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Il ragazzo biondo se ne era andato senza dire una parola.
Thomas gli urlò il suo nome, sperando che anche l'altro si presentasse. Ma non lo fece. Si girò ed uscì dal parco.
Thomas rimase tra gli alberi quasi spogli, solo.

Arivato a casa, Thomas si tolse la giacca e la gettò ai piedi delle scale. Salì in camera sua e si chiuse la porta alle spalle.
Sì buttò sul letto facendo cadere il cuscino.
Si mise a fissare il soffitto.
Pensò al ragazzo biondo del parco. Ai suoi occhi castani. Alle sue mani che si muovevano veloci per disegnare.
Dio, sapeva disegnare così bene. Avrebbe voluto sapere disegnare così anche lui.
Si chiese se quel ragazzo frequentasse la sua stessa scuola.
Forse no. Altrimenti si sarebbe accorto di lui.

A cena Thomas non mangiò molto. Continuava a giocare con il cibo, senza mangiarlo. Al che la madre si arrabbiò.
"Thomas, smettila di giocare con il cibo e mangia!"
"Non ho fame" disse alzandosi da tavola.
Uscì di casa e rimase sui gradini davanti alla porta dell'entrata.
Fissò il cielo scuro, illuminato dalle stelle. E sorrise.
Da piccolo gli raccontavano che le stelle erano i pensieri felici della persone che volavano in cielo a decorare il mantello della notte.
Forse anche il pensiero del ragazzo biondo che disegnava era lassù. Era un pensiero felice per Thomas, quello.

Can a drawing change your life? |Newtmas|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora