Quella notte, il clown non riuscì a dormire. Era come se non riuscisse ad accettare quella situazione. Lui amava far paura alla gente, gli piaceva vederli soffrire, era un pazzo sadico dopotutto.
Ma allora perché non era riuscito a far paura a lei?
Ancora domande gli frullavano nella testa, non riusciva a capacitarsene.
Quel letto stava diventando scomodo, quindi Joker decise di alzarsi e dare un'occhiata alla casa.
Cominciò proprio dalla stanza in cui si trovava.
Il letto sul quale dormiva era appoggiato alla parete sinistra, un letto matrimoniale o da un divano ... chissà cosa se ne faceva visto che viveva da sola. A destra del letto un comodino semplice, a due cassetti, con un piccolo abat-jour che decise di accendere. Solo allora notò la grande libreria a cinque piani, piena zeppa di libri messi in ordine, due file per ogni piano, di tutti i generi. Ma solo un libro attirò la sua attenzione: era l'unico libro completamente bianco di tutta la libreria.
Vi si avvicinò e prese il libro. Sarà stata la poca luce, ma quella stanza gli sembrò infinita.
Il titolo era scritto in grandi caratteri neri corsivi, ma molto ben leggibili: Noctes Atticae, di Aulo Gellio. Era enorme, quindi lesse per primo l'indice. Era una raccolta di 20 libri, ma solo uno attirò la sua attenzione.
Parlava di un africano che venne attaccato da un leone. Lui si scansò con abilità salvandosi e ad un tratto notò una scheggia nella sua zampa. Riuscì a togliergliela e il leone, grato per quel gesto, lo lasciò in vita. Poco tempo dopo, l'imperatore Antonino Pio lo diede in pasto ai leoni nel Colosseo. Fortuna volle, che tra i leoni in questione ci fosse anche il leone che lui salvò in Africa, che lo riconobbe e lo protesse da tutti gli altri leoni, meritando sia la sua libertà che quella dell'uomo.
Non sapeva perché, ma quella storia lo toccò molto, quindi decise di continuare a leggere gli altri libri.Erano le cinque della mattina e mi svegliai presto per andare a casa di Mr. Ross, il quale mi aveva chiesto di spaccargli la legna. Il dolore e la debolezza di certo non mi aiutavano ad iniziare bene la giornata.
Bella prospettiva, eh?
Ripensai alle mie amiche, le quali erano scappate via per la paura dell'ospite inaspettato. Amiche coraggiose, devo dire.
Ma fa niente. Me la sarei cavata da sola. Come sempre del resto.
Appena mi alzai dal letto, corsi in bagno e ne approfittai per dare un'occhiata a quel pazzo maniaco che stava ospitando.
Una volta entrata nella stanza, trovai una scena davvero ... inimmaginabile?
Joker si era addormentato con l'abat-jour acceso e... un libro... in mano...
"Joker che legge un libro? Ma cos-..."
Driin
Mentre ero lì ad osservare incredula il clown, suonarono alla porta. Mi destai quindi dai miei pensieri ed andai ad aprire.
« Buongiorno signorina. »
« Alfred! Ma quale piacevole sorpresa! »
« Il signor Wayne non può venire di persona oggi, quindi mi sono permesso di venire io. E siccome mi aveva raccontato in precedenza del suo impegno di oggi, mi sono impegnato a raggiungerla a quest'ora. » disse con uno dei suoi soliti sorrisi confortanti che ricambiai più che volentieri.
Il maggiordomo mi porse quindi una busta.
« Alfred, ti prego, cerca di convincere Bruce a smetterla con questa storia! Se avessi voluto questo, avrei continuato a vivere al Manor! »
« Lo so, Miss, ma purtroppo il signor Wayne come ben sa è molto testardo. » mi disse ridendo col suo autentico accento inglese « Ma lui si preoccupa solo del suo benessere. Dovete capirlo visto che siete come fratelli. E poi lui lo fa con la scusa che deve venire a riportarvi il vostro cane. » risi ancora
« Oh Alfred! Lo hai portato tu? Dimmi che non ti ha strattonato lungo la strada! »
« Stia tranquilla! » Alfred fischiò, e dalla fine della strada si vide correre un grosso Rottweiler scodinzolante verso la porta di casa.
« Bee! » urlai in preda alla gioia, dimenticandomi dell'uomo appisolato nella stanza accanto.
Il cane mi saltò addosso facendomi arretrare di un passo per evitare la caduta, poi la mia attenzione tornò su Alfred « Al, vuoi entrare per un caffè? »
« No, grazie infinite. Ora devo andare. Sono sicuro che il signor Wayne non riuscirebbe a trovare nemmeno i suoi calzini se non tornassi a casa. »
« Ahahah, va bene. Grazie infinite, Al! » dissi prendendo finalmente la busta che l'uomo le aveva portato. Aspettai fino a quando il maggiordomo non mise in moto l'auto prima di far entrare il cane e di chiudere la porta.
Bee, o vero Beethoven, lo chiamavo Bee per risparmiare tempo, si accorse subito della presenza di un estraneo e cominciò quindi a controllare ovunque, fin quando non arrivò nella stanza degli ospiti e trovò Il Joker sul letto. Si sedette e rimase lì a fissarlo, aspettando il suo risveglio con curiosità.
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Noctes Atticae
FanfictionDalla storia.... L'uomo era furioso. Prese dal taschino del suo gilet un coltellino che, con un rumore così fastidiosamente metallico da far venire i brividi, uscì dal suo manico. Si avvicinò pericolosamente a me, puntandomi la punta del coltello su...