Presi il bigliettino e non so perché avevo paura di leggere.
"I vestiti sono sopra il tuo letto come promesso. Io però non sono in stanza, promessa non mantenuta!
Chiamami e ti spiego tutto."
Con sotto scritto il suo numero.Entrai in stanza e sopra il mio letto c'era una felpa dell'OBEY, un pantalone nero con gli strappi nella parte delle ginocchia e le sue converse.
Prima di vestirmi copio il numero di Christopher sul mio cellulare e immediatamente chiamo.
SEGRETERIA TELEFONICA.
Panico.
«Cosa starà succedendo?»
Richiamo e stavolta squilla.
«Cazzo, rispondi, cazzo!»
«Leonardo..» disse con una voce bassissima.
«Christopher dove cazzo sei?»
«Non lo so, ero in macchina e stavo andando a comprare delle scarpe nuove ed ora non so dove sono.»
«Ma che cazzo vuol dire che non sai dove sei?»
«Non so dove sono!»
«Ma sei nella tua macchina?»
«Si ma ho l'occhio viola ed iniettato di sangue. Non riesco a ricordare nulla.»
«Dimmi se c'è qualche negozio lì vicino o il nome della strada in cui ti trovi e vengo in autobus.»
«Sono di fronte al negozio VANS.»
«Chiamo Patrick e vengo con lui.»
«Esatto! Lui penso che saprà dove mi trovo.»
«Si, arrivo.»
Mi precipito fuori dalla mia camera lasciandomi i vestiti che avevo.
Cerco Patrick, vado in mensa e fortunatamente lui era lì.
«Patrick.» urlai.
«Dimmi.» disse avvicinandosi.
«Prendi le chiavi della tua macchina e portami al negozio VANS.»
«Calmo, calmo, calmo! Non sono il tuo taxi!»
«Christopher.»
«Cosa Christopher?»
«È lì di fronte e dice che ha un occhio viola ed iniettato di sangue. Non ricorda cosa gli sia successo.»
«Andiamo.» disse correndo.
Entrammo in macchina, accese il motore e cominciò a correre.
Arrivammo lì nell'arco di 5 minuti circa.
Avvistai subito la macchina di Christoper.
Aprii la portiera.
«Cazzo.» gridai.
«Sei combinato maluccio.» disse Patrick.
«Christopher vai dietro. Andiamo in ospedale.»
«Quale ospedale? Ma che dici? È solo un occhio. Non mi fa tanto male. Vai al college.»
«Stai zitto, si fa come dico io.»
«E dai, Leo. Non ti puoi perdere la festa di Sarah.»
«Non m'interessa della festa, m'interessa di più la tua salute.»
«Va bene, fai come vuoi.»
Arrivammo al Seattle Grace Mercy West e spiegammo ciò che era successo ad una dottoressa.
«Cosa succede?» disse la dottoressa.
«Il nostro amico si è ritrovato conciato così in macchina e non riesce a ricordare cosa gli sia successo.»
«Piacere sono la dottoressa Torres comunque. Ora lo visitiamo.»
«Grazie.» dissi.