Capitolo 10.

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Sono passati mesi, quasi un anno, e Lucky è ancora qua, stiamo provando ad avere una relazione ma è davvero molto difficile visto che ha un casino di amiche, a volte sparisce per ore, poi mi chiama o viene a casa mia per farsi perdonare.
Dopo tanto tempo riesco ad amare di nuovo qualcuno, abbiamo fatto l'amore, non abbiamo scopato, per lui era amore come lo era per me.
Mia madre lo adora e lo stesso mio padre, sono stata diverse volte a casa sua, i suoi genitori sono davvero molto gentili con me però non sono alla mano come i miei, ogni volta che sono a casa loro ho come la sensazione che ci sia tensione nell'aria ma forse è solo colpa mia per quanto sono paranoica.

Oggi è a casa mia, stiamo pranzando con del cibo spazzatura che lui ama tanto, i miei genitori fortunatamente sono ancora a lavoro e abbiamo la casa tutta per noi.

"Mangerei tutto il giorno questa roba" mi dice prima di mordere nuovamente il panino.
Rido. "È così bello quando ridi invece di urlare sempre" aggiunge.
"Ho i miei buoni motivi per urlare" dico, non voglio litigare ma non può sparire per ore e poi venirmi a cercare. "Dovresti fidarti di me" dice.
"No se sparisci per ore e hai troppe ragazze che ti girano attorno" grido.
"La vuoi smettere? Hai davvero rotto le palle adesso" urla.

Vuole lasciarmi? No no no no!
Cazzo mi salta in mente? Non può lasciarmi. Senza che me ne accorga sono in lacrime e sto salendo le scale.

"Alaska dai torna qui, ti prego" mi supplica, faccio finta di non sentirlo e mi chiudo in camera.
Lo sento bussare, non rispondo.
Lo sento dire qualcosa, ma non riesco a capire nulla a causa dei singhiozzi.
Poi nulla, silenzio, subito dopo la porta d'ingresso che sbatte.

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