvicinai a lei facendo la faccia più adorabile che mi riuscisse:-vero che me ne dai un pezzo?- feci il labbruccio e lei sostenne il mio sguardo per poi dire con voce dura:-no- Allora mi tolsi una scarpa e dissi:-posa il cioccolato, donna, ho una scarpa e non ho paura di usarla, su mostra il cioccolato, alza le mani e poggialo delicatamente sulla mia mano libera-lei alzò le mani e fece come le ordinai. Assaporai il dolce sapore del cioccolato e lei incrociò le braccia fingendosi offesa:-uffa cattiva- feci la brava persona e gliene diedi metà.

Luke's pov
-biiiiip- sono un coglione, ti giuro, e io forse non ti merito, ma se c'è una cosa che so in questo momento è che non voglio perderti-

Sweater weather-l.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora