Capitolo 3

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Era ormai passata una settimana da quando Ashton era apparso ed era diventato ufficialmente parte della mia classe. D'un tratto avevo cominciato a chiedermi se il mondo fosse davvero così piccolo come diceva il detto, perché in questo caso lo era stato,anche troppo.

Aveva ormai fatto amicizia con la maggior parte e aveva persino socializzato un po' con il mio migliore amico.
Alex lo trovava simpatico e io sapevo che era così, ma avevo preferito tenere le distanze nonostante tutto. L'ultima cosa che volevo era una confronto con lui,avevo lasciato tutto a Sidney e non potevo permettermi di fare un salto indietro.

Ashton mi aveva sempre incuriosito.

Il suo carattere,le sue amicizie,il mistero che ho sempre visto nei suoi occhi. Ciò che mi era meno chiaro erano le emozioni che scatenava dentro la me di allora,senza un motivo preciso e un po' come adesso,mentre me lo ritrovo nuovamente davanti.

La sua presenza mi faceva rendere conto di tutto quello che mi ero persa insomma,
tutto quello che sarebbe potuto succedere se nei primi anni di liceo o per il resto dei mei giorni fossi rimasta in quella città,quello che sarebbe potuto succedere se fossi rimasta con lui.

Magari,se fossi rimasta a Sidney e l'avessi visto partire alla volta dell'Italia,avrei pianto parecchio quando mi avrebbe annunciato la sua partenza. Magari ci saremmo messi insieme,chi lo sa.

Questi pensieri mi tormentano da quel 7 luglio,il giorno che salii su quel volo che durò un numero indefinibile di ore per arrivare qui a Chicago.

C'erano tutti i miei amici tranne lui.

Piansi così tanto quel giorno.

Ora mi chiedo,cosa ci fa lqui?Ci ho messo due anni a renderlo solo un ricordo sbiadito e ora che fa?
Riappare e risveglia quel poco rimasto.
Devo mantenere la calma e decifrarmi,non capisco ciò che sento.

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lunedì, la mia voglia di vivere  a farsi fottere
Erano le sei e mezza del mattino,mi ero appena svegliata,e l'ultima cosa che volevo fare era alzarmi dal letto.

Del tutto convinta che oggi non sarebbe successo niente di buono,e decisa a non alzarmi,accesi il cellulare e cominciai a prepararmi,facendo partire la riproduzione casuale su spotify.

Guardai lo specchio a figura intera e feci una smorfia davanti allo spettacolo che osservavo: un aspetto orribile.

Decisamente convinta a non voler restare un minuto di più a osservarmi presi una sorsata dalla bottiglia d'acqua che avevo poggiato sulla cassettiera e cercai di abbinare dei vestiti.

Selezionai felpa grigia e jeans, niente di stretto e niente che possa infastidirmi in qualche modo stringendo o non permettendomi di stare al caldo.

Salì al piano di sopra e presi
due biscotti e lo zaino, riponendo all'interno il cellulare e le cuffie,i mei genitori erano partiti quella mattina quindi Alex si era gentilmente offerto di farmi compagnia durante il tragitto

Aperta la porta vidi il ragazzo seduto sul gradino ad aspettarmi,lo salutai e il percorso cominció.

Parlammo delle solite cazzate di cui possono parlare due sedicenni poco lucidi alle 7:30 del mattino,compiti,film e musica sta volta.

Appena arrivammo a scuola andai a salutare Mary e Ellie le mie amiche più fidate,le adoravo proprio come Alex,anche se eravamo in classi diverse. Il tempo ci aveva portate a discutere spesso,soprattutto con Ellie,ma eravamo rimaste in una pace apparentemente definitiva.

Cercai con gli occhi Ashton ma non lo trovai.

Mentre ero intenta nel gesto qualcuno mi venne addosso,mi sentii presa in giro dal destino.           Cosa voleva il cosmo da me?
Caddi a terra per la forte spinta e lui barcollò ma riuscì a rimanere in piedi.

"Scusa io..."

Sentii delle scuse provenire da dietro di me mentre guardavo i mei jeans, ora con vari strappetti qua e là e una macchiolina di sangue sul ginocchio destro,i miei gomiti erano sbucciati come altre piccole parti delle mie braccia. Fanculo allo sterrato di questo vialetto.

Sentii Alex piombarmi davanti seguito dalle mie amiche,tutti erano rivolti nella mia direzione,volevo solo alzarmi e entrare per sfuggire agli sguardi di tutti.

Alzai la testa per accettare l'aiuto del distratto che mi era venuto addosso e,quasi scontato se ci si pensa,trovai due occhioni verdi a fissarmi. Volevo dire qualcosa,ma ci fissammo e basta,mi sentii paralizzata.

"Amico so che è carina ma oltre a fissarla potresti anche darle una mano!"

Sentii la voce di Alex interrompere quel silenzio e il contatto formatosi tra i nostri sguardi,non avrà visto che lui aveva già teso la mano e che quella immobile ero io.

"Scusa mi dispiace tanto,mi ero distratto e...è colpa mia scusa"
Disse il moro risvegliandomi,accettai l'aiuto e mi alzai.

Rabbrividii a quel contatto,probabilmente non si ricordava neanche di me,d'altronde era cambiato tanto da allora,avrebbe avuto senso.

Mormorai un "tranquillo",presi lo zaino e con passi veloci- e doloranti -entrai nell'edificio praticamente inseguita da Alex.  Sentivo che mi chiedeva gentilmente di fermarmi,gridando con una voce al quanto preoccupata.

Mi catapultai in bagno per sciacquare i lividi e cercare di ripulirmi quando sentii qualcuno appoggiarsi allo stipite della porta,girandomi istintivamente.
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Spazio autrice🎧
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C.👽

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