ENTUSIAMO("EN-THEOS")

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Quello non fu un sabato normale, quella non fu una sbornia, quella fui permeato da qualche strana forza soprannaturale.Sapete come é la nostra generazione no? profana tutto, ha fatto dello scopo ludico del mondo l'unica vera religione.Così prende cose con che scottano e ci gioca : "sanno un cazzo questi anziani del fuoco".Così ci sono video su internet che mostrano morti in diretta, si fuma del tabacco mentre si gioca con le slot machine e ci si droga allegramente mentre si ascolta della musica che musica non é. È il nuovo liberalismo,forgiato da una tremenda ignoranza di fondo : non è detto che si viva male."Gli andiani si sbagliavano a venerare il tabacco, come si sbagliano gli sciamani,noi arriveremo più in là"; bene, questo potrebbe essere un pensiero, se pur poco argomentato, che potrebbe fare da base al nostro modus vivendi.In realtá non é mai esistito niente di tutto ciò: fumo così perché così ho visto fumare mio padre e mi drogo allegramente così perchè è così che si divertono i miei amici.Se vi piace di più la prima giustificazione fate parte di un gruppo giovanile emergente, che conta all'incirca 5 o 6 membri in tutto il globo terrestre: i giovani coscienti e sinceri.Per me invece fu diverso, fui ancora più ignorante del tutto: mi drogarono.No, non è la stessa scusa che usano queste ragazzine new age una volta arrivate in ospedale alle 5 di mattina, o almeno lo è solo formalmente.Cosi, sicuro che il mio amato negroni non mi avrebbe ucciso, o almeno non subito, bevevo piano piano facendo un giro per il locale."Cazzo che botta!", fui improvvisamente invaso da una tremenda voglia di fare tutto quello che mi passava per la mente, ma prima, per concepire tutto ciò e farmi un bel programmino, mi accesi una sigaretta.Iniziai a provare una sintonia con la musica e con l ambiente circostante tale che, subito si stampò sulla mia faccia un bel sorriso a 67 denti.Una ragazza mi cadde davanti, la raccolsi, la baciai ma non a stampo: fu un bacio alla francese.Ma che succedeva? Cominciai a ballare e più sorridevo e più mi sorridevano.C erano persone che addirittura mi prendevano con vigore esultando, come se fossi una star.Urlavo anchio e quando non volevo più, me ne andavo."mi ci vuole un'altra sigaretta", presi il pacchetto, era vuoto.Senza pensarci un attimo lo chiesa ad una moretta riccia che mi sorrise dicendomi:" andiamo a fumarcela insieme".Ma che succede? Dio santo,forse proprio questo significa essere sulla scia dell entusiamo, forse sono queste le sincronie di cui parlava Jung, forse avevo finalm..."o ma che cazzo fai?" Mentre pensavo a tutto questo , diedi una grossa spallata ad un energumeno tatuato che era venuto sotto la mia faccia con tono minaccioso.Gli accarezzai la testa, presi la ragazza con savoir faire e mi allontanai: rimase basito.E chi l avrebbe detto mai: riuscire a capire il satiagraha di Ghandi in un posto in cui fanno musica elettronica.Fumai e mi piacque molto.Sapete non era la solita sigaretta, era la stessa sigaretta che fumavano gli indiani infatti, avendone una soltanto ce la passammo come si fa in una vera tribù, occidentalizzando un po' l'atto, fissandoci nelle palle degli occhi.Questo significa capire e superare: emulare.Ci sputavamo il fumo in faccia ed il nostro sguardo poneva l'attenzione prima su una pupilla, poi sull'altra, poi sul naso, poi sulla bocca: era meglio di fare l'amore.Non c'entrava il pene sapete, anzi mi scordai di avercelo, era una cosa che andava oltre, era respirazione, erano erano vibrazioni, erano chimica, era etere in movimento o come cazzo vi pare: era bellissimo.Me ne andai; bisogna conoscere bene il momento in cui una cosa può solo che scendere e quello era senza dubbio un non plus ultra, un parossismo, una cima di una montagna da cui si può solo scendere, ormai.Era forse la prima volta nella mia vita in cui azzeccai il giusto momento per andare via.Come una creatura selvatica mi misi a vagare e vagare fino a che, il richiamo della savana mi portò proprio lì, sotto quella bocca di urlante che vomita musica: sottocassa.Mai una cosa che picchia così forte mi aveva fatti così bene.Il mio battito era divenuto un tutt'uno con il suono della musica e con i cuori di quelle persone che erano lì.I pensieri non erano più formati da parole ma da emozioni, intuizioni veloci pensai a me, a mia madre, a quando ero piccolo, ma non con nostalgia no, ridevo ed ero divertito dall'immensa finzione che era riuscito a creare l'essere umano; non provai più odio ma un profondo rispetto ed un senso di appartenenza ad una razza che, se pur con tutti i suoi limiti, si era riuscita a costruire una storia.Ero uno di loro;capii la compassione cristiana, permeato da un dio greco: Dioniso.Cominciai a provare una sorta di amarezza per le persone infelici, ero veramente triste per loro e per le loro insoddisfazioni, potevo e sapevo aiutarle, ora che ero io a plasmare la realtà e non ero più solo una vittima sacrificale del mondo.Era come se si fosse invertito il fulcro dell'energia, come se un'enorme massa atomica si trovasse in me e fosse così forte da poter piegare quella del mondo, che continuava a nutrirmi.Ero come attaccato ad una sorgente di vita,di energia infinita, ma non ero un semplice tramite, non un semplice ricettore: ero un polo.Chissà se un giorno riusciranno a dimostrare scientificamente tutto questo eliminando ogni qualsivoglia tabù. Come sempre prima arriva l'intuizione e solo dopo si riesce a dargli una spiegazione razionale, il problema sono quei conservatori oserei dire aristotelici, che continuano a tapparsi gli occhi anche difronte all'evidenza; il mondo ha bisogno di Galilei, il mondo ha bisogno di Ulisse, il mondo ha bisogno di eroi,il mondo ha bisogno di me, perché era proprio uno di loro che mi sentivo in quel momento.Promettei più e più volte a me stesso di essere sempre così: impavido, compassionevole ed estremamente lucente.Talmente sicuro di me da poter ostentante umiltà, talmente felice da non dover sorridere troppo, talmente grande da poter pensare cose piccole.Promettei di essere sempre un letto per tutti, un letto su cui ci si può appoggiare sempre ma solo per riposare, mai per dormire.Una sorta di lettino da spiaggia, da campeggio.Capii in un istante che cosa significasse veramente essere illuminato, la traduzione letterale di "buddah" per chi non lo sapesse.La fisica quantistica, le vibrazioni, la ripresa delle tradizioni sciamaniche, l essere positive, le tradizioni orientali, il dio Bacco, fecero tutte un grosso sunto nella mia testa, che esplose in un dolce canto:

Che lo chiami dio

Che lo chiami coscienza

Che lo chiami bambino

Che lo chiami sentimento poetico

Che lo chiamo entusiasmos

Che la chiami libido

Che lo chiami nirvana

Che lo chiami illuminazione

Buddah

Cristo

Shiva

Allah

Madre natura

Devi capire che non cambia un cazzo

Ottuso coglione

Ciò che conta è che si trova

In tutte le persone e che

Si deve risvegliare

Digrigna i denti

Nell uomo che non ha realizzato i suoi sogni

E lo fa di notte

mentre tu di giorno,dormi.

Non né capisco il motivo ma l'ispirazione si rivela sempre sotto forma di strani rumori,di musica e la poesia ha sempre dato alle parole una melodia.

Tornai a casa, dormii, mi svegliai: era rimasto solamente un forte mal di testa,chissà, forse l'avevo riutilizzata dopo troppo tempo.

TERRITORI MISTICIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora