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Il giorno dopo, mi misi una camicia, un pantalone nero e degli anfibi.
Guardai accanto al mio letto e Christopher non era in camera.
Preparo lo zaino e ci metto anche la mia copia di "Colpa delle Stelle".
Esco dalla camera e mi incammino verso l'aula in cui avrei tenuto la lezione di matematica.
Entrato in aula vidi seduto all'ultimo posto Christopher, avevamo un corso in comune.
Mi sedetti nel posto accanto a lui e lo salutai.
Non era arrabbiato, nella sua faccia non si leggeva nessuna emozione.
E forse era così, non provava niente.
Dopo cinque minuti entrò in classe la professoressa e si presentò.
Non sono stato attento per niente, tanto che non riuscì a capire nemmeno il suo cognome.
L'ora passò velocemente e Christopher scavalcò tutti per uscire uno dei primi.
Non teneva conto della mia presenza, non mi parlava, non mi guardava.
Che palle! Non volevo che la nostra..qualunque cosa fosse finisse così.
Eravamo diventati qualcosa, "amici"..forse.
Tralasciando tutto ciò, passai l'intera giornata in camera mia ad ascoltare musica.
Passano le ore e Christopher arriva in camera intorno alle 19.
«Ciao.» mi disse senza rivolgermi sguardi.
«Ciao.»
«Senti Leonardo, non volevo che quello che ti ho rivelato ci facesse diventare..così. Cosa siamo? Non siamo nemmeno amici. Lo stavamo diventando ed ho rovinato tutto. Mi dispiace. Scusa.» disse con le lacrime agli occhi.
«Chri, vieni qui.» e si sedette accanto a me ed io lo abbracciai.
Gli voglio bene ma lo sto facendo soffrire. Cosa devo fare? Non so davvero cosa cazzo devo fare.
«Cosa vuol dire questo abbraccio?»
«Non vuol dire nulla. Volevo abbracciarti e l'ho fatto. Non voglio farti soffrire Christopher, non voglio, non è mia intenzione. Non so cosa fare. Mi dispiace, scusami.» sentivo le lacrime che stavano salendo.
«Leonardo, di cosa ti preoccupi? Stai tranquillo, per me tutto resta com'è.
Siamo qualunque cosa siamo in questo momento e non cambierà nulla, promesso!»
«Quel "qualunque" d'ora in poi sarà un "amici". Siamo amici.»
«Okay, Leo.» disse e mi abbracciò.
«Che facciamo? Ti va se ordiniamo una pizza?»
«Andata! Ordinala!»
Prendo il cellulare e cerco su internet il numero di una pizzeria nelle vicinanze.
Digito il numero e «Buonasera, volevo ordinare due pizze per stasera intorno alle..emh..» faccio segno a Christopher per chiedergli a che ora e ci mettiamo a ridere perché mi cade il telefono dalle mani. «..verso le nove.»
«Va bene!» e riattaccai.
«Christopher sei un bastardo. Non devi farmi ridere mentre parlo al telefono.» dissi tirandogli un cuscino.
«Oh, oh, oh, cosa hai appena fatto? Mi hai tirato un cuscino? E poi bastardo a chi?» disse e mi restituì il mio cuscino, tirandomelo.
«Hai un computer Chri?»
«Certo..» mi passa il computer.
«Che ne dici se ci guardiamo una bella serie tv?» dissi esaltato.
«Certo.» grida.
«Che ne dici di American Horror Story?»
«Ovvio, che domande fai?»
Accendo il computer e cerco lo streaming della serie e la guardiamo finché non arriva la pizza.
«Grazie.» dissi e pagai.
«Christopher...» grido. «..è arrivata la pizza.»
«Sono in camera con te, non urlare!»
Mangiamo la pizza e dopo dieci minuti, ci addormentiamo.

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