Capitolo 8

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"Bene, ragazzi! Il momento che so che tanto aspettavate, è giunto!" dichiarò Laura, posando sul tavolo una cesta piena di detersivi, spugne, spray e prodotti per la pulizia della casa. Era domenica mattina; i ragazzi avevano appena terminato le due ore di lezione che toccavano loro, ma avrebbero di gran lunga preferito continuare a sentire starnazzare la Van Bittel, o sottoporsi agli esercizi estremi di Anna o alle stramberie di Seneph, pur di non dover imbracciare spazzoloni e secchi d'acqua.

"Oh, no, per favore!" piagnucolarono all'unisono, nessuno escluso.

"Ma è proprio necessario dover pulire?" chiese Nicholas, il faccino disperato che meglio gli riusciva.

"Ovvio che sia necessario, Nicholas. Ma che domande fai?" lo rimproverò Schuyler.

"Già, tutto ovvio. Tanto non è mica la signorina a fare i lavori sporchi!" le fece notare, indispettito. Con quel suo sguardo di ghiaccio riusciva a rigirarselo come voleva!

"Non è una mia colpa se sei talmente stupido da lasciarti convincere ogni volta!" ribatté lei, con la solita studiata noncuranza.

"Guarda che lo faccio per te, per non farti rovinare le tue adorabili reali manine!"

"Sappi che, le mie reali manine, non hanno alcun problema a pulire un bagno!"

"Ah, sì? Bene, allora questa volta non mi convincerai a fare nulla!"

"Perfetto, signor Lee."

"Perfetto, signor Lee" le fece eco il ragazzo, con una smorfia di antipatia dipinta in volto.

"Ehm, avete finito ragazzi?" domandò Laura, abituata ormai agli inevitabili battibecchi tra i due: mille sterline che entro l'anno sarebbero diventati una coppia!

"Lo scusi, è peggio dei bambini!" le rispose Schuyler, lanciando un'occhiata sostenuta a Nicholas.

"Oh, e ti abbassi a farmi da baby sitter?"

"Ok, basta così!" dichiarò Laura, tirando fuori dal cesto una bottiglia viola e due paia di guanti. "Piano terra dall'altra parte e dopo salite a dare una mano sopra. Insieme!" ordinò loro, mettendo loro tra le mani il necessario.

Nicholas protestò: "Con lei no!"

"Shh, silenzio. E pretendo di trovare tutto integro. Anzi, per sicurezza, Charles vi darà una mano!"

Charles scattò sulla sedia. "Ma non se ne parla! Perché devo fare da badante a questi due incapaci?"

"Incapace ci sei tu, Ciambellino dei miei stivali!" sbottò Schuyler, usando lo stesso nomignolo che era certa usasse ancora quella mantenuta della madre del ragazzo, quando parlava di lui.

Nicholas indicò i piedi della ragazza: "E ringrazia, ché i suoi sono anche stivali Prada!"

Charles e Schuyler gli rivolsero occhiate interrogative.

Laura batté le mani. "A me gli occhi, gente. Basta parlare, all'opera! Quindi, stampatevi i vostri adorabili e meravigliosi sorrisi sulle labbra, stringetevi la mano e dichiarate una tregua per unirvi insieme contro lo sporco ostinato! Adesso!" intimò, alzando di un filo la voce.

"Ok, ok, andiamo, facciamo i bravi..." borbottò Nicholas, dirigendosi per primo verso la porta. La aprì e si mise di lato, dando la precedenza agli altri due, con un inchino. "Monsieur Lewis, Madamoiselle Kingsley."

"Idiota" commentò Charles, seguendo Schuyler dall'altra parte.

"Uff!" sbuffò Laura appena se ne furono andati. "Che rottura! Ma tornando a noi," – e li puntò uno per uno con l'indice – "nessuno di voi provi a lamentarsi di nuovo!" li minacciò. "Dunque, vediamo. Per ora, Jason e Kristen, salite al primo piano e cominciate, aspettando i magnifici tre. Sempre che sopravvivano. Riguardo agli altri, Caitlin e Daniel vanno qua sopra, Taylor e gli altri due, invece, si occupano delle aule di sotto, e vi rincontrate tutti e cinque qua, dove unirete le vostre forze per far brillare questa stanza!" Sorrise: "Domande?"

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