Mi trovavo sul cancello di casa tua, ad attenderti. Eri affacciata lì, dalla finestra, a guardarmi con un sorriso velato sebbene fossi certo che si trattasse di un falso. Io e te sapevamo; ci cibavamo dello stesso amore che ci possedeva, che ci divorava l'anima.
La tua lunga e dorata coda di cavallo, le tue labbra sempre celate da quel leggero strato di rossetto, i tuoi teneri occhi d'acqua pura... Come potevo non innamorarmi di te?
Ma c'era quel cancello; quel maledetto cancello ad occludermi l'accesso al viale di casa tua, farmi salire e... crogiolarci nell'incontro delle nostre metà.
Manchi di un nome; a malapena riesco a scorgerti attraverso la socchiusa porta della mia immaginazione. Ma so che ci sei.
Mai ti ho visto, mai ti ho conosciuto; eppure perché mi sembra di essere sulla banchina di una stazione, in attesa della tua partenza?
C'è ancora quella distanza, quel vialetto di casa tua che ci separa - e sì, continuerò a ripetertelo fino alla fine dei miei giorni. Non mi arrenderò; ti attenderò giorno e notte, tra la pioggia, la neve, la baraonda di tempeste che vogliono strapparmi da te, fino al momento in cui deciderai di scendere e aprirmi la porta di casa per abbracciarmi, schiaffeggiarmi, sussurrarmi carmi di dolcezza, di disprezzo...
Sto per piangere. Sono stanco, e se non mi consentirai di raggiungerti morirò presto, e di dolore, e di lacrime, e di un atroce, inspiegabile male interiore.
No, non andare via amor mio. Non lasciarmi in questa desolata strada qual è il mondo. Accoglimi nel tuo grembo per sempre, sempre, sempre. C'è soltanto il buio là fuori, vedi? Ma attenderò per te. Aspetterò che tu mi dia un bacio, solo uno.
Sei scomparsa. Chissà se sei ti sei andata a rifugiare fra quelle quattro, odiose mura della camera tua, stanca ormai di me. Sì, deve essere così. Forse non sono importante come credevo.
Ma un bacio, solo uno.
Liberami con un bacio, solo uno.
Percuotimi, sotterrami sotto un inesauribile mare di dolore. Lasciami affogare nell'asfalto - si sta sciogliendo!- mentre il mio malessere cresce, e cresce, e così il sole diventa più cocente.
Sto per svenire. Un bacio però, solo uno.
Mi inginocchio. Vorrei morire ma...
Ti prego un bacio, solo uno.
L'aria sta diventando opprimente. Mi sento schiacciare da un gigante. No, non lo è davvero... Soltanto il mio tormento di te; di avere un tuo bacio, solo uno.
I miei occhi si stanno chiudendo. Forse devo dirti addio. Ormai neanche riesco più a trascinarmi per afferrare le inferriate di quel tuo maledetto cancello. Sì, quel crudele, maledetto cancello.
Potessi ti urlerei, ti strangolerei.
Perché mi neghi quel tuo bacio, solo uno?
Ti amo e ti odio, ti odio e ti amo, ma il tuo bacio, solo uno, io voglio.
E... e... e—
Sei tu. Sei qui. Alla fine sei arrivata. Quindi mi vuoi? Accetti il disperato uomo che sono, assetato di te? Del tuo amore? Del tuo bacio, solo uno?
Mi hai accolto tra le tue braccia. Sento il profumo tuo insinuarsi dentro di me. Sì, i miei ricordi di fantasia avevano ragione: è gelsomino.
I nostri nasi che si sfiorano, i miei occhi di innamorato che si fan piccoli piccoli e grandi grandi, indecisi se ossessionarsi sulle tue lentiggini rosate o sul tuo sguardo color del mare. Fuggiamo per sempre, amor mio; fuggiamo da questo mondo che si spacca, si devasta, si uccide.
Avanziamo, sempre avanti, verso il futuro, sotto le macerie di questo castello di violenza che crolla. Freghiamocene, ma non prima di aver ottenuto il tuo bacio, solo uno.
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