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Newt stava disegnando. Non poteva farne a meno.
Il disegno erano le parole che non uscivano dalle sue labbra, il suo modo di comunicare.
Ma quella volta non riusciva a disegnare. La sua mente vagava e non prestava attenzione ad un pensiero per più di pochi secondi.
Colse un movimento in lontananza con la coda dell'occhio.
Vide un ragazzo, alto e moro.
Non ci fece molto caso, ma la sua presenza, seppur lontana, continuava a distrarlo. Cosi si decise a guardarlo.
E forse fu un errore.
Il ragazzo moro che tante volte in pochi giorni la sua mano aveva ritratto era lì.
Ebbene sì, Newt aveva disegnato svariate volte Thomas, il ragazzo che aveva conosciuto solo qualche giorno prima. E ora era lì, cosi vicino eppure cosi lontano.
Il biondo tornò a posare lo sguardo sul suo foglio, sforzandosi di produrre arte, ma invano.
Sentì il rumore delle foglie schiacciate e dedusse che Thomas si stava avvicinando. Newt arrossì, anche se non ne comprendeva il motivo.
Thomas gli si sedette affianco.
Il biondo, non disse nulla, temendo di rovinare quel silenzio.
Così parlò il moro.
"Ciao" lo salutò con tono cordiale.
Newt non rispose e notò che questo suo silenzio fece accigliare l'altro ragazzo.
"Forse potresti salutare anche tu" propose Thomas.
"Non parlo con gli sconosciuti" ribatté il biondo alzando lo sguardo sul suo interlocutore.
Thomas stava parlando, ma Newt non sentiva niente. Si era perso nei suoi occhi e se abbassava lo sguardo vedeva quelle bellissime labbra che si muovevano mentre parlava.
Il biondo si accorse di essersi incantato e scosse la testa. "Come hai detto?" chiese all'altro confuso.
Thomas sospirò. "Non mi stavi ascoltando, vero? Comunque stavo dicendo che noi non siamo sconosciuti"
Newt dovette ammettere che aveva ragione.
Il moro continuò "Quindi, visto che tu conosci il mio nome, potrei conoscere il tuo?"
Il biondo si passò una mano fra i capelli mormorando una risposta "Newt."
"Newt" ripeté Thomas più volte "è strano. Ma mi piace"
Il biondo sorrise e portò lo sguardo sul blocco di fogli posati sulle sue gambe. Thomas seguì il suo sguardo e prese il primo foglio sul quale Newt aveva tracciato vari segni.
Il biondo cercò di riprenderselo ma invano: il moro si era alzato dalla panchina e si era allontanato ridendo.
Newt rinunciò. Con la sua gamba difettosa non poteva certo corrergli dietro.
Thomas tornò a sedersi affianco all'altro ragazzo, porgendogli il foglio. "Vorrei saper disegnare" sospirò allungando le gambe davanti a sé.
Newt lo guardò spostando la testa di lato. "Potresti seguire un corso"
Il moro si girò verso di lui e Newt si sentì avvampare.
Quel ragazzo gli faceva uno strano effetto.
"Forse potrei, ma non credo che qualcuno voglia avere a che fare con me" rispose con tono triste.
Newt era perplesso "Perché? Sei un così bel ragazzo e credo che tu sia anche simpatico"
Fu quando Thomas gli sorrise che il biondo si accorse di ciò che aveva detto. Si diede mentalmente dello stupido e sperò che l'altro non desse importanza al fatto che uno sconosciuto gli avesse detto che era bello.
"E così sarei un bel ragazzo?"

Can a drawing change your life? |Newtmas|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora