Il rumore ritmato della ghiaia; il vento che accarezza i capelli come la mano sensuale d'una donna; il sussurrare delle foglie accelerato, imprevedibile, che travolge il viale sul quale egli procede; la luna che splende nel dipinto tetro della notte; e quei luminosi diamanti, sparsi lassù, nella volta celeste.
Un uomo va' percorrendo il sentiero del destino. Già, ma dove sta andando?
Giunge ad un bivio, però se ne rende conto soltanto alcuni secondi più tardi.
«Destra o sinistra?» riporta il cartello di legno al centro della diramazione.
La strada a sinistra sale, quella a destra scende. Rimane immobile, disorientato. Cerca di capire cosa voglia intendere il cartello.
«Devi andare a sinistra, amico mio!» gli suggerisce l'inconscio.
«Ma non starlo a sentire. È più logico prendere la discesa, testa di rapa. Faticherai di meno!» controbatte la ragione.
Sceglie la seconda; quella che gli ha donato la fama, il denaro e le belle donne.
Prosegue lungo il viale, percorre un tratto e nota una pendenza via via maggiore. La ghiaia inizia a rotolare verso di lui; le suole delle scarpe a slittare all'indietro come pattini su ghiaccio.
«Cosa... cosa significa?» strilla mentre il sentiero si trasforma in uno scivolo scosceso.
Il pietrisco muta in spine taglienti. Le spine strusciano sul suo dorso. La morte prova a soffocarlo per mezzo delle braccia del supplizio. Poi l'uomo si ritrova sopra la cima d'un colle affacciato su un mare dal sapore esotico. Avanza di qualche passo, osservando la costa in entrambe le direzioni, spaesato.
«Come sono finito qui? Possibile sia stato un sogno?»
Preda del dubbio, ticchetta l'indice sulla fronte e chiude gli occhi per liberarsene. Non appena li riapre, terrorizzato, scorge una pioggia di sangue tramortire il limpido blu della distesa d'acqua. E poi urla, rigurgiti, frustate e suppliche d'aiuto gli scuotono la testa. Cominciano visioni di una donna - la sua - che impreca grida di dolore, con le mani rivolte al cielo. Un colpo d'ascia per soddisfare la propria gelosia... e il nulla. Lei è morta.
L'uomo si volta. Corre da sconsiderato pazzoide qual'è. Tenta di allontanarsi dall'onda anomala che va' stagliandosi all'orizzonte.
«È tardi», gli rivela un altro cartello comparso dal nulla. «Troppo tardi per pentirsene, piccolo uomo».
Quella stessa ragione lo ha convinto a seguire il sentiero più breve e percorribile, ma ora... ora è morte, la sua.
LA VIA DEL PENTIMENTO E' SEMPRE LA PIU' IRTA DI PERICOLI, EPPURE L'UNICA CHE CI SALVERA' DALLE NOSTRE IRRIVERENZE.