Capitolo 16
3 anni prima
*I protagonisti del capitolo sono Eric e Claire, i loro POV si alterneranno.
Il nome in grassetto all'inizio del paragrafo cambia il punto di vista.*La giornata precedente era passata ancora più lentamente, ma quantomeno Eric era riuscito a studiare un po'. Claire e lui non si erano minimamente sentiti, Eric credeva che fosse inutile scriverle un messaggio dato che ogni parola sarebbe stata superflua in previsione della grande discussione che, prima o poi, avrebbero avuto. Sua madre lo aveva accompagnato, nuovamente, e aveva varcato il cancello appena in tempo tanto che cominciò a correre per le scale, con il bidello che come al solito lo richiamava. Entrò velocemente e si andò a sedere, gli occhi di Claire furono i primi che riconobbe, ebbe la sensazione che lo stesse aspettando e fosse un po' preoccupata della sua assenza, sensazione esatta dato che la ragazza si rilassò immediatamente appena lo riconobbe e gli sorrise.
***
Le due ore erano passate in fretta, Eric aveva risposto a ciascuna delle domande provando ad ampliare quanto più le risposte dato che la loro professoressa di geografia astronomica non aveva fatto altro che ripetere loro la stessa frase per tutto l'anno "Prima date la risposta alla domanda che vi faranno e nel frattempo fate capire che avete padronanza dell'argomento." Si sentiva stranamente sollevato ad aver superato quella prova e vide la stessa espressione stampata in faccia al resto del gruppo, ad eccezione di Robert che sembrava furente.
"C'erano domande stupidissime e io ieri ho ripassato tutt'altro."
Nonostante lui e Mel battibeccassero spesso, lei provava sempre a tirargli su il morale.
"Con quello che ti ho dato sicuramente sarai andato bene."
"Potevo prendere il massimo, Mel."
Vide Rob lanciare il proprio zaino, per rabbia, aldilà del cancello della scuola, rischiando di finire sopra una macchina. Eric si decise ad intervenire, sapeva quanto il ragazzo potesse essere distruttivo in quelle occasioni e andò a prendere lo zaino, per poi porgerglielo.
"Robert."
Non lo chiamava mai con il suo nome per intero.
"E' andata così."
Lo vide annuire sconsolato e poi Eric gli mise una mano sulla spalla.
"L'importante è saper galleggiare."
Rob rise ed entrambi sapevano il significato di quella frase. Ad ogni compito o interrogazione, Robert diceva sempre in quel modo ad Eric per tranquillizzarlo. Sarebbe andata bene in ogni caso, ma almeno non sarebbe stata una insufficienza.
"Galleggiamo, allora."
Si sorrisero e sembrò per un attimo che tutto fosse tornato al suo posto, in fondo la rabbia nei confronti di Rob era mista ad un po' di invidia. Un'invidia di quella buona, che faceva in modo che coesistesse con l'ammirazione inconscia per il modo in cui si approcciava a Claire. Adesso, che Eric si era finalmente sbloccato, rimaneva esclusivamente infastidito dal fatto che non gli avesse detto niente. Adesso, era solo infastidito che Robert non gli avesse mai parlato di Claire e di cosa provasse per lei, considerando che parlava di lei come una ragazza diversa da tutte le altre con cui si era precedentemente approcciato. Mel interruppe quel flusso di pensieri, chiamando il gruppo e indicando loro la bacheca: avevano pubblicato le date degli orali.
Claire fu la prima a correre verso la bacheca di legno e, sfortunatamente, vide che la lettera sorteggiata era la "F" ed il suo cognome era l'unico all'interno della sua classe che iniziasse con quella lettera. Era la prima del primo giorno e non avrebbe avuto modo di capire come fossero gli altri orali perché lei sarebbe stata la prima cavia, in assoluto. Eric, avendo il cognome con la lettera successiva, sarebbe stato subito dopo lei. Fino a quel momento, pensava che la vicinanza tra i loro cognomi fosse una coincidenza incredibile e che fosse il modo in cui l'universo voleva comunicare loro l'inevitabile vicinanza, ma in quel caso le dispiaceva e anche tanto. Sperava che la sfiga potesse colpire solamente lei, nonostante non fosse assolutamente possibile. Tutta l'ansia e la tensione le si era scaraventata addosso e cominciò a correre via dal cortile, ripetendosi che era la solita sfigata a cui succedevano sempre le cose. Sentiva il suo gruppo chiedere tra di loro cosa le stesse succedendo e solo quando Mel la richiamò si rese conto che stava pure ridendo e che quel suo comportamento non era neanche lontanamente normale.
"Che ti sta succedendo?"
Claire si fermò e si girò di botto.
"Sono la prima."
"Da qualcuno dovevano pur iniziare."
Come sempre Melanie vedeva il bicchiere mezzo pieno, ma non era soddisfatta da quella risposta, era evidente che fosse incompleta e che quell'atteggiamento non fosse tipico di Claire.
"Ed Eric mi ha detto che mi ama e ieri stavamo per farlo a casa mia."
L'amica sbiancò in faccia.
"Niente di ché."
"Claire, ma sei impazzita?"
Le prese il braccio e fece in modo che il gruppo non riuscisse a vederle.
"Non è niente di ché il fatto che sono successe le due cose che tu speravi da tutta la vita?"
Claire scrollò le spalle.
"Ma lo senti quello che ti sta uscendo dalla bocca?"
"Non è successo niente di importante."
Mel la guardò, con infinito disprezzo.
"Sei diventata una delle persone che odio, quelle che non sono mai contente di ciò che hanno e che devono crearsi problemi dove non ce ne sono."
Claire provò a controbattere, ma non uscì nemmeno un suono dalla sua bocca; era come se le sue corde vocali si fossero atrofizzate e Mel, non ricevendo risposta, andò via. Aveva ragione, aveva tutto e non ne era contenta, forse si meritava davvero quel senso di insoddisfazione che sentiva costante nella sua vita. Si spostò i capelli dal viso, sistemandoli dietro le orecchie e, con la visuale libera, notò che Eric si stava avvicinando verso di lei.
"La fortuna non è mai stata dalla nostra parte, eh?"
E Claire era sicura che quella frase avrebbe potuto applicarla a ciascun aspetto della sua vita.
Qualche giorno dopo
Con l'orale alle porte, Eric si era chiuso in casa a studiare. Aveva deciso di mettere completamente tra parentesi ciò che era successo tra lui e Claire la settimana precedente e far finta che fosse solo un sogno, per la prima volta nella sua vita aveva deciso di spegnere le emozioni, escludendole completamente. Era riuscito a dormire e a mangiare tranquillamente, senza che l'ansia lo mettesse in agitazione e senza che la stessa gli impedisse di avere il giudizio offuscato. Quel martedì mattina, giorno che avrebbe ricordato per il resto della sua vita dato che avrebbe segnato la fine di quei stramaledetti anni di liceo, non era ansioso e nemmeno preoccupato, era solo pronto a dare il meglio di sé e a prendersi ciò che si meritava.
Era arrivato lì alle 8 e si era posizionato davanti alla classe dove si sarebbero svolti gli orali; dopo un paio di minuti, era arrivata Claire con svariati fogli in mano, tutti stropicciati e scarabocchiati. Gli aveva sorriso, sperando di rassicurarla in quel modo, e poi si era messa a ripassare; aveva un'aria diversa, anche se Eric non sapeva spiegarsi cosa la rendesse tale. Nonostante il rumore della suola delle sue scarpe a contatto con il pavimento, aveva percorso tutto il corridoio per raggiungere Claire. Si era messa a ripassare in una vecchia panca, messa lì perché in quella parte della scuola non ci andava mai nessuno, e andò a sedersi accanto a lei, sperando di non disturbarla.
"Andrà tutto bene, non preoccuparti."
Posò una mano sulla sua spalle, notando come per la prima volta non si fosse irrigidita a quel tocco.
"Son più tesa per come sono andati gli scritti che per altro."
Eric, fino a quel momento, non ci aveva ancora pensato, ma le sorrise, nonostante lei guardasse un punto non definito davanti a sé.
"Figurati se non hai preso il massimo."
"Speriamo."
Claire scrollò le spalle, facendo finta che non le importasse e rigirando quei fogli stropicciati, ma Eric sapeva che da quei punteggi dipendeva in gran parte la possibilità di studiare fuori. Era sicuro che, nonostante non ne avessero più parlato, quello era uno dei motivi per cui Claire continuasse a rimandare il loro confronto riguardo ai propri sentimenti.
Chiamarono il nome della ragazza qualche minuto dopo ed Eric la seguì, silenziosamente. L'ansia che fino a quel momento non aveva percepito si riversò direttamente dentro alla sua pancia, che aveva iniziato a brontolare. La cosa assurda era che quello stato emotivo non era per lui ed il suo esame, ma per Claire. Sapeva quanto fosse importante per lei quel momento e sperava che andasse tutto bene.
"Allora signorina, da cosa vuole partire?"
Claire aveva appena concluso il suo orale.
Era riuscita a dare il meglio di se stessa durante quei 10 minuti, aveva preso il punteggio massimo nelle prove scritte e aveva risposto bene a quasi tutte le domande fattele dai professori, qualche titubanza in fisica ma per il resto tutto era filato liscio come l'olio. I primi volti familiari che vide furono quelli dei suoi genitori, entrambi sorridevano soddisfatti e sua sorella si era precipitata ad abbracciarla, sussurrandole all'orecchio quanto fosse orgogliosa di lei.
"Sei troppo brava, Claire."
Pochi secondi dopo Mel si era unita a quell'abbraccio e, nonostante non si parlassero dalla terza prova, Claire la strinse più forte a sé così da chiederle implicitamente scusa. Sciolsero quell'abbraccio poco dopo e la ragazza ebbe appena il tempo di incrociare i suoi occhi con quelli di Eric, prima che chiamassero il turno del suo migliore amico.
Non era ancora riuscita a rilassarsi perché era come se l'esame non fosse ancora finito per lei, come se insieme ad Eric sarebbe stata interrogata anche lei. Copiò gli stessi movimenti, che poco prima Eric aveva fatto con lei, e quando lo vide sedersi sentì l'agitazione salire. Non avevano mai parlato della rilevanza degli esami di stato per Eric, ma sperava con tutto il suo cuore che potesse prendere il massimo per via del suo interesse smisurato ad ogni singola cosa. In quegli anni Eric era sempre stato il ragazzo che alzava la mano per gli approfondimenti, che non dava mai niente per scontato e sperava davvero che i professori tenessero conto di quello, oltre che della sua preparazione.
"Anche lei ha preso il massimo nelle prove scritte."
Per un attimo si era sentita stranamente sollevata, poi si era irrigidita nuovamente nel sentire le domande dei professori.
***
Era andato tutto bene anche ad Eric e quando lo avevano congedato, Claire aveva cominciato a respirare senza che il diaframma le si bloccasse in mezzo al petto: adesso erano davvero liberi da qualsiasi cosa. Vide i genitori del ragazzo congratularsi con lui, Robert, Mel ed Amy fare lo stesso e poi si rese conto di essere rimasta l'unica a non aver detto niente. I piedi si mossero velocemente e corse ad abbracciarlo, aveva fatto quell'azione tante volte, ma adesso aveva assunto un significato diverso. Con quell'abbraccio volevo trasmettergli quanto fosse fiera di lui e quanto si meritasse tutto ciò. Lo strinse più forte a sé, quasi stritolandolo e nemmeno per un secondo sentì la presa di Eric venire meno a quella stretta. Era come se il mondo si fosse fermato per un attimo e ci fossero solo loro, stretti in quell'abbraccio. Claire, che poco prima aveva chiuso gli occhi per godersi quel momento, li riaprì bruscamente ritornando alla realtà e allontanandosi da Eric, ma continuando a guardarlo. In quel momento si ricordò che Eric e lei all'inizio dell'anno si erano promessi che, appena finiti gli esami, sarebbero andati al mare.
"Claire, ti giuro che la prima cosa che faccio non appena finiamo questa maturità di merda è farmi un bagno al mare."
La ragazza aveva riso.
"Mi immagino te che corri, che urli 'vaffanculo maturità' e che ti tuffi a mare."
Eric aveva cominciato ad annuire.
"Con tutti i vestiti, eh."
Si era messa la mano destra davanti alla bocca per contenere le risate.
"Certo, con tutti i vestiti. Altrimenti non c'è soddisfazione."
Il ragazzo rise insieme a lei ed entrambi si fissarono mentalmente quell'appuntamento, sperando che nessuno dei due se ne dimenticasse.
"Ti ricordi dove dobbiamo andare adesso, Eric?"
"Al mare."
Iniziarono a sorridersi, riconoscendo che entrambi se ne erano ricordati.
"Andiamo a casa e poi ti passo a prendere tra mezz'ora."
Claire si fece accompagnare a casa da suoi genitori, che sarebbero andati prima ad accompagnare Vicki all'oratorio dove faceva animazione e poi al lavoro, e posò tutti gli appunti sullo scaffale. Era come se con quel gesto avesse davvero concluso gli anni del liceo, era come se adesso potesse lasciarsi alle spalle quei cinque anni e decidere per sé e per il suo futuro. Sentì il citofono suonare e si precipitò a rispondere, per poi scendere verso Eric. Salì sul motorino, afferrando velocemente il casco e in poco meno di mezz'ora si ritrovarono al mare. Posarono gli zaini e si tolsero le scarpe e i calzini, gettandoli con noncuranza sulla sabbia e poi cominciarono a correre, entrambi con un paio di jeans e una banale maglietta a maniche corte addosso. Vide Eric girarsi verso di lei e afferrarle la mano, stringendo le dita attorno alle sue e poi correre ancora, forse più velocemente. Claire si sentiva libera, come non lo era mai stata in vita sua e si rese conto che correre verso il mare era una di quelle cose che da quel momento in poi avrebbe amato fare per tutta la vita. Avevano i vestiti inzuppati, li guardavano tutti quanti ma Claire rideva e, osservando Eric, anche lui faceva lo stesso. Iniziò a urlare, fregandosene che avrebbe potuto attirare maggiormente l'attenzione su di sé.
"Siamo liberi."
Ed Eric le faceva da eco.
"Siamo liberi."
Avevano corso fino al mare ridendo, mano nella mano, e adesso Eric sentiva l'impulso di baciarla. Si tuffò dentro l'acqua, bagnandosi completamente, e quando riaprì gli occhi vide Claire a pochi centimetri da lui che aveva seguito il suo esempio. Smise di sorridere, divenendo serio e poi si avvicinò a lei e alle sue labbra. Entrambi riuscivano a toccare la sabbia con la punta delle dita dei piedi, ed Eric durante il bacio fece in modo che si muovessero e si posizionassero dove riuscivano ad avere una maggiore stabilità. La sentì rigida fino a quando non toccarono del tutto la sabbia con i piedi, tanto che si avvicinò a lui dando maggiore intensità a quel bacio. Eric per un attimo ebbe la sensazione che stessero insieme, continuò a baciarla senza sosta e con le mani ad avvicinarsi alla sua schiena. Claire, aiutata dal mare e dalle mani di Eric, cinse i fianchi del ragazzo con le sue gambe. Eric era consapevole che in quel modo lei riuscisse a sentire la sua erezione, ma lei non sembrava badare a niente di tutto ciò. In quel momento, il ragazzo si rese conto che se Vicki non li avesse interrotti si sarebbero ritrovati davvero a fare l'amore sul letto di camera sua. Quasi spinto da quella consapevolezza afferrò i glutei di Claire con decisione e, nonostante l'avesse vista trasalire, spostò i suoi baci dalla bocca al collo. L'odore di Claire, nonostante il mare, era quasi inebriante e lei respirava più forte ad ogni bacio, quasi fosse la prima volta che qualcuno la baciava e la desiderava in quel modo.
Solo che avvicinarsi così non sembrava giusto, si bloccò, lasciò che i piedi di Claire poggiassero nuovamente la sabbia e la parte più razionale di sé prese il sopravvento. Non era un modo per rifiutarla o altro, voleva solo avere un po' di rispetto per se stesso. Claire si avvicinò di nuovo a lui, provando a riprendere a baciarlo, ma Eric bloccò quel gesto iniziando a parlare.
"Questi baci non significano niente se non ne parliamo."
Solo lui sapeva quanto fosse faticoso allontanarsi da quelle labbra.
"Possiamo baciarci anche mille ore, non ne ho problemi, ma..."
Aveva lasciato la frase a mezz'aria, aspettando che Claire la continuasse.
"Ma se non parliamo non sai che significato attribuire."
"Claire, mi hai detto che avremo parlato e credo che non sia giusto farlo adesso."
La vide annuire.
"La maturità è appena finita, Eric."
"E ancora non sai nemmeno se andrai in Inghilterra."
Lo fissò, come stupita che lui potesse prestargli così tanta attenzione.
"No, ancora non lo so."
Era sicuro che non ci avesse più pensato.
"Allora è inutile baciarci. Ne parleremo in futuro, Claire."
Le aveva sorriso, credendoci poco, e si era diretto verso la riva con l'acqua ad impedirgli di andare più veloce. Prese dal suo zaino l'asciugamano e cominciò a tamponarla sulla sua pelle, voleva evitare di salire in motorino bagnato perché era sicuro che si sarebbe preso la febbre.
Claire rimase ferma in acqua qualche minuto, vedendo Eric allontanarsi sempre di più e si rese conto che con quegli atteggiamenti così scostanti non aveva fatto altro che ferirlo. Effettivamente, lei non sapeva dove sarebbe stata nel futuro prossimo ed era pure inutile parlare di qualcosa adesso dato che non sapeva nemmeno da dove cominciare. Era ancora sconvolta dall'esame di maturità e da quei baci scambiati poco prima, sapeva di non essere lucida, sapeva che nonostante fosse consapevole dei sentimenti nei confronti di Eric non poteva prendere in quel momento una decisione: non era affatto lucida. Si immerse in acqua, tappandosi il naso e per una volta riuscì a sentire solo il suo respiro. Non c'erano pensieri, non c'erano sentimenti, c'era solo lei e il suo respiro, che in qualche modo le confermava che fosse viva. Ma, senza sentimenti e pensieri, poteva davvero definirsi viva?
Riemerse dall'acqua qualche secondo dopo e poi si avviò verso Eric, già con il borsone in mano.
"Vado a cambiarmi."
"Ti accompagno, Eric."
Lui sembrò non capirne il motivo.
"Di solito le serrature qui son sempre rotte."
"E' vero."
Annuì convinto e Claire seguì i suoi passi. Con le scarpe bagnate veniva più semplice camminare, soprattutto se i suoi piedi aderivano alle impronte del ragazzo. Andarono in silenzio verso gli spogliatoi, con i raggi del sole a riscaldare in parte i vestiti bagnati. Si fermarono davanti alla porta di legno bianco e lo vide entrare per primo.
"Allora fai attenzione tu."
Claire annuì, scontatamente, e si sedette sopra il proprio zaino. Sentiva ancora la stessa sensazione di quando, poco prima, era sott'acqua, riusciva a sentire ancora la sabbia tra le dita dei piedi e rumori ovattati provenienti dalla spiaggia, ormai troppo lontana. Sentì Eric aprire la porta ed uscire, facendole cenno di entrare e guardando insistentemente l'orologio. Lo guardò, di rimando, anche lei notando che si era già fatta l'ora di pranzo e si precipitò a cambiarsi. Per la prima volta in vita sua non pensava a niente, era solo preoccupata di arrivare tardi per il pranzo senza che avesse compiti a cui pensare o interrogazioni da preparare. Cambiò la maglietta velocemente e lo stesso fece con i pantaloni, prese un elastico e, nel frattempo che raccoglieva i capelli, vide la porta dello spogliatoio aprirsi.
"Claire, l'ultima volta e poi mi riprendo la mia dignità."
Aveva ripreso a baciarla come quando erano a mare, poco prima che si fermasse, e anche lei continuò in quel modo. Sentiva le sue mani percorrere ogni centimetro del suo corpo e lei faceva lo stesso, se fosse davvero stata l'ultima volta voleva imprimersi bene Eric nella mente. Era in balia dei sentimenti ed era quello tutto ciò che contava in quel momento.
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Unspoken words.
RomantiekEric e Claire si incontrano dopo tre anni. Hanno tanto da dirsi, da raccontarsi ma si parlano sempre allo stesso modo con parole strozzate, omesse, mai dette a fare da sfondo. Tre anni passati a dimenticarsi, a non parlarsi, a superare tutto quel te...