Eravamo in macchina, c'era un profondo silenzio e genn mi sembrava particolarmente strano.
Io:" genn, che hai?" gli chiesi titubante della sua risposta.
Genn:"non sono affari tuoi" mi rispose con tono arrogante.
Odiavo quando faceva così.
Io:" dieci minuti fa mi guardavi negli occhi e ora sei un'arrogante con cui non ci si può neanche parlare."
Genn:" bhe io sono così, se non ti va bene arrangiati"
Io:" senti biondo, tu non hai nessun permesso per parlarmi così!"
Genn:" permesso?! Cioè io dovrei avere il tuo permesso per urlarti contro!! Io e te non siamo niente sappilo"
A quelle parole notai che una lacrima mi stava rigando il viso, ma l'asciugai subito per non farglielo notare.
Io risposi:" infatti, noi non siamo niente."
Io:"accosta" urlai.
Ma la macchina non si fermò e allora io aprii la portiera e mi buttai in strada.
Lui si fermò subito mi prese la mano e mi disse:"stai bene?"
Io:" dopo tutto quello che mi hai detto, sai dire solo questo?"
Io mi alzai e iniziai a camminare sempre più veloce, ma dietro di me sentivo i passi di genn che mi rincorrevano.
Ad un tratto mi prese il braccio e mi avvicinò a lui.
Io:" tu pensi che i tuoi occhi possano aggiustare tutto?
Bhe sbagli e ora lasciami andare!!" Gli urlai contro.Genn:" charlotte, fermati"
Sentì la sua voce ma a quelle parole non mi fermai e cominciai a correre.
Arrivata a casa corsi in camera, senza farmi vedere da nessuno.
Mi stesi sul letto e cominciai a piangere, le parole di genn mi avevano ferito.
Pensavo che io gli importassi, dopo tutto quello che aveva fatto per me.
Sentii bussare alla porta.
Alex:" ehi charlotte tutto bene? Ho visto che entravi di corsa in camera?"
Io:" Sisi tutto a posto" gli risposi mentendo.
Quando sentii i suoi passi allontanarsi dalla mia stanza decisi di sistemarmi un po' e di andare a fare una passeggiata.
Uscii dalla finestra in modo che nessuno mi sentisse; presi il telefono e iniziai ad ascoltare in modo casuale tutta la mia playlist di canzoni.
Mi diressi verso un parco, ma ad un tratto vidi genn seduto su una panchina.
Quando i nostri sguardi si incrociarono lui si diresse verso di me ed io cominciai a correre.
Lui mi raggiunse e mi fermò.
Genn:" senti non volevo dire quelle cose"
Io:"ok" gli risposi, ricominciando a camminare.
Genn:" tu sei importante per me"
Io:" ok" gli risposi di nuovo facendolo irritare.
Lui mi fermò prendendomi la mano e buttandomi contro un albero del parco.
Genn:" se mi rispondi ancora una volta con ok, ti molesto!" Mi disse un un sorriso malizioso.
Io:"ok" gli risposi facendolo arrabbiare.
Mi guardò negli occhi e si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia.
Io gli diedi un calcio nelle parti intime.
Lui si accovacciò per terra.
Io:" questo è il dolore che ho sentito quando mi hai detto quelle parole".
Volevo aiutalo ma poi ripensai a quello che mi aveva detto in macchina ricominciai a correre in direzione della casa di Alex.
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Genn pov'sQuanta forza ha quella ragazzina, pensai ancora accovacciato a terra.
Mi rialzai con fatica, accesi una sigaretta e mi diressi verso casa.
Ripensai a quello che era successo in macchina anch'io c'ero rimasto male.
Dopo tutto anche lei aveva detto che noi non eravamo niente.
Arrivato a casa mi trovai Alex davanti con una faccia arrabbiata.
Alex:"puoi spiegarmi perché charlotte stava piangendo."
Io titubante gli raccontai tutto la verità è lui mi costrinse ad andare a chiederle scusa.
Mi diressi verso la casa di Alex suonai il campanello e mi trovai charlotte davanti, con una faccia triste.
Charlotte:" se cerchi Alex non c'è" e mi chiuse la porta in faccia.
Io risuonai il campanello interrottamente e lei riaprì
Charlotte:" ma la smetti"Io entrai spingendola e prendendole la mano.
Ci sedemmo poi sul divano.
Io:" senti non volevo dire quelle cose, tu per me sei importante, lo capisci?" Mi sdraiai sopra di lei.
Charlotte:" ti togli per favore"
Io:" no, finché non accetti le mie scuse"
Charlotte:" ok, le accetto basta che ti togli.
Io mi alzai e lei cominciò a correre io la inseguì per tutta la casa finché non la presi e la buttai sul divano e cominciai a fargli il solletico.
Charlotte:" ti prego smettila" mi supplicò ridendo.
Io:" ora mi sei in pugno ragazzina"
Mi fermai e mi avvicinai al suo viso i nostri corpi erano attaccati e la mia bocca si stava per posare sulle sue labbra... quando però Alex entrò e interruppe tutto.
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Spazio autrice
Ciao ragazze, scusate l'assenza, questo capitolo è stato scritto da fedevalzelli , speriamo possa piacervi.
Ciao ciao❤️
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|| Urban Strangers ||
FanfictionCharlotte, una ragazza solare di 18 anni, parte con la sua scuola, da Los Angeles(USA) a Somma Vesuviana(NA,Italy), per un viaggio studio in un liceo di Astronomia. Arrivati in Italia, gli studenti vengono distribuiti nelle varie famiglie campane e...